Da Parigi, Fabrizio Salvi in collaborazione con Roberto Dell’Olivo – Foto ©RDO
Le qualificazioni del Roland Garros hanno catapultato sotto le luci della ribalta Liudmila Samsonova, la ventenne di Olenegorsk, n. 159 WTA italiana di adozione, che gioca con passaporto russo dopo il mancato ottenimento di quello italiano.
“Sono molto contenta ed emozionata per questa bella esperienza qui a Parigi. – ci racconta Liuda – finalmente sono riuscita a qualificarmi per un main draw in uno slam.”
Chiuso il 2018 al n. 180 grazie in particolare alle vittorie nei tornei ITF $60,000 di Saint-Malo e $25,000 di El Espinar, quest’anno Liudmila ha esordito nel circuito WTA superando un turno di qualificazione all’Australian Open, a San Pietroburgo e Dubai e ben due turni di qualificazione a Doha. In questi tornei ha sconfitto tre giocatrici classificate tra le prime 100 del ranking WTA.
Grazie a questi risultati ha raggiunto il suo best ranking di n. 155.
Il passaggio alla terra non è stato però favorevole a Liudmila, sconfitta al primo turno delle quali a Lugano, Stoccarda e Rabat.
L’allieva del team Piccari si è presentata al Roland Garros reduce dalla brutta sconfitta patita al primo turno del torneo ITF $60.000 di Saint-Gaudens e con il morale sotto i tacchi.
A Parigi il sorteggio l’ha opposta, nel primo turno di qualificazione, a Martina di Giuseppe. Liudmila l’ha spuntata al termine di un match drammatico, durato 3 ore e 4 minuti, conclusosi al tie break del terzo set (6-7 7-5 7-6), nel corso del quale sono emerse le scorie delle precedenti uscite ma anche le sue doti di lottatrice.
“Si in effetti la prima partita è stata obiettivamente la più complicata, poi è andata un po’ meglio ma non posso dire che siano state facili.”
Questa vittoria ha rappresentato in un certo senso un punto di svolta per Liudmila, che nei successivi incontri con Vickery (75 62) e Bouzkova (64 63) ha sovvertito il pronostico mettendo finalmente in mostra quelle doti tecniche che molti le riconosco.
Ieri, nel primo turno del main draw, ha affrontato Donna Vekic, n. 24 WTA, un test sulla carta quasi proibitivo. Liudmila ha ceduto in due set col punteggio di 6-2 6-4 in 1 ora e 11 minuti, ma è uscita con l’onore delle armi dal tabellone principale parigino, il suo primo in uno Slam.
Lyuda non ha affatto sfigurato ed anzi ha giocato quasi alla pari con la sua più quotata avversaria, come dimostra il numero dei colpi vincenti: 16 contro i 17 della Vekic.
Purtroppo ha commesso ben 35 errori non forzati (contro i 17 della Vekic) e non è stata adeguatamente sostenuta dal servizio (57% di prime palle, 1 solo ace e 2 doppi falli).
Certe volte il destino ti apre una porta, per poi chiudertela anche se, molto spesso, finisce per aprirsene un’altra ancora più grande. Il futuro è dalla sua parte. Ed il futuro si chiama erba, con un sogno tanto maestoso quanto affascinante chiamato Wimbledon.