Martin Verkerk, la speranza olandese

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Nel giugno 2003 tutti gli appassionati di tennis si recarono presso gli impianti del Roland Garros per assistere ad un’edizione particolare dello slam parigino. I tennisti americani Sampras e Courier, il francese Leconte, lo spagnolo Bruguera ed i tennisti svedesi Edberg e Wilander si erano ritirati dal tennis. In una situazione di assenza di grandi campioni, il pubblico era impaziente di riconoscere tra i partecipanti i nuovi astri nascenti. Un consistente gruppo di tifosi olandesi era convinto che un loro connazionale avrebbe vinto il titolo.

In Olanda gli sport più seguiti sono sempre stati il calcio, la pallavolo e il ciclismo, discipline in cui la nazionale dei Paesi Bassi ha sempre raggiunto traguardi importanti. Il tennis olandese raggiunse la popolarità per la prima volta nel 1968, quando il tennista Tom Okker raggiunse la finale dello Us Open, arrendendosi in finale ad Arthur Ashe, che conquistò il trofeo al quinto e decisivo set. Nel 1977 la tennista Betty Stove raggiunse la finale a Wimbledon, ma anche lei fu sconfitta in finale dalla tennista britannica Wade.

I primi grandi successi del tennis olandese arrivarono negli anni ’90, dove la coppia Haarhuis – Eltingh vinse ben cinque tornei dello slam in doppio.  Il più grande successo olandese fu certamente la vittoria di Richard Krajcek nel 1996, che conquistò il torneo di Wimbledon grazie alla vittoria in tre sets contro Washington. I tifosi olandesi, spinti dai grandi successi dei connazionali, seguirono con grande interesse il tennis e nel 2001 la squadra olandese di Coppa Davis raggiunse la semifinale, sconfiggendo agli ottavi la Spagna detentrice del titolo e ai quarti di finale la temibile formazione tedesca, sfiorando per un soffio la finale, poiché il cammino degli oranjes si arrestò all’ultimo incontro della semifinale contro la Francia, la futura vincitrice di quell’edizione.

Nel 2003 Martin Verkerk aveva acquisto una certa notorietà grazie al suo rovescio ad una mano, ai suoi potenti colpi da fondo campo e alla sua abilità a rete. Dopo aver vinto il torneo di Milano, si presentò al Roland Garros con grandi aspirazioni. Nel primo turno sconfisse in tre sets Krajan e nella partita successiva ebbe la meglio al quinto set su Luis Horna. Nel terzo turno, dopo aver perso il primo set, sconfisse Spadea grazie alla vittoria del quarto set per 7-5.

Negli ottavi di finale non concesse neanche un set a Schuttler, che in quell’anno aveva in precedenza raggiunto la finale all’Australian Open e che nel corso del torneo aveva dimostrato di esser un temibile avversario.

La partita più emozionante della competizione fu senz’altro la partita vinta al quinto set contro Carlos Moya, considerato da molti il favorito per la conquista del titolo. Verkerk continuò ad esprimere il suo miglior tennis trionfando in tre sets nella semifinale contro Coria  e raggiungendo la finale con la speranza di non deludere il suo pubblico. Sfortunatamente nell’atto conclusivo del torneo non riuscì a confermare le sue aspettative e quelle del pubblico che lo seguiva, perdendo in tre sets contro Juan Carlos Ferrero col punteggio di 6-1 6-3 6-2.  L’anno successivo Verkerk vinse il Dutch Open regalando una vittoria ai suoi connazionali grazie al suo successo in finale contro Gonzalez.

Fu il canto del cigno: Verkerk si ritirò poco dopo, privando l’Olanda di un tennista talentuoso e dallo stile di gioco avvincente.