Campionati Italiani Assoluti: parola agli ultimi due vincitori

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È ormai ufficiale la notizia del ritorno nel panorama del tennis italiano dei Campionati Italiani Assoluti dopo sedici anni dall’ultima edizione e abbiamo contattato gli ultimi due vincitori nel singolare maschile, Daniele Bracciali e Massimo Dell’Acqua.

Le ultime due edizioni dei Campionati Italiani Assoluti sono state organizzate ad Arezzo, città che ha un significato importante per entrambi i giocatori: Daniele Bracciali, che vanta anche un successo in doppio nel 2000 in coppia con Diego Narciso, è aretino di nascita e ha trionfato nel 2003 battendo in finale un altro aretino, l’amico Federico Luzzi.

Per Massimo Dell’Acqua, semifinalista nel 2003 contro Daniele Bracciali e trionfatore nel 2004 in finale su Paolo Lorenzi, invece, Arezzo è stata una scelta di vita, essendovisi stabilito. Oggi sono entrambi Tecnici Nazionali e risiedono e lavorano nella provincia toscana, rispettivamente presso il Tennis Lab Arezzo e il Tennis Club Castiglionese.

Queste le loro considerazioni sul ritorno dei campionati italiani assoluti.

I Campionati Italiani Assoluti tornano dopo 16 anni, trovi che sia un peccato un’interruzione tanto lunga o è la naturale conseguenza dell’ampliamento del calendario internazionale?

Dell’Acqua: «È un peccato che siano terminati, perché questi sono appuntamenti che, se viene dato loro valore, sono molto validi. Anche perché pensandoci ci sono i campionati italiani di terza, di seconda categoria, perché non devono esserci gli assoluti italiani? Credo che a un campionato italiano, se gli viene dato peso è un valore aggiunto. È chiaro che il calendario è ricco di appuntamenti ma fatto in un momento, magari in fase di preparazione per coloro che vanno in Australia o che vanno a giocare altri tornei, con delle soluzioni giuste, perché no? Magari a ottobre, novembre o dicembre, anche se capisco il fatto che in quel periodo sarebbero indoor mentre poi in Australia si gioca all’aperto. Però trovare una soluzione che attragga i migliori giocatori in Italia, secondo me sarebbe una cosa carina. Anche se non sarò più l’ultimo campione (ride ndr).»

Bracciali: «Innanzitutto voglio dire che sono molto contento che dopo 16 anni tornano in calendario i campionati italiani assoluti. Chiaramente è stato un peccato che ci sia stata un’assenza così lunga e credo che sia una naturale conseguenza di un circuito internazionale ATP, WTA e ITF che ormai prende la maggior parte dell’anno perché parte a gennaio e termina a novembre. Così i campionati italiani slittano a fine anno quando i giocatori o si allenano o vanno in vacanza e questo senz’altro ha influito in quest’assenza di 16 anni.»

Si poteva fare di più per preservare questo appuntamento?

Bracciali: «Qualcosa in più si poteva fare. Chiaramente l’appuntamento doveva subire delle modifiche, come ho detto prima il calendario era una di queste, ad esempio, dato che i campionati italiani sono sempre stati un torneo indoor, facendolo coincidere di più con la stagione indoor, magari in concomitanza con un torneo meno importante. Poi indubbiamente, senza giraci troppo intorno, il prize-money sarebbe dovuto essere portato ad un livello tale da convincere molti a rinunciare ad un altro appuntamento, oppure, come oggi fanno le pre-quali per gli internazionali di Roma con tornei Open, un’idea poteva essere quella di assegnare ai campioni italiani una Wild-Card per Roma in tabellone o nelle qualificazioni, così da invogliare maggiormente i migliori a partecipare».

Qual è il ricordo migliore che ti lega a questo torneo?

Dell’Acqua: «Il ricordo migliore è che alla fine sono stati fatti ad Arezzo ed io oggi vivo qui, e questa cosa è particolare perché mai avrei pensato di trasferirmi e di venire a vivere proprio dove sono diventato campione italiano assoluto. Tutto il contesto dei campionati assoluti italiani e la struttura delle Caselle poi erano molto piacevoli, a parte magari i campi che erano in una superfice molto particolare. Però è stato tutto molto carino.»

Bracciali: «Il più bel ricordo indubbiamente è legato alla finale vinta con Federico Luzzi: non solo per la vittoria in sé, perché all’epoca vincere una finale in casa con un altro aretino fu una gran gioia, ma chiaramente oggi che purtroppo Federico non c’è più, quella vittoria mi fa ricordare una persona che mi era molto cara e con cui avevo passato molte avventure, quindi legare il ricordo di quei campionati a Federico per me gli fa assumere un valore doppio».

Scorrendo l’albo d’oro ci si accorge che hai raccolto l’eredità di nomi molto importanti per il tennis italiano: Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta su tutti, ma anche Corrado Barazzutti, Lea Pericoli e molti altri.  È una competizione che offre ancora attrattiva da questo punto di vista?

Dell’Acqua: «Sinceramente, i nomi indubbiamente sono importantissimi, ma non sento di aver portato una vera e propria eredità perché erano tempi completamente diversi.»

Bracciali: «L’albo d’oro è di primissima qualità, tutti i giocatori, o quasi tutti, quando hanno vinto o poco dopo sono entrati nei top 100 o top 50, dagli anni di Barazzutti passando a Camporese, Pescosolido fino alle ultime edizioni è una competizione che è sempre stata di altissimo livello. Ora vediamo se sarà un’attrattiva per i giocatori italiani, io lo spero. Chiaramente per essere un torneo con i fari puntati servono alcune situazioni: oltre a quelle che ho detto prima riguardanti calendario e prize-money, serve che sia un torneo pubblicizzato che assuma importanza magari anche per i canali televisivi. Credo che se il torneo avrà tutte queste cose tornerà sicuramente di grande importanza per il tennis italiano».

Quando questa situazione particolare sarà finita e si tornerà al normale calendario, pensi che quest’appuntamento troverà collocazione e prestigio o è destinato a ricedere il passo?

Dell’Acqua: «Dipende sempre come lo si farà passare. Se la federazione farà passare questo come un appuntamento importante e creerà un evento come ha fatto con le Next-Gen e come ha fatto con tanti tornei a cui ha voluto dare importanza credo che si ricollocherà assolutamente. E credo che sia anche un buon momento per dargli valore a beneficio dei giocatori italiani, per far sentire il tennis in Italia ancora di più, per dare spazio non solo all’internazionalità di questo sport ma anche alla nazionalità.»

Bracciali: «Spero che quando si tornerà alla normalità quest’evento trovi la sua collocazione. Quindi che gli organizzatori e la federazione riescano a trovare una soluzione ideale per questo appuntamento perché sarebbe un peccato se questo finisse di nuovo sovrastato dal calendario internazionale. Mi auguro che torni ad essere complementare ai tornei e alla coppa Davis e che si trovino una data e le risorse giuste per poter far tornare i campionati italiani assoluti come un appuntamento fisso.»