Challenger Milano: Gaio e il valore dell’autodisciplina

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Non è facile ripartire dopo una stagione complicata. A maggior ragione se hai 26 anni e l’obiettivo dei top-100 era lì, a portata di mano, salvo poi allontanarsi all’improvviso. Ma non bisogna mai arrendersi: lo sa bene Federico Gaio, autore di una scelta coraggiosa. Senza pensarci due volte, il faentino si è tuffato nell’inferno delle qualificazioni dei tornei Challenger. Fatica, sudore e rischio di trascorrere settimane senza intascare punti ATP. Ne sta venendo fuori, con la complicata decisione di passare molto tempo da solo.

Adesso è numero 269 ATP, ma la classifica non rende il giusto merito al suo livello. Per intenderci, nel solo 2018 ha vinto 32 partite. Suo malgrado, molte erano nelle qualificazioni e non gli hanno regalato punti. Ne ha raccolti 6 all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS  (43.000€ + H, terra) grazie a una convincente vittoria sul figlio d’arte Julian Ocleppo. 6-3 6-0 maturato in 49 minuti, risultato che certifica il buon periodo di forma. E pensare che due doppi falli consecutivi avevano portato Ocleppo sul 3-1 nel primo set. Da lì, il faentino ha raccolto 11 giochi di fila. Innervosito da un doppio fallo che aveva dato il controbreak a Gaio, il piemontese ha giocato un match disordinato, con attacchi non troppo incisivi e un linguaggio del corpo rivedibile. “Quando l’avversario è nervoso, la base è focalizzarsi su se stessi, rimanendo concentrati su tutti i punti, senza pensare a cosa succede dall’altra parte del campo – racconta Gaio – restare attenti su ogni palla è sempre importante, ma in questo caso lo è ancora di più. Una partita può girare davvero su pochi punti”. Come detto, Gaio sta cercando di rimettere in piedi una classifica che soltanto un anno e tre mesi fa lo vedeva tra i top-150, peraltro con buone prospettive. “A inizio 2018 ho perso qualche partita di troppo sul filo di lana, mentre adesso sono più continuo. Sto ingranando, ho trovato il tennis e la mentalità che mi piacciono”.

L’IMPORTANZA DELLA SOLITUDINE

Con una classifica ben oltre il numero 300 ATP, avrebbe potuto rifugiarsi nei tornei Futures, magari raccogliendo qualche punto “facile”. Invece non ha abbassato il livello, prendendosi tutti i rischi del caso. Giocare ogni settimana le qualificazioni, tuttavia, può essere molto faticoso. E se fosse uno svantaggio? “Sicuramente incide – dice il faentino – può capitare che il qualificato, magari inconsciamente, si adagi un po’ solo per il fatto di essere entrato in tabellone. Invece è proprio il momento in cui bisogna essere più vogliosi. Giocare le qualificazioni non è un vantaggio, però garantisce un rodaggio importante, poiché fa trovare in anticipo sensazioni sconosciute per chi gioca la prima partita. Ci sono dei pro e dei contro: personalmente credo che sia la mente a fare la differenza, ancora più che la stanchezza fisica. Capita spesso di bloccarsi su barriere mentali, molto più che su quelle fisiche o tecniche”. Proprio per crescere sotto questo profilo, quest’anno Federico sta viaggiando soprattutto da solo (“Anche se è una cosa temporanea”), mantenendo la base a Faenza, dove si trovano coach Enrico Casadei, il preparatore atletico Luca Rafelli e il mental trainer Nicola Cavina. “Andare in giro da solo aiuta a maturare – dice Gaio – non hai nessuno che ti aiuta nelle cose banali, logistiche. Spendi più energie mentali, ma se hai qualcuno al seguito capita di fare quello che ti viene imposto, non necessariamente quello che ti serve. E allora viaggiare da solo aiuta a conoscerti meglio, capire cosa serve e cosa no. L’ideale sarebbe avere qualcuno che ti aiuta nello svolgere le cose giuste. Per esempio, se pensi che sia opportuno fare un po’ di cesto, trovarsi da solo è innegabilmente uno svantaggio. Come ogni cosa, ci sono i pro e i contro. Da solo sai cosa devi fare, ma è più complicato metterlo in pratica”. Ma senza nessuno che controlla, c’è il rischio di lasciarsi andare a qualche distrazione di troppo? “Io riesco a isolarmi, però effettivamente è facile cadere in distrazioni di vario genere”. In questo momento, Gaio non ha tempo per distrarsi, poiché al secondo turno avrà un match complicato contro il vincente tra Pedro Sousa (n.2 del tabellone) e Facundo Arguello. Dura, ma questo Gaio può davvero giocarsela.

GIUSTINO AGLI OTTAVI, GAIO SI QUALIFICA

La giornata di lunedì ha dato altre due soddisfazioni all’Italia: Lorenzo Giustino è approdato agli ottavi con una convincente vittoria su Maximilian Neuchrist, sempre ostico a questi livelli. Negli ottavi troverà il portoghese Joao Domingues, che nell’ultimo match di giornata (terminato alle 20.10) ha estromesso Carlos Berlocq dopo quasi tre ore di battaglia. In mattinata. Gianluca Mager aveva raccolto una buona vittoria contro Martin Cuevas, centrando un posto in tabellone. Lo aveva già battuto l’anno scorso, ma rimane un successo contro un giocatore meglio piazzato di lui. Il ligure se la vedrà con il baby spagnolo Nicola Kuhn, al rientro dopo uno stop di due mesi. È possibile che sia un po’ arrugginito: Mager dovrà essere bravo a sfruttare qualsiasi incertezza. Martedì ci sarà un programma molto intenso, spalmato su quattro campi e con ben 11 match di singolare. Detto che si chiuderà con l’esordio di Felix Auger Aliassime (rivincita della semifinale di Blois contro Thiemo De Bakker), giocano sei italiani: c’è attesa per Filippo Baldi e Gianluigi Quinzi. Gli artefici della vittoria azzurra nella Davis Cup Junior 2012 si ritroveranno sul campo centrale, rispettivamente contro Bernabe Zapata Miralles e Hernan Casanova. Due match possibili. Detto di Mager, sul campo 13 giocheranno Andrea Pellegrino, la wild card Riccardo Balzerani e l’esperto Andrea Arnaboldi, opposto all’olandese Scott Griekspoor, reduce dal successo a Blois. Il programma scatta alle 11: l’ingresso resterà gratuito fino a venerdì, poi i biglietti per le due giornate finali si potranno acquistare a 12 euro.