Ci sono storie d’amore destinate a durare per sempre, come quella tra Iga Swiatek ed il Roland Garros: 6-2 6-1 il punteggio con cui, superando Jasmine Paolini in 68 minuti, la campionessa polacca ha trionfato per la quarta volta a Parigi, la terza consecutiva dopo i successi del 2020, 2022 e 2023. Come un anno fa Iga ha chiuso il torneo perdendo un solo set e, dopo aver rischiato nel secondo turno, è stata un rullo compressore capace di lasciare alle avversarie appena diciassette game nelle ultime cinque partite. Per la numero uno del mondo si tratta del quinto slam in carriera, il coronamento di una stagione su terra praticamente perfetta che prima della capitale francese l’aveva vista conquistare anche Madrid e Roma.
Swiatek ha vinto il sorteggio scegliendo di iniziare la finale dal servizio, chiudendo il primo gioco con un ace al centro. Più complicato il primo turno in battuta di Jasmine, costretta subito a fronteggiare una palla break ma abile a venirne fuori con un’ottima gestione dello scambio. Nel complesso, la ventottenne di Castelnuovo di Garfagnana è entrata bene in partita, ha giocato con aggressività e non ha pagato dazio all’emozione della prima finale slam in carriera. Ha ribattuto colpo su colpo, provando a muovere la numero uno del mondo dal lato destro non appena ne ha avuto la possibilità. Due gratuiti di Iga hanno indirizzato il terzo game, con Jasmine abilissima a conquistarsi le prime chance in risposta (15-40) con una palla corta e ad andare a segno approfittando di un errore di dritto della campionessa polacca.
Un piccolo passaggio a vuoto che una Swiatek molto concentrata ed altrettanto determinata ha subito cancellato strappando a zero il servizio a Paolini, grazie ad una risposta vincente di rovescio in lungolinea (2 a 2). Dopo aver tenuto il successivo turno di battuta la numero uno del mondo ha inserito il pilota automatico, piazzando il break decisivo quando (sul 30-30) Jasmine ha affossato un rovescio in rete prima di commettere un letale doppio fallo (4 a 2). In difficoltà negli scambi lunghi, la tennista azzurra ha provato ad accorciarli forzando alcune soluzioni, anche per uscire dalla pressione cui la fuoriclasse di Varsavia l’ha messa non appena i colpi sono diventati meno profondi. Sempre più in controllo, Iga ha chiuso la prima partita con un altro break, strappando a zero il servizio alla Paolini grazie alla profondità della sua risposta: 6-2 in 34 minuti.
Non si è arresa Jasmine, che nel secondo gioco del secondo set (sotto 15-40) si è aggrappata al servizio e, trovando la forza di sorridere dopo un ace, ha avuto la capacità di annullare due palle break consecutive, salvo poi però cedere la battuta alla terza occasione quando ha forzato un dritto che non ha trovato il campo. Dall’altra parte della rete una Swiatek praticamente perfetta ha invece tenuto a zero il proprio turno, mettendo il sigillo sulla finale nel game successivo, quando su una seconda di Jasmine ha incrociato la risposta trovando il vincente che le ha consegnato il doppio break di vantaggio (4 a 0).
Rapida nell’esecuzione, velocissima nell’arrivare con coordinazione sulla palla come nessun’altra nel circuito femminile, specialmente su questa superficie è impossibile pensare di togliere il tempo alla Swiatek. Solo a rete la leader della classifica WTA sembra avere qualcosa da migliorare. Grazie ad una volée della polacca terminata out sul trenta pari ed al successivo spettacolare vincente scagliato in lungolinea con il dritto, Paolini nel sesto gioco ha evitato il bagel. Poi, Iga si è presentata in battuta ed ha chiuso i conti con un servizio vincente: 6-2 6-1 il risultato che per la quarta volta in carriera le ha permesso di alzare al cielo la coppa intitolata a Suzanne Leglen.
Non ha nulla da recriminarsi Jasmine, che probabilmente sapeva cosa avrebbe potuto creare qualche difficoltà alla sua avversaria, ma che semplicemente non è stata in grado di metterlo in pratica per la manifesta superiorità della incontrastata numero uno del mondo. Un Roland Garros che certamente resterà nella memoria della ventottenne di Castelnuovo di Garfagnana, dal quale potrà trarre ulteriore fiducia per il futuro. Un torneo tra l’altro non ancora terminato, e che domani la vedrà impegnata nella finale del doppio con Sara Errani (che nel 2012 trionfò in coppia con Roberta Vinci) contro Coco Gauff e Katerina Siniakova.
Premiata da due leggende di questo sport come Martina Navratilova e Chris Evert (che probabilmente ha visto oggi vacillare il suo record di sette trionfi al Roland Garros), Swiatek è già pronta per il prossimo grande obiettivo: dopo la breve stagione su erba (l’unica superficie dove ancora deve imparare ad esprimersi al meglio) sarà lei, nel ritorno sulla terra rossa parigina, la giocatrice da battere per la conquista dell’oro olimpico.
Roland Garros – Finale
[1] I. Swiatek b. [12] J. Paolini 6-2 6-1