Fognini si opera, Murray torna, Djokovic organizza, Roma si può
IL TIE-BREAK DEL LUNEDÍ MATTINA, ED. 1° GIUGNO – Quella appena conclusa non è stata affatto come le altre poiché, proprio in extremis, è arrivato il più classico dei fulmini a ciel sereno: Fabio Fognini si è operato ad entrambe le caviglie. Oltre a questa notizia che ha già un margine di importanza sufficiente per andare in testa, viene umanamente da empatizzare con un altro tennista che ne ha passate tante: Andy Murray. Il britannico si ripresenterà su un campo da tennis dopo mesi e mesi di assenza, e lo farà alla corte del fratello Jamie per il “Battle of the Brits”.
Questa è stata anche la settimana di Novak Djokovic che ha smesso per un attimo la polo e i pantaloncini col coccodrillo, per indossare i panni dell’organizzatore e imbastire l’Adria Cup. Tutto questo mentre Bernard Giudicelli e Angelo Binaghi si sono detti fiduciosi per lo svolgimento dei rispettivi tornei. E che tornei.
Fabio Fognini si è operato ad entrambe le caviglie
Un anno fa i pensieri erano certamente diversi. Il sigillo della Top10 sul petto a 40 anni di distanza da Corrado Barazzutti, oggi suo coach, e quel Masters 1000 vinto nella regale Monte-Carlo da posizionare con cura nella pregiata collezione dei cimeli della famiglia Fognini&Pennetta.
È passato un anno e di mezzo ci si è messo praticamente di tutto: dalla quarantena ad una nuova operazione. Duplice per dirla tutta, poiché le caviglie malandate erano due e Fognini ha colto l’occasione per fare tutto in un colpo solo. Il tennista di Arma di Taggia ha salutato la riuscita dell’operazione con un laconico: «Tutto a posto raga’», quindi adesso non resta che da capire i tempi che occorreranno per il suo rientro in campo. Il circuito è fermo fino al 31 di luglio (salvo nuove indicazioni dall’ATP), quindi non resta che augurare al tennista ligure un in bocca al lupo per un pronto recupero.
Andy Murray is back
L’immagine di Andy Murray in lacrime durante la conferenza stampa agli Australian Open 2019 ha fatto il giro del mondo. Sembrava la fine di una storia e invece eccolo ancora qua. Dopo due operazioni consecutive all’anca e un rientro nel tour ad alto carico emozionale – Eastbourne, vittoria in doppio con Feliciano Lopez e trionfo ad Anversa nel singolare dopo due anni e mezzo dall’ultima volta-, lo scozzese ha giocato le finali di Coppa Davis a Madrid nel mese di novembre, poi il nulla.
Quindi, quando scoccheranno gli 8 mesi di inattività, Murray tornerà a giocare a tennis e lo farà in occasione del “Battle of the Brits” organizzato dal fratello James, al quale parteciperanno tutti i migliori tennisti del Regno Unito. Per conoscere meglio la storia dello scozzese e, soprattutto, cosa abbia passato negli ultimi due anni, potrebbe essere una buona idea guardarsi un film-documentario molto interessante su Amazon Prime, dal titolo “Resurfacing”.
Djokovic organizza l’Adria Tour
Novak Djokovic ha recentemente dichiarato di aver passato la lockdown allenandosi quasi tutti i giorni nella casa di Marbella. Il tennista serbo ha deciso di smettere temporaneamente gli abiti da tennista, per indossare quelli dell’imprenditore al fine di mettere in piedi un torneo interessante e che profuma già di successo. Si chiamerà Adria Tour e sarà un circuito a tappe che comincerà nella sua Belgrado e terminerà a Sarajevo il 5 di luglio. Ha coinvolto alcuni pezzi pregiati del tour come Dominic Thiem, Grigor Dimitrov e Sascha Zverev. E poi c’è lui che è il numero 1 del mondo in carica, nonché l’ultimo vincitore di uno Slam. Niente male come parterre.
Roma e Parigi settembrine
Quasi in coro si sono levate le voci del presidente della FIT, Angelo Binaghi, e quello della FFT, Bernard Giudicelli, per dire che ci sono ottime possibilità che i rispettivi tornei si giochino a settembre. Due buone notizie, senza dubbio, un po’ perché hanno il potere di riaccendere la speranza di rivedere tennis dal vivo dopo un periodo di digiuno forzato, un po’ perché l’idea di vedere i tornei sul rosso che più interessano gli appassionati del belpaese è senz’altro una sensazione piacevole. Chiaramente è tutto ancora in fase di definizione, lo scenario è molto liquido e si muove ad una velocità incontrollabile. Ma già l’idea rappresenta una forma di conforto per mettersi alle spalle un periodo nero.