I Templi del Tennis

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tie-break Roma foro italico vista notturna
©foto Adelchi Fioriti

Guida ai migliori attori non protagonisti del circuito tennistico: gli stadi

La storia di ogni torneo e di ogni singolo campo, che di edizione in edizione viene novellata, diviene uno degli innumerevoli fattori che influenzano gli atleti e il risultato di un incontro. Le emozioni che si provano a solcare, ad esempio, il prato del Centre Court di Wimbledon sono uniche. Al tempo stesso, però, queste sensazioni influenzano e sono influenzate dai campioni che scrivono la storia su quei campi.

Per comprendere appieno il ruolo da loro svolto, abbiamo dovuto vederli silenziosi, spogli. Durante la pandemia, infatti, si sono trasformati da inesauribile flusso di adrenalina ad un luogo spettrale, capace di far emergere le debolezze di ogni atleta. Mai, davvero, le arene erano state considerate come un fattore così influente nel panorama tennistico e, volendo ampliare il discorso, nell’intero mondo sportivo.

Parallelamente, quella particolare situazione ha permesso di rivalutare il ruolo del pubblico e i diversi stili nel vivere lo stadio, differenti per ogni cultura. È così, infatti, che nel tennis si passa dalla bolgia calcistica dei tornei sudamericani, al puro intrattenimento sportivo americano, dove si era addirittura pensato di far disputare gli incontri con la musica in sottofondo. Una menzione anche per l’Italia e il nostro Foro Italico, dove Roger Federer diviene “Ruggero” e Rafa Nadal si trasforma in “Raffaele”.

Diviene così essenziale andare alla scoperta della genesi di quei campi che sono entrati di diritto nella storia del tennis. Possa quindi essere per via delle battaglie tenutesi al loro interno, dove uno dei due tennisti è entrato da campione e ne è uscito da leggenda, o possa invece trattarsi dell’unicità artistica di un campo, dovuta magari alla particolare architettura o ad uno specifico avvenimento.