Templi del Tennis – Flushing Meadows, la dimora degli US Open

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US Open
©usopen.org

Lo USTA Billie Jean King National Tennis Center e le sue trasformazioni

Nel nord del quartiere Queens, in piena New York City, sorge il parco di Flushing Meadows, il quarto più esteso della città. Ricavato da una zona paludosa per ospitare l’esposizione universale del 1939-40, oggi è la sede di 14 diverse attrazioni.

Accanto al Citi Field, casa dei New York Mets, squadra di Major League Baseball, con cui condivide anche il parcheggio, sorge lo USTA Billie Jean King National Tennis Center. È proprio lì che ogni anno, tra agosto e settembre, si tengono gli US Open, l’ultimo torneo dello Slam della stagione.

Nato sull’erba, dove si è tenuto dal 1881 al 1974, lo Slam newyorkese è approdato sul cemento del parco del Queens nel 1978. Il triennio a cavallo tra le altre due superfici (1975-77), invece, ha visto i tennisti sfidarsi sulla particolare terra verde americana.

Tra gli ultimi mesi del 1976 e l’inizio del 1977, la USTA, la federazione tennistica americana che era in cerca di una sede definitiva per gli US Open, ha iniziato la costruzione del complesso. Fino a quel momento, sull’area era presente soltanto il Louis Armstrong Stadium, inaugurato nel 1964 in occasione della seconda esposizione universale, tenutasi nel parco di Flushing Meadows.

Noto originariamente come “Singer Bowl” e utilizzato per eventi e concerti, nel 1973 terminò il contratto di sponsorizzazione con l’omonima azienda. Venne così dedicato proprio a Louis Armstrong, il celebre jazzista – da poco scomparso – che viveva in prossimità dell’edificio.

Ristrutturato in occasione dei lavori per la costruzione dell’intero USTA Tennis Center, venne diviso in due diversi impianti. Il primo, il vero e proprio Louis Armstrong Stadium – di circa 18.000 posti – che ha anche ricoperto il ruolo di campo centrale fino al 1997. Il secondo, invece, l’adiacente Grandstand, capace di contenere circa 6.000 persone.

Gli anni ’90 e la prima grande ristrutturazione

Dopo 20 anni dall’inaugurazione, di fronte a un possibile trasferimento del torneo a San Diego, lo USTA Tennis Center fu completamente rinnovato per mezzo di un piano d’investimento quadriennale, approvato nel marzo 1995.

In quella occasione venne alla luce l’Arthur Ashe Stadium che, grazie ai suoi 23.771 posti è lo stadio da tennis più capiente del mondo. Inaugurato il 25 agosto 1997 da Whitney Houston, l’Arthur Ashe ha sollevato dall’incarico di campo centrale il Louis Armstrong, ridotto anche di capienza, per un totale di circa 10.000 posti.

Significativa la scelta di intitolare il nuovo campo centrale dello Slam americano proprio ad Ashe, l’unico tennista afroamericano a vincere un Major. Da sempre impegnato in prima persona nella battaglia per i diritti civili degli afroamericani, Ashe ha contratto l’HIV durante una trasfusione. Dopo aver tenuto nascosta la sua positività, nel 1992 l’ex numero 2 al mondo è uscito allo scoperto e ha dedicato il suo ultimo anno di vita alla sensibilizzazione riguardo la trasmissione e la prevenzione dall’HIV.

La dedica a Billie Jean King e i giorni nostri

Fu nel 2006 che l’intero complesso cambiò il nome ufficiale in “USTA Billie Jean King National Tennis Center” includendo la dedica a Billie Jean King. La 39 volte vincitrice slam tra singolare e doppio, è stata tra le prime sostenitrici del passaggio al professionismo del tennis, oltre a rappresentare una pioniera nella battaglia per la gender equality.

L’ultima grande opera di ristrutturazione, costata 550 milioni di dollari, è iniziata nel 2013. Tra i vari interventi previsti, spiccano la costruzione del tetto sull’Arthur Ashe Stadium e la demolizione e il rifacimento da zero del Louis Armstrong Stadium, compreso anch’esso di tetto retrattile.

Questa è la storia che accompagna la 142esima edizione degli US Open, che, per la 45esima estate consecutiva, si svolgeranno in quel di Flushing Meadows.