L’importanza della programmazione degli allenamenti nel tennis

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programmazione allenamenti nel tennis Toni e Rafael Nadal

In questo appuntamento della nostra rubrica andremo a parlare dell’importanza della programmazione degli allenamenti nel tennis. Programmare significa aver bene in testa il modo in cui andare ad affrontare gli impegni, dalle sessioni di allenamento ai tornei. Ci colleghiamo dunque all’argomento trattato settimana scorsa, ovvero la videoanalisi nel tennis. Lo so che vi sembrerà strano questo accostamento e forse non riuscite a trovare nulla, o, molto poco in relazione alle due cose ma posso dirvi che sono entrambe una parte fondamentale dello stesso percorso.

Come visto settimana scorsa la videoanalisi nel tennis ci permette di curare nel dettaglio ogni fase del colpo, le esecuzioni, la correzione tecnica, l’impostazione, e permettere all’atleta di visualizzare i concetti insieme al maestro e di potersi guardare, cosa che può avvenire solo tramite video. Pertanto, la videoanalisi nel tennis fa parte di una programmazione. 

Le sedute di videoanalisi nel tennis sono programmate e specifiche e servono a dare un feedback ben definito, in relazione ad un programma di allenamento altrettanto ben definito. Potremmo dunque dire che la videoanalisi nel tennis fa parte della programmazione. Programmare gli allenamenti è una dinamica fondamentale per ogni atleta. Sapete bene che non ci rivolgiamo a livelli pro o solo agonisti, ma quando si parla di programmare, di allenare, di tecnica, di tattica ecc.. sono concetti applicabili a tutti i livelli. 

Anche a livello amatoriale, per poter avere dei risultati soddisfacenti, c’è bisogno di programmare il lavoro da svolgere, anche se l’atleta in questione è un amatore che non ha alcuna velleità agonistica di competere, vincere tornei ecc… nel suo piccolo vorrà avere dei miglioramenti chiaramente, vorrà ricevere un servizio impeccabile. Dunque il compito del maestro, di un maestro preparato e attento a 360 gradi è quello dei fornire il servizio giusto, dettagliato, valido, in base alle richieste del cliente. 

La programmazione dell’allenamento, quindi, è una fase in cui rientrano tutte le ore di lezione, di corsi, e in cui rientrano tutti i tipi di giocatore, a prescindere dal proprio livello di gioco.

Per programmare un allenamento in maniera corretta è importante aver prima di tutto in mente una metodologia di allenamento ben definita, ed un percorso altrettanto definito che possa garantire una programmazione all’altezza. Programmare fa sì che vengano messe in evidenza, nella suddetta programmazione, tutte le aree di competenza del gioco che bisogna migliorare, e su cui bisogna lavorare con l’allievo. Programmare la parte tecnica, tattica, fisica, mentale, sparring, test match… tutto fa parte di un’unica programmazione dell’allenamento, se vogliamo davvero che questo sia completo e specifico e dunque valido.

Prima di tutto è bene avere dei piani di programmazione distinti in base al livello. Chiaramente un amatore avrà una programmazione diversa rispetto ad un’agonista. 

Una volta stabilito questo, il maestro deve stabilire le aree principali su cui svolgere il lavoro. Naturalmente, all’interno della programmazione stessa bisogna includere elementi base come l’impostazione tecnica corretta, la parte fisica, tattica, che sono elementi basilari che vanno allenati praticamente in ogni sessione di allenamento, a cui poi vanno aggiunti quelli che possiamo definire ‘’dettagli’’; ovvero la videoanalisi, la sessione di sparring, test match, la programmazione tornei ecc.

Ogni allievo deve possedere una propria scheda di allenamento. La scheda è chiaramente personale e sarà riempita dalle informazioni base dell’allievo, più le tematiche legate all’allenamento: cioè la frequenza di allenamento settimanale, il livello iniziale, le competenze pregresse (se ce ne sono). A questi vanno aggiunti gli obiettivi prefissati ad inizio allenamento, in base alle richieste del cliente, alla durata del percorso stabilito, alla frequenza di allenamenti. 

Qui, poi andiamo ad aggiungere i dettagli ovvero le sedute di videoanalisi prefissate, cioè quando fare una videoanalisi in che momento, ed a distanza di quante sedute l’una dall’altra. È importante avere una videoanalisi alla prima lezione, ed una a distanza di qualche lezione magari un mese e mezzo dopo, così da mostrare con materiale pratico, all’allievo, i miglioramenti ottenuti. In seguito, in base al percorso da svolgere si fissano le sedute di sparring, quindi di palleggio da svolgere, diverse dalle sedute di allenamento tecnico; in queste sedute si prova a mettere in pratica ciò che si allena nell’ora di lezione, in una situazione diversa quindi di palleggio, per abituarsi ad una situazione di gioco. In questo modo, il maestro, avrà un planning completo di ciò che bisogna svolgere, il modo in cui farlo, e saprà perfettamente come e quando eseguire i suddetti lavori, per fornire all’allievo un servizio completo a 360 gradi.

La programmazione degli allenamenti nel tennis va svolta sul lungo periodo di tempo; minimo 4/6 mesi in cui si stabiliscono, come detto, gli obiettivi da raggiungere, ed in cui c’è margine di lavoro per poterli raggiungere, appunto.

Un allenamento non programmato, seguirà un ordine ‘’casuale’’, e il maestro rischierà di perdersi lui prima, e l’allievo poi, nello sviluppo tecnico del giocatore, non avendo riferimenti precisi e stabiliti, appunto per mancanza di programmazione.

Per questo, a mio modesto parere, la programmazione rappresenta la parte principale. Prima di iniziare l’allenamento in campo, c’è la fase di programmazione, che prevede tutta la sistemazione di aspetti specifici in linea teorica, che poi verranno affrontati praticamente in campo.

A quanto detto, va aggiunta la collaborazione del maestro col suo staff; il confronto quotidiano con il preparatore atletico, in quanto è fondamentale che ogni figura professionale abbia il suo campo di lavoro, e mediante il confronto lo staff possa poi verificare i progressi svolti, le carenze, e gli obiettivi da raggiungere, quelli raggiunti, la predisposizione a poterli acquisire e tutto il resto. Ogni staff è composto chiaramente da varie figure professionali, questo dipende anche dalla grandezza del circolo; in media il maestro ha bisogno del preparatore atletico, poi ci si può aggiungere altre figure professionali come il mental coach, il tattico, il videoanalista ecc ecc… questo perché alla base deve esserci sempre la professionalità che sia garanzia di qualità e dunque è fondamentale che lo staff sia formato da più elementi che sappiano come muoversi, e rappresentino appunto una squadra di lavoro al servizio dei propri atleti.

Le grande accademie sono chiaramente piene di componenti di livello, i maestri sono tanti, cosi come i preparatori, i mental coach ecc.. il tutto è chiaramente proporzionato.

Alla base, però, a prescindere dalla dimensione dalla grandezza e dall’importanza del circolo, anche uno staff composto da 3 persone, cosi come quello composto da 15 persone, ha l’obbligo e la necessità di programmare il lavoro da svolgere con gli allievi per poter garantire la qualità dell’allenamento.

Questo pezzo si collega come detto con quanto visto settimana scorsa, per dare una continuità di argomenti e indicare come sia importante avere una qualità del servizio che si offre, che parta prima in linea teorica, ovvero, aspetti su cui abbiamo battuto molto in questa rubrica, a livello tecnico; il famoso come, quando, perché? Lo stesso vale prima di entrare in campo, lo staff deve sapere come svolgere un lavoro, quando intervenire, e perché. Deve essere, per usare un termine di cui abbiamo forse abusato, uno staff consapevole.

Come sempre per qualsiasi richiesta dubbio confronto o altro non esitate a contattarmi all’indirizzo mail

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Giuseppe Abbate

Istruttore di tennis FIT – PTR – International coach MTMCA Next coach GPTCA level C

Specializzato in tecnica, biomeccanica e videoanalisi

Laureato in lingue e letterature straniere