“Significa il mondo, per tutto il duro lavoro che ho fatto nel corso degli anni, per tutti i sacrifici che ho fatto”. Con queste parole Alexei Popyrin ha commentato il trionfo più importante della sua carriera, il terzo a livello di circuito maggiore, il primo di categoria mille: 6-2 6-4 il punteggio con cui il tennista di origini russe nato a Sydney (25 anni compiuti lo scorso 5 agosto) ha superato nella finale di Montréal la testa di serie numero cinque del tabellone Andrey Rublev. Con questo successo, Popyrin diventa il quarto australiano di sempre ad iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro dell’Open del Canada, affiancando il proprio nome a quello dei leggendari Rod Laver (1970), John Newcombe (1971) e Pat Rafter (1998). Inoltre, riporta in Australia un titolo mille che nella terra dei canguri mancava da oltre vent’anni, ovvero da quando Lleyton Hewitt vinse nel 2003 ad Indian Wells.
Arrivato all’ultimo atto da sfavorito, Popyrin ha avuto il merito di reggere la pressione del momento, dell’appuntamento con la storia, esprimendo per almeno un set e mezzo il miglior tennis della sua carriera. Di contro, un Rublev che pure in conferenza stampa si era aperto parlando delle sue difficoltà passate, non è sembrato in grado di gestire il pronostico, di cogliere la ghiotta occasione presentatagli quando (dopo aver eliminato il numero uno del mondo nonché detentore del titolo Jannik Sinner) si è ritrovato ad essere la più alta testa di serie rimasta a giocarsi il titolo.
Visibilmente teso, il moscovita classe 1997 ha aperto la finale cedendo la battuta a zero con due doppi falli consecutivi. Alternando le consuete accelerazioni di dritto ad errori evitabili, Andrey (anche per merito dell’ottimo rendimento al servizio dell’australiano – 72% di prime in campo nella prima partita, contro il 38% del russo) non è riuscito a rientrare nel set, mancando due chance nel quarto gioco. Nel game successivo, invece, si è reso protagonista di un doppio fallo ed altri due evidenti gratuiti dal lato destro che hanno consegnato a Popyrin il secondo break di vantaggio (1 a 4), consentendo ad Alexei di chiudere agevolmente il primo set con un vincente di dritto in lungolinea messo a segno dopo una gran prima esterna: 6-2 in 35 minuti.
Il toilet break non ha riportato la serenità a Rublev, che con l’ennesimo errore di dritto ha subito concesso due chance di break (15-40); il russo si è salvato una prima volta poi, costretto a giocare una seconda di servizio, è stato trafitto dalla risposta vincente di dritto scagliata in lungolinea da Alexei. Da metà set, forse per un calo fisico, forse per l’approssimarsi del traguardo, il venticinquenne di Sydney ha abbassato il suo rendimento, perdendo per la prima (ed unica) volta nel match la battuta. Agguantata la parità (3 a 3) il moscovita non ha però avuto la capacità di spostare l’inerzia della finale a suo favore, subendo l’immediato contro break (vincente in lungolinea di Popyrin giocato con il dritto dopo un’ottima risposta) che ha riportato l’australiano sui binari della vittoria. Senza concedere più nulla nei successivi due turni di battuta, ancora con un dritto in lungolinea Alexei si è andato a prendere il titolo al terzo match point a disposizione: 6-2 6-4 in 1 ora e 29 minuti.
Arrivato a Montréal da numero 62 del mondo, Popyrin lascia il Canada con il best ranking (n. 23 della classifica ATP) e con un titolo che da solo può valere una carriera, o magari essere l’inizio di una nuova dimensione. Ma adesso è troppo presto per dirlo.
ATP MONTREAL 2024 – Finale
A. Popyrin b. [5] A. Rublev 6-2 6-4