Lorenzo Musetti è stato raggiunto telefonicamente per una chiacchierata sul presente e sul futuro. Niente proclami, solo parole di buon senso e tanto realismo. Nell’intervista ha parlato della sua passione per il tennis, delle pressioni che ne derivano e di quel sogno che si chiama maglia azzurra.
INTERVISTA A LORENZO MUSETTI – Prendi un talento, mettilo in un campo da tennis e non è detto che diventerà un campione. La formula che porta al successo è una composizione articolata di più elementi: Il realismo, la consapevolezza di sé, il talento, certo, il sacrificio delle ore spese a estrapolare il meglio dal proprio corpo e il fuoco sacro, quello che sta dentro, quello che ti fa fare le cose senza che diventino un peso. La chiamano passione e chi ne possiede una sa di cosa parliamo. Lorenzo Musetti è un appassionato, o forse proprio un innamorato del tennis. É un ragazzo che lo vive, lo respira e lo culla, così come culla i suoi sogni.
Nella chiacchierata telefonica Lorenzo risulta sempre molto genuino nelle sue risposte, lontano dal voler dar di sé l’immagine di una sorta di rock star nascente del tennis e nemmeno minimamente sfiorato dalla tentazione di volerlo diventare in futuro. “Sin da quando ero bambino ho avuto i cosiddetti riflettori puntati addosso, così come l’attenzione dei media e tutto quello che ne consegue. Lo zaino che mi sono portato sulle spalle è sempre stato abbastanza carico, ma fa piacere. Io comunque non punto alla celebrità, non è una cosa che mi interessa, cerco più il tennis, inteso come divertimento e passione, cercando di diventare il miglior atleta possibile”.
Musetti sta vivendo un periodo importante della sua carriera. É nella fase dove, da un lato, si sta formando come persona e come atleta, mentre dall’altro può osservare la crescente aspettativa del popolo del tennis che aspetta la sua consacrazione. Alcuni la chiameranno aspettativa, appunto, altri pressione.
Pressione di un pubblico che immaginiamo gli sarebbe piaciuto avere al suo fianco lo scorso anno a Roma quando batté il tre volte campione slam Stan Wawrinka.“Le pressioni molto spesso me le metto da solo per via del mio essere esigente con me stesso, ma quando c’è il pubblico ti arriva un altro tipo di pressione. Comunque, nonostante la situazione legata al Covid, sono molto concentrato sul tennis, anche se ci sono più cose da fare come i molti controlli e l’osservanza alle restrizioni che, ad ogni modo, trovo molto giuste. Inoltre è altrettanto giusto dire che sono personalmente molto grato perché, nonostante le difficoltà, ci permettono di giocare e non è cosa da poco”.
Giocare ad alto livello significa soprattutto sapersi sacrificare. Ci sono molte strade per perseguire i propri obiettivi e ci sono esempi da seguire per agguantarli: “Paolino (Lorenzi, ndr.) è l’esempio perfetto dell’abnegazione al quadrato. Eravamo in Turchia insieme e l’ho sempre visto lottare fino all’ultimo punto. Siamo molto amici e ammiro quello che fa anche perché, nel mio caso, noto che a volte faccio fatica a mantenere la continuità negli allenamenti, ma sto cercando di migliorare anche in quello”.
Un percorso che nessuno sa dove porterà, ma che è già meritevole di qualche ringraziamento verso chi in qualche modo ha permesso a tanti ragazzi, lui compreso, di credere nel sogno di potercela fare. Fognini e Seppi, ad esempio, hanno saputo aprire la strada, Cecchinato e la sua celebre semifinale al Roland Garros hanno acceso i riflettori sul tennis italiano e la Federazione negli ultimi anni ha rifinito il lavoro investendo e creando una struttura molto efficiente.
Sognare in alto per Musetti non è dunque proibitivo, perché alla sua età in pochi sono come lui. Sognare trofei, sognare titoli slam, aggiunge chi vi scrive, e, perché no, sognare la maglia azzurra in un incontro di Coppa Davis: “É una cosa nella quale credo, nel senso che non la vedo così lontana. É chiaramente un obiettivo a lungo termine, ma nel tennis bastano anche un paio di risultati inaspettati che si aprono degli scenari impensabili fino a poco prima”.
Il futuro di Musetti passa dal presente e da una stagione che si sta riempiendo tassello dopo tassello. Di rientro da Antalya adesso ha puntato il navigatore su Biella, dove ad attenderlo c’è un altro ATP Challenger, prima di volare alle Canarie per altri due tornei. É viaggiando che si costruiscono i sogni e Lorenzo Musetti vuole sognare in grande, sempre con la testa ben attaccata alle spalle.