Se lo sport ha spesso la capacità di interpretare i cambiamenti della società e la sua evoluzione, alle volte sa anche essere custode dei tempi che furono. Nel Tennis, nessun luogo al mondo è in grado di rappresentare la tradizione meglio del torneo di Wimbledon. Fin dalla prima edizione dei Championships datata 1877, agli atleti è fatto obbligo di scendere in campo sui verdi prati dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club rigorosamente vestiti di bianco. Un vero e proprio tratto distintivo, come le immancabili fragole con panna, dell’ultimo slam rimasto a disputarsi su erba. Un regolamento che spesso è stato difficile da accettare, tanto da indurre uno degli atleti più ribelli del circuito come Andre Agassi (vincitore nel 1992) a non partecipare allo slam londinese nei primi anni di carriera.
Una scelta, quella dell’all white, che se all’epoca aveva connotazioni prettamente aristocratiche, nei giorni d’oggi (come spiegato dagli stessi organizzatori qualche anno fa) assume un significato molto più profondo: “Per noi, la regola del tutto bianco non riguarda la moda, ma il lasciare che i giocatori e il tennis si distinguano. Chiunque calpesti un campo di Wimbledon, da un campione in carica fino a un qualificato, lo fa vestito di bianco. Questo è un ottimo livellatore. Se un giocatore vuole farsi notare, deve farlo attraverso il suo gioco. Questa è una tradizione di cui siamo orgogliosi”.
Nella passata edizione, a brillare più di chiunque altro sul Centre Court furono Marketa Vondrousova (vincitrice in finale su Ons Jabeur per 6-4 6-4) e Carlos Alcaraz (trionfatore su Novak Djokovic in un epico ultimo atto concluso sul punteggio di 1-6 7-6 6-1 3-6 6-4). Il talento spagnolo accreditato della testa di serie numero tre del seeding e reduce dal trionfo di Parigi che gli ha consentito di mettere in bacheca il terzo major della sua carriera, inizierà la difesa del titolo contro l’estone Mark Lajal. Una parte alta del tabellone che, secondo i pronostici, dovrebbe vederlo avanzare spedito fino in semifinale, dove nel match che tutti gli appassionati già sognano (come al Roland Garros), con ogni probabilità si troverà a sfidare il nuovo numero uno del mondo, Jannik Sinner.
Con il trionfo di Halle della scorsa settimana (primo titolo in carriera conquistato su erba) il fenomeno di San Candido è diventato l’ottavo giocatore del circuito Atp (dopo Connors, Borg, Wilander, Edberg, Sampras, Djokovic e Murray) a vincere un titolo subito dopo aver raggiunto la leadership mondiale. Il modo migliore per prepararsi ai Championships dove (semifinalista lo scorso anno) secondo i bookmers partirà favorito, nonostante un sorteggio tutt’altro che favorevole e che al secondo turno potrebbe vederlo impegnato in un derby con il finalista dell’edizione 2021, Matteo Berrettini. Da valutare le condizioni di Novak Djokovic. Il fuoriclasse serbo, che guida la parte bassa del tabellone, in conferenza stampa ha rassicurato tutti sullo stato di salute del suo ginocchio destro. Per il sette volte vincitore di Wimbledon l’obiettivo, come un anno fa, resta quello di raggiungere il primato di successi di Sua Maestà Roger Federer (8).
Aperto a più soluzioni sembra essere invece il torneo femminile. Non solo perché l’erba è l’unica superficie su cui la numero uno del circuito WTA Iga Swiatek (chiamata ad un primo turno tutt’altro che banale con Sofia Kenin) non è ancora riuscita ad adattare il suo gioco, ma anche perché restano da valutare le condizioni delle altre pretendenti. La vincitrice dell’edizione 2022 Elena Rybakina ha avuto problemi addominali che, dopo averla costretta al ritiro dal torneo di Berlino, le hanno impedito di prendere parte a quello di Eastbourne dove pure si era iscritta. Sono reduci da un ritiro anche la campionessa in carica dei Championships Marketa Vondrousova (ancora alla ricerca di sé stessa e del suo miglior tennis dopo l’exploit dello scorso anno), la finalista delle ultime edizioni dello slam londinese (2022, 2023) Ons Jabeur e la numero due del mondo Aryna Sabalenka (che ha candidamente ammesso di non essere al cento per cento a causa di un infortunio alla spalla).
Con il pieno di fiducia è atterrata invece a Londra (dove appena quindicenne nel 2019 raggiunse gli ottavi di finale) Coco Gauff, così come la connazionale nonché grande amica Jessica Pegula: rientrata nel circuito dopo due mesi di stop, la trentenne di Buffalo ha trionfato a Berlino imponendosi in finale su Anna Kalinskaya. Tra le grandi favorite proveranno a ritagliarsi uno spazio la finalista di Parigi Jasmine Paolini e le ritrovate Daria Kasatkina (trionfatrice ad Eastbourne su Leylah Fernandez) e Liudmila Samsonova (vincitrice a ‘s-Hertogenbosch su Bianca Andreescu). Dopo aver raggiunto gli ottavi di finale un anno fa, Mirra Andreeva (semifinalista al Roland Garros) proverà a stupire ancora. Ieri la diciassettenne russa ha incontrato Maria Sharapova che, proprio alla sua età (vent’anni fa, nel 2004), incantò il mondo conquistando il primo slam della sua carriera dopo aver superato Serena Williams per 6-1 6-4 in un indimenticabile ultimo atto sul Centre Court. A volte la storia è destinata a ripetersi.