Dal nostro inviato a Parigi
Alexander Zverev è l’ultimo campione del Rolex Paris Masters 1000 a Bercy. Supera Ugo Humbert in un’ora e 15 minuti, di cui 7 di toilet break del francese tra un set e l’altro, in una delle finali più brevi del torneo: soltanto Rafael Nadal aveva raccolto appena 4 giochi nel 2007 contro David Nalbandian, primo anno in cui anche le finali dei tornei ATP Masters Series (oggi Masters 1000) iniziano a disputarsi al meglio dei 3 set.
Il punteggio dice tutto, un doppio 6-2 senza appello. La differenza di calibro tra il numero 3 ed il numero 18 del ranking, tra un giocatore che più volte se l’è giocata per diventare numero 1 e uno che ancora non è mai entrato in top 10, è evidente. E poco può fare il pubblico a supporto dell’atleta di casa, la Marsigliese la possono cantare solo ad inizio partita.
Zverev vince il sorteggio e decide di ricevere. Humbert è da sùbito più propositivo, del resto lo sa che anche lui non ha alternative, deve evitare di lasciare spazio alle progressioni estenuanti da fondo del tedesco. Zverev al servzio è praticamente perfetto (alla fine cederà un solo 15 nel primo set) e già nel terzo gioco arriva il break in suo favore. Il francese si affaccia verso il suo angolo per raccogliere qualche suggerimento da Chardy, prezioso ieri ad inizio terzo set contro Khachanov. Ma Zverev è solidissimo nello scambio e che oggi ci sia davvero poco da fare lo conferma anche nella prima comparsa a rete, la volée oggi non si sbaglia. Humbert deve rischiare oltre misura per portare a casa un 15 che non sia punto diretto o quasi col servizio, perderà ancora una volta il turno di battuta e poco dopo, in 35 minuti, il primo set è andato.
Il francese va negli spogliatoi a schiarirsi le idee, la regia copre i 7 minuti di toilet break inquadrando il pubblico, famoso e non, sugli spalti e vediamo anche Gigi Donnarumma.
La pausa non serve però a granché. I primi due punti del secondo set sono la sintesi dell’approccio, teoricamente giusto, di Humbert: forzare il più possibile. Un doppio fallo e un ace. In pratica, però, dall’altra parte della rete c’è un muro di una qualità e solidità impressionanti, break immediato per Zverev, bissato poco dopo rimontando da 40-0. Al servizio è così tranquillo che con disinvoltura tira seconde a 180 Km/h. Non è scoccata l’ora e siamo 6-2 4-0. Zverev adesso deve solo gestire, nemmeno un pubblico più molesto del solito nell’ultimo gioco lo scompone, commette due dei pochissimi gratuiti odierni (9 in totale), ma a 30 tiene anche l’ultimo gioco che vale il titolo.
Diamo un po’ di numeri (le ATP Media Notes quotidiane ci aiutano non poco). Il ritorno al numero 2 del ranking è un dato già acquisito da ieri. Zverev conquista il secondo titolo del 2024 dopo Roma e diventa leader per vittorie in stagione, 66, superando Sinner, fermo a 65 (le sconfitte sono soltanto 6 per Jannik contro le 20 di Sascha). Il tedesco conquista il suo 7° titolo di categoria 1000 (in 12 finali), eguagliando Chang e staccando Medvedev. Zverev inanella la ventiseiesima vittoria consecutiva contro un mancino, serie iniziata al Roland Garros 2023. In conferenza stampa ha attribuito il merito di questa sua facilità contro tennisti mancini al fratello Mischa “Sì, giocare contro i mancini per me è probabilmente più naturale che contro gli altri perché sono cresciuto con mio fratello che è mancino, che è quello con cui mi sono allenato sempre”.
Per la Francia continua il digiuno di titoli Masters 1000 dalla vittoria di Tsonga a Toronto nel 2014 (a Parigi manca dal 2008, sempre Tsonga). Humbert interrompe dopo un anno esatto la serie di successi consecutivi indoor in patria, 13, l’ultimo ad averlo superato era stato proprio Zverev qui a Bercy lo scorso anno al secondo turno. Il francese perde la seconda finale consecutiva dopo Tokyo, dopo aver vinto le sue prime 6 finali disputate (eguagliando Gulbis e Klizan in questa statistica).
Per l’ultima cerimonia a Bercy (dal prossimo anno il torneo si trasferisce a La Défense Arena) viene chiamato a premiare Florent Manaudou. Scorrono le immagini dei vincitori delle 39 edizioni e il cerchio si chiude dove era iniziato, in Germania: Becker aveva vinto la prima edizione nel 1986, Zverev, scusandosi col pubblico, sarà l’ultimo ad alzare il trofeo alla Accor Arena.
Finale:
[3] A. Zverev b. [15] U. Humbert 6-2 6-2