di Adriano Spataffi
Steve Darcis è stato sicuramente l’uomo squadra della Davis belga in questo 2017, più lui della stella Goffin ha indossato i panni dell’eroe nelle partite precedenti e la stagione non straordinaria di Tsonga, unita alla pesante vittoria del numero 1 belga nel primo match, lasciava aperta qualche speranza che la favola continuasse.
Non è andata così, Jon Wilfred Tsonga ha deciso che l’ avversario per adesso avesse sognato abbastanza e risponde da numero uno con una prova simile, se non superiore, a quella di Goffin.
L’inizio match aveva lasciato uno spiraglio per un po’ di lotta, nelle fasi di studio Darcis riesce a non dare troppo riferimento al francese, muovendolo e muovendosi bene a coprire il campo con efficacia ricorrendo, spesso e bene a variazioni con tutti i colpi, soprattutto con lo slice di rovescio. Ciò nonostante, la differenza di peso è evidente ed è Tsonga a sfiorare il break più volte durante il primo set.
“Lo squalo” Darcis si difende bene, annulla più di una palla break con iniziativa e spinta ma alla fine, inevitabilmente, cade.
Ufficialmente il punteggio, dopo il primo break, dice 5-3 Tsonga, in realtà la partita si chiude quì. Per il francese è una formalità chiudere il set, poi sarà dominio, Darcis veste i panni dello sparring mentre l’avversario è padrone del campo e aizza la folla.
Poco da dire a livello tecnico perché Tsonga ha sempre lo scambio in mano: una macchina al servizio, risposta sempre in avanti e con i piedi in campo è una sentenza. C’è differenza tra i due e la pressione di una finale e di una partita che uno doveva vincere per forza (il francese) non l’ha assottigliata ma anzi, è uscito il giocatore di maggiore caratura, e lo ha fatto con la personalità dei grandi, quasi con prepotenza.
Ora palla al doppio, non c’è Mahut e sarà difficilissimo per Noah fare a meno di questo Tsonga. Darcis dalla sua potra riverstire il “supercostume” contro un avversario, più alla portata, chiunque esso sia, se Pouille o un altro, è difficile che gli vada peggio di oggi.