US Open 2022 – “Quando passi tutta la vita a perseguire un obiettivo che condiziona tutto, una volta che lo hai raggiunto tutta la prospettiva cambia…sono finito in un buco nero”. La gestione del successo non è meno insidiosa di quella della sconfitta. Meno di un anno dopo aver centrato il tanto agognato slam (quello vinto a New York nel 2020 al tie break della quinta partita dopo essere andato sotto di due set contro Zverev), così si esprimeva Dominic Thiem.
È certamente diversa la situazione che sta vivendo il detentore degli US Open nonché numero uno della classifica ATP Daniil Medvedev. Eppure, la sensazione è che il primo major in carriera vinto negando a Novak Djokovic il Grand Slam e la successiva conquista della leadership mondiale, abbiano tolto qualcosa al ventiseienne moscovita. Non gli hanno dato più fiducia nei propri mezzi (ne aveva già prima in quantità più che sufficiente), probabilmente gli hanno però sottratto il desiderio di conquista, quel senso di adrenalina che accompagna ogni scalata.
Probabilmente non l’ha aiutato aver raggiunto l’agognata vetta della classifica in un momento storico così particolare. Ancor meno l’operazione per la rimozione di un’ernia che l’ha tenuto lontano dai campi per un mese e mezzo. Fatto sta che, dal trionfo agli US Open (12 settembre 2021) alla conquista del 250 di Los Cabos (6 agosto 2022), Daniil ha perso cinque finali consecutive (tra cui quella, dolorosissima, che lo vedeva avanti di due set contro Nadal agli Australian Open). Soprattutto, dopo Melbourne, non ha mai più raggiunto con sufficiente continuità il suo miglior livello.
Considerarlo il favorito numero uno è d’obbligo, ed il russo ha naturalmente tutte le carte in regola per confermarsi. A patto che riesca a tenere alta la concentrazione. Diverso il discorso per quanto riguarda la classifica, dove Daniil è tallonato da un Nadal (primo nella race) che, non avendo preso parte alla passata edizione dello slam newyorkese, non avrà punti da difendere. Anche se non pochi sono i dubbi che riguardano le condizioni del fuoriclasse spagnolo, rientrato a Cincinnati dopo oltre un mese di assenza dalle gare (si era ritirato a Wimbledon prima di scendere in campo nella semifinale con Kyrgios) e subito eliminato in tre set dal futuro vincitore Borna Coric.
Oltre all’assenza di Djokovic (per le note vicende), a Flushing Meadows mancherà un altro sicuro protagonista: quel Sascha Zverev finalista nel 2020 ed il cui rientro, dopo il terribile infortunio occorso a Parigi, dovrebbe avvenire in Coppa Davis. In questo contesto, lo stato di forma potrebbe fare la differenza come dimostrato in occasione degli ultimi due Master 1000 disputati (con il successo di Carreno Busta a Montréal e quello di Borna Coric in Ohio).
Ed ecco che così la rosa dei papabili potrebbe allargarsi a dismisura. Dall’ingresso di Darren Cahill nel suo team, in molti si aspettano il definitivo salto di qualità di Jannik Sinner. Non sono da meno le quotazioni di Matteo Berrettini: nonostante le premature eliminazioni in Canada ed a Cincinnati, il semifinalista dell’edizione 2019 ha sicuramente ottime chance per andare in fondo.
Dopo un roboante inizio di 2022 (con 2 Master 1000 e due Atp 500 messi in bacheca), Carlos Alcaraz sembra aver tirato un attimo il fiato, ma il re di Miami ha ampiamente dimostrato di poter già essere fin troppo competitivo anche sul cemento. Chi invece sta ritrovando il suo miglior tennis è Stefanos Tsitsipas, recente finalista del Western & Sotuhern Open. Da non sottovalutare Nick Kyrgios: dopo aver raggiunto l’ultimo atto dei Championships ed aver trionfato a Washington, l’australiano sembra pronto per essere finalmente in grado di dare sufficiente continuità alle sue prestazioni in campo.
Chance importante anche per Hubert Hurkacz, recente finalista dell’Open del Canada. Sulle spalle di Taylor Fritz sembrano invece gravare le speranze del pubblico statunitense: il numero uno d’America (e n. 12 della classifica ATP), che quest’anno ha conquistato ad Indian Wells il primo master 1000 in carriera, è probabilmente l’unico della nutrita rappresentanza di casa che può sperare di riconquistare New York, diciannove anni dopo l’ultimo trionfo a stelle e strisce firmato Andy Roddick.