Di Adriano Spataffi
Ancora una volta siamo a parlare di una vittoria di Juan Martin del Potro che assume contorni epici, anche se il risultato per lui positivo tra poco lascerà campo alla preoccupazione per le sue condizioni in vista della semifinale di domani e, speriamo di no, delle prossime settimane.
Se da una parte c’è però l’argentino che porta in fondo un match anche se pesantemente debilitato, dall’altra c’è un Viktor Troicki che, nel momento clou, vive un piccolo psicodramma dimostrando come alcune situazioni possano essere condizionanti per giocatori di qualunque livello.
I primi due set ricalcano, all’incirca, quello che si è visto ieri tra del Potro e Zverev: l’argentino parte poco incisivo al servizio e non riesce a imporsi nemmeno con il diritto, con cui fa gioco ma troppo pochi vincenti. Troicky dal canto suo è molto ordinato e preciso nel tenere più indietro possibile l’avversario, trovandosi suo agio in un ritmo che stenta a decollare. È lui che trova maggiore variabilità di scambio, soprattutto con il rovescio lungolinea, oggi in stato di grazia. Così del Potro è il primo a cedere il servizio e il serbo, bravo ad approfittare dell’unica palla break che avrà in tutto l’incontro, ne fa tesoro difendendo il vantaggio fino al 64 finale.
Come ieri, però, subito il break del Potro piano, piano, ritrova il servizio e con esso guadagna metri in campo, quindi i colpi fanno più male e sale la fiducia anche in risposta: ancora una volta il secondo set è un assolo del gigante di Tandill che archivia la pratica per 6-1 e pare in controllo.
All’inzio del terzo Troicki si salva da un pericolosissimo break in apertura, che avrebbe quasi sicuramente sancito la fine del match e, stando attaccato nel punteggio, riesce a dare l’impressione di essere sì sfavorito, ma non domo e pronto ad approfittare di eventuali cali.
Sul 2-2 15-15, servizio al serbo, la svolta clamorosa: Troicki gioca un diagonale profondo verso il rovescio di del Potro che si muove all’indietro per cercare lo spazio per lo sventaglio, dopo un paio di passettini però perde l’equilibrio e cade all’indietro in maniera non grave, se non fosse che istintivamente porta la mano sinistra verso il terreno scaricando il peso (circa 100 kg) sul polso sinistro operato due volte. C’è una pausa di qualche minuto, l’argentino è visibilmente preoccupato ma decide almeno di finire il game.
Da questo momento Troicki, però, si dimostra totalmente destabilizzato: non riesce ad attaccare l’avversario, né a sondarne il rovescio bimane, calando incredibilmente di ritmo tanto da permettere all’argentino di entrare con il diritto e prendersi un clamoroso break.
Il servizio di del Potro non risente della caduta ma il rovescio sì, l’argentino, infatti non ne giocherà più nessuno coperto affidandosi unicamente allo slice. Troicki capisce di dover avanzare da quella parte, facendo un gioco che, paradossalmente, non gli era anomalo perché assunto anche nel primo set, ma tra errori gratuiti e attacchi che restano corti su cui del Potro ha tempo di trovare il diritto, non riesce mai guadagnare campo o a trovare l’incisività in risposta necessaria a rientrare nel set.
Finisce così 6-4 la terza frazione, ora, come detto, saranno da valutare le conseguenze della caduta, sperando ovviamente che del Potro non si ritrovi all’ennesimo stop in una carriera da cui avrebbe meritato ben maggiori soddisfazioni.
[16] J. del Potro b. V. Troicki 4-6 6-1 6-4