WTA Amburgo – “Oops!..I Did It Again”: il titolo della celebre hit di inizio millennio cantata da Britney Spears è forse la sintesi più efficace per descrivere la gioia che ha illuminato il viso di Bernarda Pera, quando il dritto di Anett Kontaveit si è spento oltre la linea di fondo campo chiudendo sul 6-2 6-4 il match che le è valso il secondo titolo consecutivo in carriera, dopo il trionfo della scorsa settimana a Budapest.
“Ho lavorato sodo per molto tempo, mi sentivo bene in allenamento, e non sono stata in grado di farlo nelle partite. Qualcosa è cambiato, forse mi sono rilassata un po’. Una vittoria dopo l’altra, la fiducia cresce un po’, e cambia”. Con queste parole pronunciate al termine della semifinale di ieri, Bernarda aveva provato a spiegare il suo momento, il fattore decisivo del suo personalissimo “sliding doors”.
Quello che, reduce da cinque sconfitte consecutive, ha cambiato l’inerzia della stagione (forse anche della carriera), rendendo possibile una serie di vittorie consecutive che, partendo dalle qualificazioni in Ungheria alla finale di oggi in Germania, è arrivata a dodici senza lasciare un solo set per strada.
Un trionfo di prestigio, quello della tennista numero 81 della classifica WTA, nata a Zara (Croazia) il 3 dicembre del 1994 e cittadina statunitense dal 2013, ritrovatasi a dover fronteggiare in finale la numero due mondo, nonché prima testa di serie del tabellone, Anett Kontaveit. Un solo (recentissimo) precedente tra le due, vinto dall’estone sui prati di Wimbledon.
La pressione esercitata da fondo campo dalla ventisettenne di origini croate ha messo subito in difficoltà Kontaveit, che ha iniziato il match con tre errori (0-40) subendo il break in apertura dopo un bel cross mancino di Pera. Particolarmente incisiva con i colpi di inizio gioco, Bernarda (nel bene e nel male) ha comandato con regolarità e personalità le operazioni, anche a costo di concedere qualche gratuito nel tentativo di cercare il vincente.
Dal canto suo, Anett (ad eccezione di qualche mirabile esecuzione estemporanea) ha faticato a trovare soluzioni, perdendo il servizio anche nel settimo game dopo essere stata affondata dalla risposta in lungolinea della statunitense e dal successivo vincente di dritto in contropiede. Un errore in risposta della tennista di Tallinn ha chiuso il primo set dopo 31 minuti sul 6 a 2.
Nella seconda partita Kontaveit si è presentata in campo più centrata, più solida al servizio e meno fallosa in risposta. Nel quarto gioco l’estone è si guadagna la prima opportunità nell’incontro di strappare il servizio all’avversaria, ma ha sprecato tutto con un gratuito di rovescio.
Il pericolo scampato non ha intimorito Pera, che anzi ha forse avuto il merito di scuoterla definitivamente. L’americana ha infilato una serie impressionante di vincenti di dritto, involandosi rapidamente sul 5-2.
Solo l’orgoglio della numero due del mondo è riuscito a rallentare il count down verso i titoli di coda di un film che ha avuto un’unica, incontrastata, attrice protagonista: Bernarda Pera, capace di regalarsi la seconda gioia della carriera cedendo solo un momento all’emozione, prima di chiudere 6-2 6-4 in 1 ora e 14 minuti.
La sconfitta in finale rimanda il primo acuto sulla terra rossa per Kontaveit, ma almeno restituisce al circuito una della sue protagoniste. Dopo un trionfale 2021 (cinque titoli messi in bacheca), la tennista estone sembrava infatti in grado di ripetersi anche quest’anno: successo a San Pietroburgo (il sesto in carriera, rimontando in finale Maria Sakkari) e finale a Doha (sconfitta da Iga Swiatek).
Poi il calo fisico, dovuto ai postumi del Covid che l’hanno privata delle energie necessarie per competere nel circuito. Adesso si riparte, anche con un nuovo team. Visto che a giugno Anett ha deciso di rinnovarlo, salutando Dmitry Tursunov ed accogliendo nel suo angolo Torben Beltz (il coach aveva portato Angie Kerber a vincere i suoi primi due slam).
Il trionfo di Amburgo sancisce una nuova fase della carriera di Bernarda Pera, certificando che il titolo conquistato la scorsa settimana all’Hungarian Grand Prix (6-3 6-3 ad Aleksandra Krunic) non è stato un episodio fine a se stesso. Una vittoria che una commossa Bernarda non ha mancato di dedicare anche a Kristijan Schneider, il coach croato scomparso ad aprile e con cui anche la tennista di Zara aveva collaborato.
Un successo, che iscrive il nome della statunitense nell’albo d’oro dell’Hamburg European Open (tornato lo scorso anno ad ospitare anche il circuito WTA dopo una lunga assenza), andandolo così ad affiancare a leggende del calibro di Steffi Graf, Arantxa Sanchez Vicario, Martina Hingis, Venus Williams e Kim Clijsters. Davvero una bella compagnia.
WTA AMBURGO
B. Pera b. A. Kontaveit 6-2, 6-4