Continuiamo la nostra rubrica analizzando l’aspetto clou del tennis ovvero il match. Oggi trattiamo l’importanza della preparazione al match, dalle ore in cui si precede l’orario di discesa in campo, il tragitto al circolo, e le varie problematiche dettate dall’essere chiaramente dei dilettanti, e dunque impegni di lavoro, impegni quotidiani ecc ecc.
La partita inizia molto prima di quando si scende in campo. Non essendo tutti dei professionisti, abbiamo chiaramente una vita al di fuori del tennis. I “pro” vivono di tennis: il match, l’allenamento è il loro lavoro e tutto ruota lì. Noi no. Abbiamo una vita, un lavoro diverso, una serie di impegni da gestire, per questo la partita rappresenta comunque, il simbolo della nostra passione tennistica, ma che spesso ci mette di fronte a stress non indifferenti.
Nell’articolo precedente abbiamo visto come possa essere stressante affrontare un match, quanto sia importante dover trovare delle soluzioni, e saper gestire tutti gli eventi. Bene, tutto questo parte già da prima di scendere in campo.
L’avvicinamento alla partita è un aspetto fondamentale. È importante, in quel giorno riuscire ad organizzare la propria giornata per arrivare al match in maniera seria, preparati a ciò che si va a fare. Le ore prima della partita vanno gestite bene. Bisogna mangiare un paio d’ore prima dell’incontro, bisogna organizzare i propri impegni per far sì che non ci stressino poi durante il match stesso, o per evitare di arrivare al circolo con l’ansia frenetica di una giornata appena trascorsa. Ebbene, è fondamentale prepararsi alla partita con una routine ben precisa, nei limiti del possibile.
Organizzare la giornata, organizzare gli impegni, e quant’altro per far sì che non ci siano, salvo imprevisti, che sono sempre dietro l’angolo, situazioni che possano poi influenzare la nostra performance. È chiaro che il match rappresenta qualcosa che corona la nostra passione, ma come visto è già di per sé molto stressante nella sua attuazione; viverlo con un cellulare che squilla per impegni di lavoro, o con circostanze lavorative o familiari non risolte durante il giorno, sicuramente non ci permette di dare il nostro massimo, e anzi garantisce sicuramente l’effetto opposto, cioè ci creerebbe frustrazione e nervosismo, ‘’intossicando’’ la partita stessa che stiamo giocando perché la testa è da un’altra parte, e non riusciremmo neanche a goderci quel momento in cui siamo in campo perché appunto la testa è da un’altra parte.
Tornando un attimo alle questioni di campo, noi prima di scendere in campo, può essere, anzi è molto probabile che non conosciamo il nostro avversario, il suo gioco, le sua caratteristiche ecc.. perché come detto non essendo dei pro non abbiamo dei video delle statistiche o altro chiaramente per poter reperire informazioni. Dunque è fondamentale prepararsi alla partita concentrandosi su se stessi sia da diverse ore prima di scendere in campo.
Se la partita è alle 18 ad esempio, è importante pranzare e nutrirsi nella maniera corretta, prepararsi mentalmente all’incontro lavorando sulla concentrazione e sul proprio gioco. Ciò che conosciamo di quella partita che andiamo a fare è ciò che sappiamo di noi stessi, del nostro tennis. È da lì che bisogna partire. Preparare la partita sui nostri punti di forza perché sono quelli che conosciamo, con una ovvia consapevolezza dei propri limiti, che possono emergere in determinate circostanze, e consci che l’avversario dall’altre parte probabilmente sta facendo lo stesso.
Dunque bisogna essere pronti e preparati ad affrontare un incontro in cui si portano avanti le proprie abilità principali e in cui si è allo stesso modo pronti a trovare delle contromosse adeguate nel caso, probabile, in cui ci siano difficoltà da gestire e da fronteggiare. Qui fa la differenza la preparazione della partita.
Il tragitto stesso, in auto o mezzo pubblico, che ci porta al circolo, deve essere una full immersion di concentrazione già proiettata alla partita da giocare, agli schemi da usare. Nel momento in cui si presentano le difficoltà, la capacità di concentrazione, e la giusta preparazione al match già dalle ore precedenti allo stesso, ci permette di fronteggiare meglio queste stesse difficoltà perché siamo già preparati a viverle. Abbiamo già giocato la partita nella nostra testa, e l’abbiamo già pensata, già conosciamo per sommi capi chiaramente il modo in cui dobbiamo scendere in campo e le situazioni, conoscendo noi stessi, che possono creare intoppi.
Dunque l’avvicinamento alla partita, l’alimentazione, la concentrazione, il pensare alle soluzioni tattiche e di gioco, e soprattutto la voglia di voler vincere la partita e trovare soluzioni adeguate, le prepariamo già prima di scendere in campo. Arrivare al circolo, ed attendere l’orario di gioco, che magari può slittare di diverse ore, il freddo, la giornata lavorativa che ci attende domani, sono tutte componenti che dobbiamo considerare e dare per scontate, e che dobbiamo saper gestire, se vogliamo davvero vivere la partita nel modo giusto, e tentare di vincere; poi chiaramente se l’avversario è superiore, gli si fanno i complimenti come giusto che sia nello sport, che vinca il più forte.
Ma tutte queste situazioni, sono come detto da mettere in preventivo; noi siamo dilettanti, quindi viviamo di imprevisti, in relazione al tennis, non è l’aspetto principale della nostra vita, affrontare un match di torneo, ed è per questo che ribadisco, come l’aspetto mentale, la capacità di gestire queste problematiche, la capacità di concentrarsi prima del match, di arrivare al circolo se possibile in anticipo, mettendo in conto tutte le circostanze ‘’scomode’’ prima di giocare la partita, che possano crearsi, unitamente a quelle personali, siano abilità principali, per poter pensare di giocarsi una bella partita e magari vincerla.
A queste come detto, ci uniamo le competenze tattiche e tecniche che abbiamo già pensato prima, ma sempre grazie ad una preparazione del mach adeguata, ed una concentrazione già alta ben prima di entrare in campo. Se ad esempio, prima di entrare in campo, abbiamo impegni di lavoro irrisolti, o altri pensieri per la testa, sarà impossibile riuscire a concentrarsi sulla partita da giocare, che essendo un ‘’hobby’’, passerà in secondo piano, e da quella situazione lì, ci porteremo in partita la stessa mancanza di concentrazione, che alla prima difficoltà potrà tramutarsi in stress e ansia e frustrazione nel momenti in cui la partita ci sta scivolando dalle mani, soprattutto se, a nostro dire chiaramente, la partita era più che nelle nostre possibilità.
È lì che si nota ancor di più come l’aspetto mentale, sia il collante poi per poter mettere in pratica tutto, dalla tattica, alla tecnica, alla voglia di vincere, per poter portare a casa la partita. Un’ultima cosa; tutto ciò che abbiamo detto è chiaramente importante; ma un altro aspetto chiave è la leggerezza. La partita va vissuta con la giusta importanza, la giusta semplicità, la giusta leggerezza, proprio perché non siamo dei PRO, dobbiamo fare la differenza in modo diverso, quindi andando in campo chiaramente con la giusta concentrazione, voglia di vincere, attenzione, ma soprattutto atteggiamento positivo, e leggerezza mentale, anche nell’affrontare quelle situazioni problematiche.
Se riusciamo a mettere insieme concentrazione, preparazione alla partita, e leggerezza nel vivere le situazioni, senza crearci stress eccessivi, sicuramente riusciremo ad avere un rendimento buono che possa magari portarci poi a vincere la partita… e a ricreare il giorno dopo tutte le stesse situazioni, che però abbiamo già vissuto oggi stesso, quindi con una conoscenza maggiore, migliore, con più esperienza e fiducia. È tutto un circolo continuo, che si alimenta con l’atteggiamento positivo. Se volete avere un consiglio chiave per affrontare un match, oltre a tutto ciò che abbiamo detto, ciò che vi consiglio, appunto, è essere positivi. L’atteggiamento positivo fa la differenza, sempre.