Luca Vanni e la forza di ripartire ancora una volta

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Nella foto Luca Vanni, 34 anni, è stato finalista all'ATP 250 di San Paolo nel 2015

Luca Vanni è attualmente numero 493 del mondo, con un passato da top 100 e una finale ATP in carriera

In un momento così delicato Luca Vanni si concede ad un’intervista esclusiva via FaceTime per raccontare come sta vivendo la sua quarantena, tra la difficoltà nel trovare le motivazioni giuste per allenarsi e col miraggio di ricominciare a giocare. Chissà dove, chissà quando.

Ciao Luca, innanzitutto come stai?
Ciao a te Fabrizio, io per fortuna sto bene. Anche se c’è stato un periodo nel quale sono stato un po’ preoccupato. (dopo spiegherà perché, ndr)

In un momento come questo è molto difficile tenersi allenati?
Mi alleno a casa con il castello, la panca, il tapis roulant, bilancieri, elastici, pesi, palla medica, scaletta, e cerchi. Ho la fortuna di avere un po’ di spazio dove potermi allenare.

Tra tutti gli attrezzi che hai menzionato non c’è la racchetta, da quanto non ti ci stai allenando?
La racchetta non la tocco dalla vittoria dell’Open di Orvieto, quindi è più di un mese.

Immagino che la difficoltà sia anche quella di impostare un lavoro fisico senza avere alcuna certezza sulle date del rientro. Come ti stai organizzando?
Sarò sincero, fino ad una settimana fa non avevo una grande motivazione per alzarmi e fare qualcosa di specifico per il tennis, proprio perché non sappiamo quando rientreremo. Dopo, però, ho pensato che è da un mese che non faccio niente dal punto di vista atletico, quindi… Più che altro sto cercando le motivazioni di farlo per una questione mia fisica. Pensa che sono calato di peso invece di ingrassare e ho perso solo un pochino di muscolo. In più, ti dirò, sto cercando la motivazione di allenarmi anche per riempire la giornata.

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Luca Vanni è insieme ad altri sportivi testimonial per la campagna “Atleti al tuo Fianco” nella lotta contro il cancro

A cos’altro ti sei dedicato in questo periodo?
Mi sono divertito con dei lavori che volevo fare da tanto, ma che per questioni di tempo non sono mai riuscito a svolgere. Ad esempio in queste settimane ho pulito un garage che mi si allagò lo scorso anno durante un acquazzone, poi ho imbiancato e fatto tutta una serie di lavori di questo genere. Devi sapere che mio babbo ha un’azienda di mobili e le attività manuali mi sono sempre piaciute. Mi sono divertito a farle, ma piano piano finiscono. Non dovevo costruire un palazzo 🙂

Quanto è dura da gestire mentalmente questa situazione?
Mentalmente è una cosa complessa da gestire perché, almeno per mia esperienza, la prima settimana ti fa anche piacere stare a casa, però stai con i pensieri. Nel mio caso le prime due settimane ero parecchio preoccupato; considera che sono stato a Bergamo e ad Alzano Lombardo poco prima che venisse fuori questa situazione. Avevo un po’ di quella tensione li, ma ora sotto il punto di vista del contagio mi sento un po’ più tranquillo.

Voi atleti siete abituati a viaggiare, adesso che dovete stare in casa deve essere molto complicato…
Non credo che sia tanto il viaggiare, quanto la privazione della propria libertà. Questa è la cosa che mi dà più noia perché mi piace stare all’aperto oppure fare giri in macchina, o comunque attività di questo tipo. Poi però penso a tutti quelli che vivono in una casa nel centro storico con una, due, finestre e mi sento fortunato ad avere un minimo di spazio.

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Luca Vanni al Foro Italico nel 2016 / foto ©Adelchi Fioriti

Parlando un po’ del circuito, quando pensi che ricomincerete a giocare?
La mia paura è che quest’anno non si giocherà più. Ci sono degli interrogativi per capire che metodo useranno per distribuire i punti di questo periodo. Per quanto riguarda l’Italia penso che più avanti si potrà tornare a giocare qualche torneo Open o ad allenarsi, ma seguendo le indicazioni come ad esempio la distanza di sicurezza.

E l’idea di giocare a porte chiuse fa molta differenza per un tennista?
Certamente è abbastanza triste. Il fatto è che non penso che sia possibile organizzare un evento a porte chiuse. Ovvio che come cosa è brutta, però ritorniamo al fatto che dietro un evento c’è una quantità di persone notevole che devono lavorare in sicurezza come gli addetti alle luci, i manutentori dei campi, i ball boys e via dicendo. Penso che sia stato giusto cancellare Wimbledon adesso, anche perché per organizzare uno slam ci vuole tempo.

E sulla possibilità di riprogrammare più avanti gli Internazionali d’Italia?
È stato detto che gli Internazionali si sarebbero fatti più avanti. In tutta sincerità il fatto che non li cancellino non mi riguarda così da vicino, perché per esigenze di classifica ero già orientato verso altri tornei.

Hai toccato l’argomento classifica: devi ricostruirla ancora una volta, ti senti pronto?
Devo ripartire dall’ITF, ma prima di tutto dipende da cosa decideranno di fare col ranking. Poi, come ti dicevo, dovrò giocare alcuni 25.000$ cercando di fare del mio meglio per ottenere buoni piazzamenti con l’obiettivo di rientrare nel giro di 2-3 mesi vicino ai 300 del mondo.

(ATP 250 San Paolo 2015, finale tra Luca Vanni e Pablo Cuevas vinta dall’uruguaiano 64 36 764)

In chiusura, questa è sicuramente una situazione inedita per tutti, tant’è che quando ripartirete sarete tutti stati fermi 5 – 6 mesi, o magari di più. Che ne pensi a riguardo?
Ognuno ha la sua programmazione e credo che tutti siano in grado di fare cose buone. Non credo che sarà un problema per i primi 3-4 giocatori al mondo che, come è successo più volte in passato, non hanno fatto molta fatica a venire fuori da lunghi stop. Bisognerà vedere chi ritroverà più velocemente il feeling con il match. Da parte mia sono abituato a tornare dopo lunghi periodi di assenza, però le emozioni, i sentimenti e  gli stati d’animo influiscono sempre. Vedremo.

LUCA VANNI ATP PROFILE

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