WTA Portoroz – L’anatema che, scagliato da chissà chi, sembra colpire (Swiatek eslusa) tutte le giovani campionesse slam del circuito impedendo loro di confermarsi ad alti livelli, non risparmia neanche Elena Rybakina: 6-7 (4) 7-6 (5) 6-4 il punteggio con cui Katerina Siniakova ha conquistato in rimonta il WTA 250 di Portoroz.
Numero uno della classifica WTA in doppio davanti alla connazionale Barbora Krejcikova con cui aveva recentemente conquistato gli US Open e, prima ancora, Wimbledon e gli Australian Open in questo memorabile 2022, la ventiseienne ceca aveva così colmato una carenza di risultati in singolare. Dopo i primi due successi ottenuti nel circuito maggiore nel 2017, Siniakova aveva faticato tanto da dover tornare a disputare tornei nel circuito ITF, come quello vinto ad inizio agosto in Polonia sul veloce contro la padrona di casa Magda Linette.
In Slovenia il percorso non è stato affatto semplice, complicato anche dal maltempo che l’ha costretta agli straordinari nella giornata di sabato quando ha dovuto prima estromettere ai quarti la detentrice del torneo Jasmine Paolini (superata in tre set) e poi guadagnarsi la settima finale nel circuito, la prima dell’anno in quello maggiore, eliminando Anna-Lena Friedsam.
Arrivata a Portoroz dopo un deludente US Open che l’aveva vista eliminata al primo turno, Elena Rybakina non stava attraversando un momento particolarmente esaltante. Dopo il primo trionfo slam ottenuto sul Centre Court, la ventitreenne kazaka si era ripresentata in campo direttamente sul cemento americano, dove però, ad eccezione dei quarti di finale raggiunti a Cincinnati, non aveva affatto brillato.
Nella nota località balneare dell’Alto Adriatico, la numero tre del tabellone ha sofferto più del previsto la resistenza di Laura Siegemund, piegata solo al tie break del terzo set dopo oltre tre ore di partita ed annullando un match point. Il percorso era stato poi in discesa, lasciando appena cinque giochi a Tereza Martincova ed approfittando del ritiro di Lesia Tsurenko. Quindi, con un doppio 6-1 rifilato ad Ana Bogdan, Lena si era conquistata la decima finale in carriera, la terza di questo 2022. Sei i precedenti, di cui quattro in favore della kazaka.
Per tanti fattori, era logico aspettarsi una Rybakina nettamente favorita. La kazaka ha infatti recitato inizialmente il ruolo alla perfezione: con il suo tennis solido e potente Lena si è rapidamente involata sul 5 a 0, poi è successo l’inspiegabile. Siniakova ha agganciato la campionessa di Wimbledon e, pur perdendo il tie-break del primo set per 7 punti a 4 è, di fatto rientrata nel match.
Nella seconda partita, Rybakina è sembrata mettere a segno il colpo del ko trovando il break nel settimo game con un gran vincente di dritto in lungolinea, ma si è subito dovuta arrendere alla reazione di Siniakova che, con le spalle al muro, ha trovato la forza di riagganciare subito la kazaka (4 a 4). Al tie break, dopo aver mancato due set point, stavolta a prevalere è stata la ceca: 7 punti a 5.
Nel terzo e decisivo set, una Siniakova sorprendentemente più brillante (in entrambi i primi due set aveva fatto ricorso al medical time out) ha gestito ancor meglio le operazioni, riuscendo a rispondere regolarmente al servizio di Rybakina ed a far partire con continuità lo scambio. Un fattore determinante, che ha costretto la kazaka a forzare di più i colpi ed a commettere inevitabilmente molti più gratuiti quando si è trovata a dover spingere sulle difese senza peso di Katerina. Un dritto scagliato da Lena in corridoio nel nono game ha mandato la ventiseienne ceca a servire per il match: due errori consecutivi (ancora con il dritto) della kazaka hanno fissato sul 6-7 (4) 7-6 (5) 6-4 il punteggio che, dopo 3 ore e 6 minuti, ha consegnato il meritato trionfo alla Siniakova.
Per quanto fortemente penalizzata in classifica dai punti non ottenuti dopo il successo di Wimbledon, Rybakina dovrà lavorare ancora duramente con coach Stefano Vukov per provare a mettere nel suo tennis qualche variazione in più che le consenta di avere soluzioni diverse ad un gioco che, troppo spesso, continua ad andare in difficoltà quando non riesce a scardinare la difesa avversaria con la sola potenza esercitata da fondo campo.
Per Siniakova, la cui carriera (come per molte connazionali) sembrava essere definitivamente virata verso la sola ricerca di gloria in doppio, chissà se il terzo titolo in carriera (dopo quelli di Shenzen e Bastad ottenuti nel 2017) non possa rappresentare un nuovo inizio anche in singolare. Del resto, l’anagrafe (è nata il 10 maggio del 1996) parla ancora in suo favore.
WTA Portoroz
K. Siniakova b. [3] E. Rybakina 6-7 (4) 7-6 (5) 6-4