Us Open, day 8: Millman ammutolisce New York, Federer fuori in 4 set

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di Daniele Rossi

Clamoroso a Flushing Meadows: Federer è fuori, eliminato dall’australiano John Millman con il punteggio di 3-6 7-5 7-6(7) 7-6(3).

Lo svizzero incappa in una serata stortissima, tra occasioni sprecate, rovesci buttati, servizio pessimo e gioco di piedi praticamente assente. Millman invece, 29 anni e una vita passata nelle retrovie, trova la partita della vita che probabilmente gli cambierà la carriera.

L’australiano ha certamente sfruttato la scarsa vena di Roger, ma si è meritato il successo con un gioco solido e fatto d’anticipo, ha servito con ottime percentuali e non ha tremato nei momenti importanti. A fine match ha malapena esultato, chissà se per incredulità o grande rispetto per l’avversario. Primo quarto di finale in uno Slam per John, che finora nei Major non aveva neanche mai superato il terzo turno, complice anche una serie di infortuni che ha accompagnato la sua vita agonistica; troverà uno scoglio quasi impossibile da superare, Novak Djokovic, che in giornata ha superato con facilità Joao Sousa. 

Federer conclude il match con alcuni numeri terrificanti: 49% di prime in campo, 47% di punti vinti con la seconda, 10 doppi falli e la bellezza di 76 errori non forzati. I rimpianti si assommano, considerando che pur in questo disastro, Roger ha avuto due set point nel secondo set (sul 5-4 e 40-15) e uno nel tie-break del terzo (sul 6-5); il tie-break del quarto è stato un pianto con due doppi falli, un rovescio in rete e un diritto lungo di metri. 

Sconfitta pesantissima, ma che non sorprende più di tanto. Roger non vince a Flushing Meadows dal 2008 e negli ultimi anni ha dimostrato davvero poco feeling con la Grande Mela; l’ottimo match con Kyrgios era stato uno squillo isolato dopo le prove piuttosto balbettanti con Nishioka e Paire e la pessima finale giocata a Cincinnati. La continuità di rendimento per Roger ormai è una sorta di chimera che si manifesta sola sporadicamente, oggi per esempio è mancato totalmente nel gioco di piedi: era spesso in ritardo e lontano dalla palla e questo lo ha portato a commettere una valanga di errori. 

L’età purtroppo paga il conto e il corpo a 37 anni reagisce in modo differente ogni giorno. E se a Wimbledon ci era voluta un’impresa di Kevin Anderson, oggi è stata sufficiente la solidità di un giocatore che è stato a malapena numero 49 del mondo. 

Ad ogni sconfitta di Federer si suonano le campane a lutto per una carriera che sembra debba terminare a breve; lui è sempre tornato, smentendo tutti. Sarà così anche stavolta? Forse, ma è vero che adesso le primavere cominciano ad essere tante e il 2018 dopo gli Australian Open è stato un lento declino. A sorprendere in negativo è anche il rendimento del rovescio: tanto spettacolare ed efficace nel 2017, quando traballante e incerto nel 2018. 

Intanto il tabellone si allinea ai quarti di finale e a meno di grosse sorprese, l’annunciata finale tra Nadal e Djokovic prende sempre più forma. 

RISULTATI 4° TURNO

[1] R. Nadal b. N. Basilashvili 6-3 6-3 6-7(4) 6-4

[9] D. Thiem b. [5] K. Anderson 7-5 6-2 7-6(2)

[3] J. del Potro b. [20] B. Coric 6-4 6-3 6-1

[11] J. Isner b. [25] M. Raonic 3-6 6-3 6-4 3-6 6-2

[7] M. Cilic b. [10] D. Goffin 7-6(6) 6-2 6-4

[21] K. Nishikori b. P. Kohlschreiber 6-3 6-2 7-5

[6] N. Djokovic b. J. Sousa 6-3 6-4 6-3

J. Millman b. [2] R. Federer 3-6 7-5 7-6(7) 7-6(3)

 

QUARTI DI FINALE

[1] R. Nadal v. [9] D. Thiem 

[3] J. del Potro v. [11] J. Isner 

[7] M. Cilic v. [21] K. Nishikori

[6] N. Djokovic v. J. Millman