Roland Garros 2024, day 12: una splendida Paolini ferma Andreeva e raggiunge Swiatek in finale

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©photo Patrick Boren

Metti insieme un cuore e prova a sentire e dopo credi, credici un po’ di più, di più davvero”, bisognerebbe chiedere a lei quale canzone di Luciano Ligabue (uno dei suoi cantautori preferiti) avrebbe scelto per questa occasione, per questo torneo, per tutto ciò che sta vivendo in questa fase della sua carriera. Sta di fatto che per continuare a citare il brano del musicista emiliano noi abbiamo “perso le parole” per descriverla, avendo ormai terminato tutti gli aggettivi a disposizione per celebrarla. Con una prova di straordinaria maturità ed autorevolezza, Jasmine Paolini ha conquistato la prima finale slam in carriera superando per 6-3 6-1, in 1 ora e 13 minuti, l’altra grande rivelazione del torneo, Mirra Andreeva. Un risultato che al di là dell’innegabile prestigio, la porterà ad essere da lunedì prossimo quantomeno la numero 7 del mondo.

Terza azzurra di sempre a raggiungere questo traguardo al Roland Garros dopo Francesca Schiavone (2010, 2011) e Sara Errani (2012), la ventottenne toscana è anche la prima italiana ad approdare all’ultimo atto di un major dallo storico derby che nel 2015 vide Flavia Pennetta e Roberta Vinci protagoniste a New York. Un premio meritato, quello che Jas ha regalato a sé stessa ed al tennis tricolore. Dopo il quarto di finale, con la necessità di preparare il match senza un giorno di riposo, la saggezza avrebbe forse suggerito di non disputare il doppio ieri sera. È stata la scelta di Andreeva, non di Paolini. Andando oltre le banali logiche della convenienza, il cuore di Jasmine si è spinto oltre la fatica, ed il successo con Sara Errani le ha dato probabilmente ulteriore convinzione e serenità. Quella che oggi è mancata alla diciassettenne di Krasnojarsk, a cui forse giocare il match con l’esperta compagna Zvonareva sarebbe forse servito a distrarsi un po’, a non accumulare eccessiva tensione in vista dello storico evento.

La vincitrice del WTA 1000 di Dubai è entrata in campo forse più contratta nella seconda semifinale di giornata, ma con pazienza ha saputo mettere in atto (punto dopo punto) le idee chiare che aveva in testa, incurante dell’unico precedente che poche settimane fa a Madrid l’aveva vista uscire sconfitta dal campo, in occasione degli ottavi di finale, per mano della talentuosa russa. All’esuberanza adolescenziale di Andreeva, Paolini ha saputo contrapporre la lucidità dell’esperienza, quella che nel primo set le è servita per annullare cinque palle break e trasformare invece in oro l’unica occasione avuta (nel quarto game) sul servizio della giovane avversaria.

Soprattutto con il dritto, l’allieva di Renzo Furlan ha avuto l’abilità di muovere la ancora acerba rivale, che sempre più demoralizzata ed in confusione (alla fine saranno 29 gli errori non forzati di Mirra, a fronte dei soli 10 commessi da Jasmine) ha ceduto alla pressione, incapace di trovare soluzioni per scardinare il tennis messo in campo da Paolini. Esemplare in tal senso è stato il settimo game del secondo set, quello decisivo, che ha visto Jasmine manovrare abilmente gli scambi e conquistare il break a zero che ha posto fine alle ostilità. Aveva creduto in un altro destino Andreeva, corsa a fine match negli spogliatoi a smaltire la delusione per una prestazione che immaginava essere ben diversa da quella che è stata in grado di esprimere. Una lezione sicuramente utile che servirà a costruire un futuro nel quale con ogni probabilità sarà tra le protagoniste del circuito.

Prima dell’impresa di Jasmine, il Philippe Chatrier aveva assistito all’ennesima prova di forza della sua regina, Iga Swiatek, uscita ancora una volta (l’undicesima in dodici scontri diretti) vittoriosa nel confronto con Coco Gauff con il punteggio di 6-2 6-4, maturato in 1 ora e 37 minuti. Un match che è sembrato la logica conseguenza dei precedenti, l’ultimo dei quali disputato a Roma (in semifinale anche in quell’occasione). Ottenuto il break nel game d’apertura, la numero uno del mondo ha conquistato rapidamente il primo set. Nella seconda partita la ventenne di Delray Beach ha cercato la reazione, issandosi fino al 3 a 1 dopo aver strappato il servizio alla polacca nel quarto gioco. Un istante di appannamento subito cancellato dalla leader del circuito WTA, che con l’immediato contro break ha rimesso nei binari del successo un treno che, in fondo, non ha davvero mai rischiato di deragliare.

La finale di sabato sarà il terzo incontro tra la fuoriclasse di Varsavia classe 2001 (a caccia del quarto trionfo al Roland Garros dopo i successi del 2020, 2022 e 2023) e la ventottenne di Castelnuovo di Garfagnana. In entrambi i precedenti giocati tra le due, Iga ha lasciato all’azzurra solo tre giochi. Un ostacolo insormontabile, una montagna impossibile da scalare, sarebbe facile pronosticare. Ma questa, che prima d’ora a Parigi non aveva mai superato il secondo turno, è una nuova Jasmine. E del resto, come ha spiegato proprio lei, “sognare in grande è importante per ottenere risultati”.

Roland Garros – Semifinali

[1] I. Swiatek b. [4] C. Gauff 6-2 6-4

[12] J. Paolini b. [4] M. Andreeva 6-3 6-1