Day 9: Incubo Djokovic, ritiro e Berdych in semi

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 Redazione, Adriano Spataffi

 

Inizia e finisce con un ritiro l’avventura di Novak Djokovic (2) ai Championship 2017, ne beneficia Thomas Berdych (11) che non deve nemmeno tirare fuori nulla di clamoroso per vincere l’unico set di gara offerto oggi dai due sul campo 1.

Per Nole il ceco è sempre stato un giocatore ideale (12-0 gli ultimi 12 incontri con due soli set persi), con i suoi schemi lineari adatti a farlo entrare in palla. Due giocatori simili: buon servizio, rovescio violento, dritto molto pesante ed eccezionale difesa, tra i due probabilmente la differenza l’ha sempre fatta la capacità del serbo di strappare lo scambio quando voleva, o quasi, grazie al maggior campionario di soluzioni con tutti i colpi.

Oggi si è visto poco di quello che ci si aspettava, per circa un’ora i due hanno mantenuto i game al servizio, magari non con molti punti diretti, ma seguendo sempre la battuta con ottimi colpi successivi da dentro il campo, così da avere lo scambio in mano e muovere l’avversario a piacimento. Se questo era prevedibile, ma non scontato, per Berdych, che non poteva rischiare di dare all’avversario il vantaggio di errori gratuiti, stupiva un po’ di più vedere Djokovic non giocare praticamente nessuna palla che potesse sembrare risolutiva se non con i piedi ben piantati dentro il campo e con il punto di impatto sopra la rete.

Le scelte tattiche e l’atteggiamento corporeo remissivo e mai incoraggiante, anche per il manifestato fastidio per il campo, avevano instaurato Il dubbio che qualcosa non andasse, soprattutto avendo visto il match di ieri dove Nole si era fatto massaggiare il braccio destro per diverso tempo: ma, in un periodo di sfiducia come quello in cui si ritrova il serbo, tutto ciò non stupiva poi troppo, lasciando credere che le cose sarebbero cambiate con l’andare della gara, soprattutto e il punteggio si fosse messo per il verso giusto.

Senza acuti e rischi in risposta da parte di nessuno dei due, si va al tiebreak con zero palle break affrontate.

Qui il primo punto sarà l’unico vero sussulto del match: risposta aggressiva e smorzata magistrale di Berdych che vale il minibreak. Segue un tiebreak dove Djokovic pare perdere le misure del campo, con il braccio che va talmente lento da colpire la palla in punti d’impatto improponibili, spedendola fuori anche di diverso terreno.

7-2 Berdych e il dolore-fastidio, con cui Djokovic forse avrebbe potuto convivere anni fa, diventa troppo ingombrante: un intervento del fisioterapista, due game (persi) giocati neanche abbozzando competitività e Wimbledon si aggiunge al 2017 nero di Djoko.

Ora per Berdych c’è Federer, battuto nei prati londinesi nel 2010, anno della finale del ceco.

Berdych b. Djokovic 7-6 2-0 rit.