Day 8: Djokovic ai quarti senza problemi

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Redazione, Adriano Spataffi

 

Novak Djokovic (2) raggiunge tutti i suoi obiettivi di oggi: si qualifica per i quarti di finale senza chiedere troppo al suo fisico, restando in campo per soli tre set e in un tempo ragionevole (2h:13′) che non ne precluderà chissà quanto il recupero in vista del match di domani con Berdych, tempo che poteva essere ancora inferiore se il serbo  non avesse calato di attenzione nel secondo set. Per lo spettacolo e il suo tennis da dominatore degli anni passati, invece, non è ancora il momento.

 Opposto al serbo c’era l’ultimo giocatore in corsa a non essere testa di serie, il francese Adrian Mannarino, arrivato con dieci set giocati negli ultimi due incontri: il mancino, con le sue traiettorie insidiose, poteva essere una pericolosa mina vagante, che però Djoko ha disinnescato da subito senza troppi patemi.

La partita di oggi ha visto un Nole molto solido mentalmente, quasi la macchina dei bei tempi, che non a caso ha condotto quasi tutto il match in vantaggio: gli unici momenti di parità, infatti, si sono visti dal 4-4 al 6-6 nel secondo set e fino all’1-1 nel terzo, per il resto l’ex n°1 Atp si è calato volentieri nel ruolo di lepre.

Primo set subito con break per Djokovic, partito carico e concentrato, non solo ha gestito il vantaggio ma, sul 5-2, ha di nuovo accelerato, riuscendo a prendersi il vantaggio di servire per primo anche sul secondo set.

La tattica sembra ripetersi in fotocopia: break subito e gestione, con i giochi in risposta giocati più rilassato, stavolta però sul 4-1 Mannarino trova incisività e riesce a concretizzare l’unica occasione di break che avrà nell’incontro.

Nole non si scompone, non cerca con isterismo di rimettere le cose in carreggiata ma aspetta tranquillamente il tie-break, dove l’abitudine alla vittoria ha un certo peso; qui il serbo scivola sotto 4-2 ma poi ingranerà un parziale di 5-1 che gli varrà il set.

Al terzo set il break, anziché alla prima occasione, arriva alla seconda. La partita rientra così sul solito canovaccio dei servizi con gli unici spunti di interesse ulteriore offerti da due ricorsi al fisioterapista per Djokovic, dolorante al braccio destro. Niente di preoccupante, o di talmente serio da impedire a Nole di tenere tutti i suoi turni di servizio fino al 6-3 finale. Dal punto di vista del giocato nessuno dei due ha brillato per fantasia o variazioni, entrambi hanno provato a costruirsi lo scambio chiudendo possibilmente prima di arrivare nei pressi della rete: Mannarino ha cercato spesso di far male sul rovescio bimane dell’avversario con il dritto incrociato, mentre Djokovic ha attuato un gioco di attesa quasi insolito per lui. Il braccio del serbo, tra l’altro molto nervoso per le condizioni del campo, non è mai sembrato davvero sciolto, l’intensità si alzava solo quando poteva mettere i piedi in campo e, tra i due, era il francese più a suo agio quando gli scambi si prolungavano.

 La grande differenza l’hanno fatta i colpi di apertura: Djokovic ha servito su numeri più che soddisfacenti mentre in risposta era reattivo come ai bei tempi, sfruttando spesso, più che i vincenti diretti, pallate sui piedi di Mannarino in uscita al servizio su cui era complicato per l’avversario trovare i tempi per la coordinazione necessaria a rispondere profondo.

Djokovic b. Mannarino 6-2 7-6(5) 6-4