Di Adriano Spataffi
Si sono giocate due partite nella partita nel match di apertura tra Fabio Fognini e Taro Daniel della sfida Giappone-Italia a Morioka nella Davis Cup 2018. La prima, chiusa 2 set a 1 per il giapponese, è stata ricca di errori, con i due giocatori sconcertanti al servizio e pieno di break, dove Fognini non trova lo scambio e sembra fermo fisicamente con un atteggiamento indolente dei suoi. La seconda, fortunatamente decisiva, rientra sui canoni di un match normale, con l’italiano che fa valere la sua superiorità e vince 2 set a zero.
L’assenza di Key Nishikori avrebbe dovuto togliere molta pressione all’esordio del nostro numero uno, invece rischia di capitalizzarsi uno di quei match che in Davis diventano incubi, con la superficie piuttosto rapida, l’avversario generosissimo che tende a tirare piuttosto forte e piatto e il fattore trasferta che non aiuta, anche se non si creerà mai una vera “bolgia”.
Parte subito male Fognini che, con basse percentuali al servizio sulla prima palla (47% nel primo set) e di realizzazione di punti con essa (59%), si trova per due volte dietro di un break, scivolando prima 0-2, poi 2-4, dovendo ringraziare entrambe le volte un Daniel che si lascia sopraffare dalla pressione e commette errori in serie, tre doppi falli nell’ottavo game, che tengono a galla il tennista ligure.
Sul 4-4 Fognini si salva da 0-30 e, di slancio, riesce a capitalizzare la prima situazione di vantaggio, e, spostando l’avversario con pazienza in attesa dell’errore o qualche angolo aperto, va a chiudere per 6-4.
Il secondo set parte di nuovo con un break a favore del giapponese ancora vanificato; l’impressione è che Fognini sia sul punto di dare la sterzata definitiva perché pare sciogliersi e gestire lo scambio con meno difficoltà, invece, dal 3-3, si assiste ad un black-out di Fognini sconcertante. L’italiano inanella una brutta serie di errori gratuiti da fondocampo che consegnano di fatto il set nelle mani del padrone di casa senza che questi abbia commesso particolari fatiche.
Nuovo set e stavolta apre Daniel al servizio, nessuno dei due può dirsi a suo agio e gli errori continuano a superare in numero i vincenti. Al terzo game è break Fognini, ma nemmeno questa sarà la volta buona perché ne seguirà un game con quattro gratuiti che rimette ancora la partita in pari. Sul 2-2 secondo break consecutivo per Fognini che nel cambio-campo chiama un medical time-out accusando un dolore al braccio destro.
Al rientro si nota come l’italiano tenda più ad accompagnare il colpo piuttosto che a strapparlo, è chiaro come il giapponese preferisca gli scambi di ritmo, essendo più “costruito” dell’avversario , e vada invece in difficoltà con le variazioni di rotazione. In teoria questo dovrebbe essere terreno di confort per Fognini che invece, nel 4-3, riperde ancora il servizio, disfacendo per andare 0-40, rimediando fino al 40-40 e disfacendo di nuovo con un doppio fallo e un diritto in corridoio con i piedi in campo a seguito di una delle, rare, buone prime palle. Da 4-2 a 4-5, Daniel non fa grandi cose ma ha notevolmente smesso di regalare, così, con altri due doppi fallo di Fognini (già in doppia cifra) ed errori neanche lontanamente immaginabili in Australia, arriva l’ennesimo break che vuol dire terzo set per il Giappone. Come nel secondo set, dopo il sesto game Fognini ha smesso di giocare e, nonostante il vantaggio di 31 vincenti a 11, stavolta si trova ad inseguire anche nel numero di set.
Da questo momento, fortunatamente per l’Italia, parte, come detto, un altro match, che a questo punto potremmo definire “normale”.
Innanzi tutto cambia l’atteggiamento di entrambi: Daniel, avendo anche speso molto, si mette definitivamente a fondocampo, cercando il ritmo per poi, possibilmente, far male da dietro, Fognini pare accettare la partita, sale vertiginosamente l’attenzione e anche le ginocchia paiono scendere molto di più che nei set precedenti. Seconda nota: si vedono i servizi. Nulla di devastante, ma adesso chi serve fa lo scambio, entrambi superano il 60% di prime palle (67% per Fognini), che, visto la prima fase dell’incontro è un lusso, e sale, ovviamente, anche la percentuale di punti.
Questa uscita dall’anomalia del match favorisce chiaramente il giocatore più forte, Fognini, che può far valere le maggiori doti tecniche e tattiche e la maggiore esperienza oltre ad una migliore condizione atletica, dovuta all’aver speso molto meno nei set precedenti e ad una maggiore abitudine alle partite sui cinque set. L’italiano così fa la partita come ci si aspettava alla vigilia, gestendo l’avversario e dominando sostanzialmente il quarto set, messo in discesa da un break al terzo game.
Al quinto set la prima, clamorosa, occasione di fuga è di Daniel: sull’1-1 Fognini ha un passaggio a vuoto che da 30-40 lo porta a difendere una palla break, Daniel gioca una stop-volley perfetta sull’angolo alla sinistra dell’avversario che ci arriva per un soffio e alza la palla con la testa della racchetta finendo con tutto il corpo sul corridoio, per il nipponico è la più facile delle voleé sopra la testa mandata, però, clamorosamente ai piedi della rete.
Si gira 2-1 Fognini, ma per il giapponese la botta è tremenda: scivola subito 0-40, si riaggrappa fino al 40-40 ma capitola. 3-1 sopra, Fognini ora è padrone del campo, risolvendo gli scambi a piacere anche in momenti delicati come quando è sotto 15-30 al quinto game. Il giapponese si salva quando sul 1-4 salva più occasioni del doppio break ma Fognini ormai è inavvicinabile al servizio e dopo 3h e 59 minuti arriva la chiusura, ancora con un break.
F.Fognini (ITA) b. T.Daniel (GIA) 64 36 46 63 62