Il presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi sulla stagione: “Vogliamo rimanere ottimisti”

0
571
Andrea Gaudenzi presidente ATP

Il presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi ha parlato del futuro prossimo del tennis all’agenzia Reuter

Andrea Gaudenzi ha avuto il suo bel da fare da quando si è insediato col ruolo di presidente dell’ATP. La pandemia che sta percorrendo tutto il globo sta avendo ripercussioni di ogni tipo e lascia incertezza su quale sarà il futuro prossimo del tennis.

Il dubbio che aleggia è quello se, prima o poi, ci sarà la possibilità di tornare a vedere dei tornei internazionali, oppure se il futuro sarà marchiato da manifestazioni tipo quella organizzata da MEF Tennis Events a Todi, giusto per parlare di tennis italiano, o come quella che si svolgerà all’accademia Mouratoglou a partire da metà giugno. Andrea Gaudenzi nell’intervista concessa a Reuters fornisce la sua versione.

“Smettere ora non sarebbe saggio poiché nessuno sa cosa accadrà. Vogliamo rimanere ottimisti. Al momento davanti a noi ci sono solo scenari ipotetici ed è per questo che non abbiamo ancora deciso. Tra le opzioni potrebbero esserci le porte chiuse, oltre a varie scelte da fare in merito alle restrizioni per i viaggiatori. Ci siamo dati il 15 maggio come data di scadenza per i tornei post Wimbledon a luglio e il primo giugno per decidere sugli appuntamenti di agosto – decisione che supponiamo riguarderà anche il destino dello Us Open, ndr –. Abbiamo una finestra che va dalle sei alle otto settimane per decidere se giocare o no un torneo, non di più. Però, ripeto voglio essere ottimista“.

Oltre alle varie tematiche di tipo organizzativo e le problematiche legate al rispetto delle norme sanitarie, c’è anche una questione non di poco rilievo, come quella della quarantena obbligatoria di due settimane una volta che si è entrati in un nuovo paese. In aggiunta c’è molta incertezza sulla riapertura delle frontiere e del conseguente traffico aereo.

Ogni paese è in una situazione diversa e sarà difficile organizzarsi con nazioni in fasi diverse e con regole differenti. La Svezia sta avendo un approccio differente, potremmo pensare di giocare un torneo lì, ma è evidente che allo stato attuale non possiamo portare 100 giocatori in Svezia“.