Continua il sogno di Jiry Vesely che dopo aver battuto Novak Djokovic, Roberto Bautista Agut e Marin Cilic, ha sconfitto in rimonta Denis Shapovalov 6-7 7-6 7-6 raggiungendo il traguardo più importante della sua carriera condita di alti e bassi dopo la brillante strada percorsa da juniores che lo ha visto numero uno nel 2011. Partito da numero 123 del mondo e dopo aver superato le qualificazioni, il ceco è il giocatore con la classifica più bassa ad aver mai raggiunto la finale a Dubai e sarà Andrey Rublev, a caccia della quinta vittoria in un ATP 500, a cercare di fermarlo nella finale di domani in programma alle 16.00 ora italiana.
Nel primo set Shapovalov ha fatto e disfatto ma è riuscito a limitare i danni imponendosi al tie break. Vesely è partito per primo al servizio tenendo il suo turno a zero e poi senza fare niente di speciale si è trovato il break di vantaggio in mano. Il canadese non ha messo prime in campo, ha fatto errori con tutti i fondamentali e ha ceduto il servizio con un doppio fallo. C’è sempre da mettere in conto che quando Shapovalov gioca il suo tennis fatto di invenzioni, accelerazioni vincenti improvvise e tanto, tanto talento nelle giocate istintive che si rivelano decisive, non lascia spazio ai suoi avversari. E così è risalito mettendo a segno il contro break nel quinto game dominando con il dritto e poi si è imposto al tie break dopo una lotta punto a punto.
La lotta è continuata serrata nel secondo parziale, i servizi sono stati decisivi e la sfida mancina dritto su dritto non ha avuto un dominatore fino al tie break che questa volta ha premiato Vesely. Il corso degli eventi non è mutato nel terzo parziale con il servizio a dettare sempre legge e battaglie dure nei pochi scambi che si sono sviluppati sulla diagonale del dritto. Nel settimo game Vesely ha iniziato ad accusare la pressione del suo avversario più solido nella gestione degli scambi ma è riuscito a trovare soccorso nel servizio salvando una palla break. Da quel momento l’andamento della partita ha perso ogni filo logico. Shapovalov si è esaltato e ha messo a segno il break ma al momento di servire per chiudere il match si è perso e ha rimesso in gioco Vesely. Ristabilito l’equilibrio, due turni di servizio rapidi hanno portato i giocatori al tie break che ha visto Shpovalov cedere un mini break in apertura con un doppio fallo. Vesely è stato bravo a cogliere l’attimo e a chiudere la partita senza concedere più nulla.
Se Andrey Rublev non perde il primo set non inizia a giocare e anche oggi, dopo le due rimonte messe a segno nei turni precedenti, ha dovuto ricorrere al terzo set per superare Hubert Hurkacz e raggiungere la settima finale in carriera in un ATP 500, la seconda consecutiva a Dubai.
Il primo set si è deciso nelle battute iniziali. Dopo aver tenuto il proprio servizio, seppur con qualche difficoltà, Hurkacz ha preso subito quello di Rublev, il quale ha commesso una pasticcio sulla palla break sbagliando una volée di dritto clamorosa dopo essersi aperto il campo dominando lo scambio con il dritto. Il resto del parziale ha poco da raccontare. Il polacco ha servito in modo impeccabile piazzando dieci ace, il 78% di prime palle per la maggior parte vincenti, ha concesso solo tre punti con la prima e altrettanti con la seconda senza mai permettere al russo di creargli problemi e ha chiuso velocemente 6-3.
Nel secondo set Rublev ha servito molto meglio ottenendo tanto dalla prima e ancor più dalla seconda e Hurkacz ha continuato a tenere il suo ritmo implacabile. Si è giocato poco, Rublev ha fatto suoi gli scambi dominati con il dritto e Hurkacz quelli in cui è riuscito a prendere il sopravvento spingendo sulla diagonale sinistra. Nel quarto game il polacco ha accusato il primo calo al servizio e Rublev si è preso la prima palla break che però non ha potuto giocare travolto da una prima vincente del suo avversario. Rublev ha accusato il colpo e, preso dalla frenesia, ha commesso qualche errore di troppo trovandosi ad affrontare una palla break nel game successivo annullata però con un gran punto giocato con il potere del dritto. Lo stesso che dopo un dominio dei giocatori al servizio durante il quale si è giocato poco, ha permesso al russo di mettere a segno il break nel dodicesimo game prendendosi il set.
Dopo un’ora e un quarto di gioco a testimonianza della rapidità della partita, è cominciato il set decisivo che ha offerto le emozioni mancate nei primi due. Il servizio ha continuato ad essere decisivo ma Rublev ha mostrato qualcosa in più negli scambi da fondo e nel terzo game, ogni volta che è riuscito a far partire lo scambio, ha messo in croce il polacco procurandosi quattro palle break. In tutte le occasioni però Hurkacz ha messo in campo ace e prime vincenti e si è salvato. Rublev ha accusato il colpo e, preso dalla frenesia, ha commesso qualche errore di troppo trovandosi ad affrontare una palla break nel game successivo annullata però con un gran punto giocato con il potere del dritto. Il servizio è tornato prepotentemente a dominare la scena e i giocatori sono arrivati inevitabilmente al tie break, condizionato anch’esso dal colpo di inizio gioco. Nell’ottavo punto un dritto fuori di Hurkacz non è stato chiamato, Rublev non ha avuto la prontezza di chiamare il falco che gli avrebbe garantito il mini break ma il tennis, anche se è uno sport maligno, alla fine rende giustizia. Rublev ha continuato imperterrito a spingere e dritto dopo dritto, in crescendo di potenza e precisione, ha strappato il servizio al polacco, si è preso tre match point e ha chiuso conti.
Semifinali:
[2] A. Rublev b. [5] H. Hurkacz 3-6 7-5 7-6(5)
[Q] J. Vesely b. [6] D. Shapovalov 6-7(7) 7-6(2) 7-6(3)