Sensazioni e percezioni del colpo – fasi dell’apprendimento della mente

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Nell’articolo di oggi ci stacchiamo per un attimo dall’analisi tecnica che ci ha accompagnato a lungo nell’ultimo periodo, in relazione all’analisi, appunto, dell’esecuzione del dritto, curando in ogni dettaglio ogni fase del colpo, per mostrare in maniera chiara come bisogna andare a colpire la palla, come bisogna eseguire il movimento.

Oggi ci spostiamo un po’ verso la fase mentale del tennis, o per meglio dire, non tanto mentale quanto quella delle sensazioni, delle percezioni e delle emozioni. Chiaramente, capite bene che gli argomenti sono comunque a stretto contatto con l’esecuzione tecnica, in quanto una corretta tecnica del colpo, ci permette di avere, di sentire, le giuste sensazioni che ci portano poi a migliorare in maniera consapevole, acquisendo sensibilità e padronanza del gesto stesso.

Vedremo come l’allievo va guidato verso diverse fasi di apprendimento

Le fasi dell’apprendimento sono 4:

1- incompetent unconscious – fase in cui non sa cosa fare e come farlo

2- conscious competent – atleta inizia a capire cosa gli chiediamo ma ancora non riesce a metterlo in pratica

3- conscious competent – allievo inizia a farlo in pratica ma non ancora ha la padronanza completa della situazione

4- unconscious competent – fase in cui allievo in maniera autonoma diventa competente e riesce a fare ciò che gli abbiamo insegnato e metterlo in pratica anche in partita. This is the GOAL, direbbero gli americani. Questo è il nostro obiettivo!

Il tennis è uno sport di sensazioni, pertanto è fondamentale capire quanto prima che le sensazioni che ognuno di noi prova all’impatto del colpo sono personali e sono assolutamente proprie. La sensazione di impatto in seguito ad un dritto eseguito alla perfezione che cade perfettamente nel punto in cui avevamo pensato di giocarlo, la sensazione di una palla corta che esce dalle corde perfettamente e va a morire subito dopo la rete, o anche una volèe eseguita in maniera impeccabile, un rovescio stretto e potrei continuare a lungo… queste sono tutte sensazioni che ognuno di noi prova all’impatto del colpo, e sono frutto di una esecuzione tecnica che, se corretta, ci porta a provare le giuste sensazioni più volte.

Una tecnica giusta, pertanto, permette di ripetere e di mettere in atto più volte un colpo eseguito in maniera quasi perfetta, e dunque di rivivere le sensazioni di cui ci nutriamo nel momento in cui si verifica quel colpo. La sensazione di riuscita del colpo ci genera una emozione piacevole, chiaramente, ed innesca un processo a catena che ci permette di acquisire sempre più fiducia e consapevolezza in noi stessi e nella strada da seguire. Le sensazioni all’impatto, sono una linea guida che naturalmente va seguita! Nel momento in cui sentiamo di aver eseguito un colpo in maniera perfetta, dobbiamo ricordarci di quella sensazione che abbiamo provato, perché è quella la strada da seguire, e ricordandoci di quella meravigliosa sensazione, dobbiamo provare a ripeterla e farla accadere di nuovo, usufruendo sempre dell’applicazione tecnica corretta, per far sì che le sensazioni belle, quelle piacevoli, quelle frutto del colpo eseguito perfettamente, possano riproporsi sempre più spesso.

Dunque possiamo dire che la tecnica è lo strumento che ci permette di raggiungere le sensazioni più belle, e generare le emozioni positive, così da creare consapevolezza. A tal proposito, in stretto contatto con le sensazioni che proviamo all’impatto, abbiamo le percezioni. Se andate su wikipedia e scrivete ‘’percezione’’ troverete questo:

“La percezione è il processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato”

Percezione nel tennis

Fase principale della mente ci permette di capire il gioco, capire la traiettoria della palla, ci permette di leggere il colpo, ci permette di leggere la partita. La percezione va allenata facendo domande al giocatore: portarlo alla comprensione della situazione e fargli capire il modo in cui quella palla va colpita – bisogna portarlo prima a leggere la situazione in cui deve colpire e poi pensare alla tecnica pura cioè al colpo.

Le percezioni sono una parte fondamentale ed è per questo che ogni giocatore deve essere guidato affinché possa essere capace di comprendere, ed essere consapevole delle percezioni che prova. L’allievo non conosce il tennis, altrimenti non prenderebbe lezioni. Pertanto il compito del maestro è quello di portarlo ad avere un livello tecnico adeguato, così da poter sentire le giuste sensazioni; stiamo ben attenti alla parola sentire. Nel tennis è uno dei termini più usati. Quante volte diciamo ‘’ non sento la palla’’, significa che in quel momento non riusciamo ad avere la sensibilità del colpo, non abbiamo delle buone sensazioni. Il tutto è collegato alle percezioni. Dunque il maestro, come stavamo dicendo deve essere in grado di portare l’allievo a conoscere ed a provare ed a sentire le sensazioni che io definisco belle, emozionali, durante l’esecuzione del colpo. Questa è una fase fondamentale; l’apprendimento tecnico si muove a stretto contatto con le sensazioni e le percezioni del gioco.

Sì, ma… come facciamo a far capire ad un allievo quali siano le percezioni e le situazioni da considerare?

Per portare l’allevio sulla strada corretta sensazionale, emozionale e percettiva, c’è bisogno che gli venga spiegato nel dettaglio, nello specifico, oltre il movimento tecnico, anche la fase percettiva e consapevole del colpo, cioè: all’allievo va spiegato dove bisogna colpire la pallina. Quante tipologie di colpo esistono in base al punto di impatto.

Abbiamo impatto ad altezza fianco, altezza spalla, tra spalla e anca e così via ed ognuno di questi impatti necessità un’attuazione tecnica diversa ed una diversa percezione della situazione, perché cambia appunto il punto di impatto, quindi anche la ricerca di palla ed i tempi di impatto. Il tennis è formato da elementi prettamente percettivi, il tempo, lo spazio, le distanze, è fondamentale portare l’allievo a capire in che modo muoversi verso la palla, in che modo calcolare i tempi del rimbalzo, in che modo capire la traiettoria della pallina, in che modo calcolare l’ampiezza e lo spazio necessario in relazione al rimbalzo della pallina, ed allo spazio che questa prende dopo il rimbalzo, affinché sia preparato e pronto e sappia posizionarsi nel punto corretto per eseguire l’impatto all’altezza giusta. Sono tutte abilità percettive che l’allievo deve apprendere, e pertanto è fondamentale allenarle, allenare la fase tecnica percettiva, quindi l’azione degli occhi, perché chiaramente bisogna essere capaci di capire le distanze, la profondità della palla che arriva, nel tempo necessario e muovendoci nello spazio in cui ci troviamo.

Chiaramente l’allievo deve essere guidato affinché diventi consapevole, cioè sappia comprendere tutte queste dinamiche sensazionali, e percettive che gli arrivano dalle sue percezioni, che applicate alla situazione dinamica di impatto gli arriveranno senza che sia in grado di capire e di mettere in atto una organizzazione adatta volta a colpire la palla, e portarlo dunque ad immagazzinare queste conoscenze e imparare a riconoscerle consapevolmente, affinché poi diventino automatiche e la loro attuazione diventi inconsapevole, cioè diventi un’azione che non ha bisogno di pensieri per essere attuata, ma diventa naturale.

Vi faccio l’esempio dell’auto: quando guidiamo la macchina muoviamo i pedali in maniera inconsapevole, è un gesto acquisito, automatico, che, in seguito alla pratica, eseguiamo senza pensarci. Nel tennis è lo stesso; la pratica ci porta a comprendere, a conoscere, ad applicare, affinché il tutto, sia gesto tecnico che consapevolezza delle situazioni percettive siano automatiche.

Per far comprendere all’allievo e guidarlo verso la comprensione di tali capacità è necessario fargli capire:

Come colpire la palla: ovvero come la racchetta tecnicamente deve muoversi nella maniera corretta per far sì che possa eseguire il colpo nel modo giusto

Dove colpire la palla: portarlo alla comprensione che ogni palla può avere un impatto diverso a seconda del colpo che bisogna eseguire; se diamo per scontato che l’allievo conosca queste circostanze, significa non portarlo mai alla consapevolezza, perché non saprà mai davvero dove si colpisce la palla a seconda del colpo e del modo di impatto che vuole eseguire.

Quando colpire la palla: ovvero il tempo di impatto che si ha sulla pallina, sempre a seconda del colpo che si vuole eseguire; un colpo di costruzione ha un tempo di impatto chiaramente diverso rispetto ad un colpo d’attacco. Chiaramente questa è un’altra considerazione che l’allievo non conosce e che bisogna fargli notare, bisogna trasmettergli per portarlo alla consapevolezza, e rafforzare la sua competenza che lo porta alle abilità percettive; se conosce più cose le sue percezioni lavoreranno i dati che riceve come stimoli sensoriali chiaramente diversamente, in quanto conosce più cose.

Perché: questo punto permette di far capire all’allievo il perché, appunto, eseguire determinate azioni. Cioè, perché colpiamo la palla in quel modo, a quell’altezza, in quel punto; permette di riassumere le tre fasi sopra citate, e gli permette di capire e mettere tutto insieme. In questo modo avrà acquisito conoscenze che non aveva e che gli permetteranno di comprendere lo spazio in cui si trova, il tempo in cui deve agire, ed il perché deve farlo.

Senza queste fasi l’allievo non potrà mai arrivare alla comprensione alla consapevolezza ed alla naturalezza automatica, inconsapevole del gesto, perché è un passaggio che prescinde dalla fase di comprensione. Ogni esecuzione, al cesto, o al palleggio, l’allievo deve essere guidato a capire; bisogna chiedergli che tipo di palla era, dove l’ha colpita, come l’ha colpita, portarlo a capire cosa ha fatto, quindi renderlo consapevole del gesto, e portarlo chiaramente a capire, in caso di errore, cosa avrebbe dovuto fare di diverso.

In questo modo l’allievo viene guidato verso quello che sarà il suo apprendimento consapevole, mediante le percezioni sensoriali che sarà capace di ricevere e di gestire che gli arriveranno dall’esterno, e sarà capace, conoscendo più cose, di gestirle ed applicarle, in modo che, utilizzando la tecnica esecutiva corretta possa poi arrivare a sentire le sensazioni belle, quelle emozionali, che permettono l’apprendimento inconsapevole.

Appuntamento a settimana prossima!!!

Per qualsiasi richiesta, chiarimenti, dubbi o semplici domande potete contattarmi quando volete via mail o visitando il mio sito.

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Giuseppe Abbate

Istruttore di tennis FIT – PTR – International coach MTMCA Next coach GPTCA level C

Specializzato in tecnica, biomeccanica e videoanalisi

Laureato in lingue e letterature straniere