ATP Maiorca – Dopo aver ospitato per quattro anni il circuito femminile (dal 2016 al 2019), nella maggiore delle isole Baleari va in scena per il secondo anno consecutivo un torneo ATP di categoria 250. Tornato sull’erba del Mallorca Country Club per difendere il titolo conquistato dodici mesi fa, il leader della classifica mondiale (nonché numero uno del seeding) Daniil Medvedev si è però visto sbarrare la strada ai quarti di finale dal beniamino di casa Roberto Bautista Agut, unico spagnolo rimasto in corsa dopo le premature eliminazioni di Jaume Munar e Pablo Carreno Busta.
Il trentaquattrenne iberico numero venti al mondo (che in febbraio, sul cemento di Doha, aveva messo in bacheca il decimo titolo) si è conquistato poi la ventesima finale nel circuito superando il sorprendente svizzero Antoine Bellier, partito dalle qualificazioni. A dividere con lui il palcoscenico dell’ultimo atto il numero due del tabellone Stefanos Tsitsipas, giunto alla ventunesima finale in carriera (la prima su erba).
Dopo aver bissato ad aprile il successo ottenuto un anno fa al Master 1000 di Montecarlo, il giovane greco di madre russa (24 anni il 12 agosto) sembrava destinato a ripetere l’entusiasmante stagione su terra rossa che aveva caratterizzato il suo 2021. Al di là dei più che lusinghieri risultati (semifinale a Madrid, finale a Roma), Stefanos è parso comunque esprimersi al di sotto dei suoi standard di gioco. Prestazioni altalenanti che hanno avuto il loro culmine nel Roland Garros, dove Tsitsipas si è lentamente inabissato fino all’inaspettata eliminazione per mano di Holger Rune.
Dopo aver pagato dazio alla maggiore attitudine all’erba di Andy Murray (a Stoccarda) e Nick Kyrgios (ad Halle), il tennista ateniese è sbarcato a Mallorca per cercare (in vista di Wimbledon) le giuste sensazioni sulla superficie che fin qui gli ha regalato meno soddisfazioni in carriera. Due i precedenti, entrambi sul cemento ed a favore del numero 6 del mondo.
Parte bene in risposta Stefanos che, trovando angoli e profondità, comanda lo scambio e conquista il primo punto del match. Due errori consecutivi dello spagnolo (una volée ed un dritto spediti in rete) portano alle prime tre (consecutive) palle break: aiutato dal nastro sul dritto inside out, Tsitsipas mette a segno la seconda chance per strappare il servizio in apertura a Bautista.
Dopo aver tenuto la battuta, il greco ricomincia a martellare dalla risposta e, grazie ad un vincente di dritto, si regala altre tre opportunità (0-40); come nel primo game Bautista si salva una prima volta, poi va fuori giri con il dritto: 3 a 0 (con doppio break) dopo appena dodici minuti. Se lo spagnolo fatica ad entrare in partita, dall’altra parte del campo Tsitsipas è un treno lanciato in corsa. Efficace con l’elegante rovescio ad una mano ed incisivo con il dritto, Stefanos mette sotto pressione l’aversario scendendo a rete con continuità (4 a 0).
Mentre ci si chiede come possa lo spagnolo provare a scompaginare i piani del greco, Tsitsipas ha un improvviso, oltreché inspiegabile, calo di concentrazione che riporta Bautista a contatto (3 a 4). I tre game consecutivi vinti dallo spagnolo non cambiano però l’inerzia del set: Stefanos, rimasto con un solo break di vantaggio, torna in sé e chiude il primo parziale in 39 minuti con il punteggio di 6 giochi a 4.
Bautista inzia meglio il secondo set, ma capitola già al terzo gioco: dopo aver salvato due palle break (non consecutive), si arrende prima ad una risposta di dritto in lingolinea del greco, poi non riesce a difendersi dal successivo passante di rovescio mandando in rete una volée alta piuttosto complicata da gestire. Potrebbe essere il colpo del ko, ma lo spagnolo non appare intenzionato ad alzare bandiera bianca. Tutt’altro.
Nel sesto game due errori consecutivi (uno col dritto, l’altro con il rovescio) del greco (15-40) rimettono in corsa Bautista, che sfruttando una seconda di servzio di Tsitsipas trova una risposta profonda con il dritto che vale l’aggancio sul tre pari. Il greco non la prende bene e, tradito dalla prima di servizio, perde la battuta anche nell’ottavo gioco (3 a 5). Bautista contiene la reazione furente di Stefanos e con un ace esterno da sinistra si aggiudica il quinto game consecutivo che vale il set: 6-3 in 41 minuti.
Nel terzo game un gran dritto in corsa di Tsitsipas porta il game ai vantaggi; il greco arriva poi sulla palla corta di Bautista e trova il pallonetto vincente di rovescio: palla break che (con la complicità del nastro) Stefanos tramuta in oro vincendo il successivo duello a rete che lo fa volare sul 3 a 1. Potrebbe essere la svolta, ma lo spagnolo (con tutta la tenacia che ne ha contraddistinto la carriera), quando tutto sembra finito con il greco a servire per il match, aiutato da un rimbalzo anomalo sulla sua risposta recupera il break di svantaggio nel nono game ed aggancia l’avversario in quello successivo (5 a 5).
Tsitsipas inizia il tie break con una prima vincente ed un dritto che bacia la linea. Soprattutto, sale ad un livello (più consono al suo talento) inarrivabile per Bautista che alla fine cede alla maggior classe di Stefanos: 6-4, 3-6, 7-6 (2) il punteggio che, dopo 2 ore e 31 minuti di battaglia (non sempre spettacolare, ma certamente intensa), sancisce la (sofferta) vittoria numero quaranta in stagione del tennista di Atene.
Il trionfo ai Mallorca Championships è il nono titolo che va ad impreziosire la bacheca di Tsitsipas, il secondo stagionale, il primo sull’erba. Ora c’è Wimbledon, dove Stefanos non è si mai spinto oltre gli ottavi di finale. Se non è ancora arrivato il momento della definitiva esplosione di una carriera comunque già notevole, dal vincitore delle Finals 2019 (per le indiscusse doti atletiche e qualità tecniche) sembra lecito attendersi sempre qualcosa in più.