di Ciro Battifarano
Dopo due ore e mezza di una battaglia dai continui cambi di fronte, le lacrime di Bernard Tomic, tornato a conquistare un titolo ATP dopo due anni e mezzo, si mescolano alla pioggia che inizia a cadere a Chengdu.
Troppi i pensieri del finale di stagione che forse si sono affollati nella testa di Fabio Fognini durante la finale odierna: un best ranking che si può migliorare, le ATP Finals che potrebbero non essere proprio una chimera, 4 titoli in una sola stagione (sarebbe stato record per un italiano). O forse semplicemente Fabio. I quattro match point sprecati da Fognini nel tie-break decisivo potrebbero probabilmente bastare a sintetizzare la sua ennesima occasione sprecata.
Dall’altra parte della rete oggi aveva un avversario che di sicuro non è l’ultimo arrivato, tale Bernard Tomic che sembra aver ritrovato la voglia di giocare e dopo il titolo Challenger a Maiorca qualche settimana fa, conquista, partendo dalle qualificazioni, la ricca corona del torneo di Chengdu. Un Bernard Tomic che, pur stanco in chiusura di partita, sfodera la classe che ce lo ha fatto ammirare ad alti livelli qualche anno fa e riesce a chiudere una partita che sembrava ormai persa . Dopo essere sprofondato oltre la duecentesima posizione in classifica, tornerà da lunedì prepotentemente in top 100, al numero 76.
Tomic gioca un match a livello continuo e costante e nel primo parziale approfitta di un Fognini decisamente non concentrato, che spreca tutte le occasioni che gli si presentano, lasciandosi irretire dalla tela dell’australiano, che da fondo lavora bene la palla con il rovescio slice. Fabio si scuote nel secondo parziale, diventa più propositivo e riesce a portarsi avanti di un break. Il servizio di Fabio però non gira molto in giornata e, tradito dal rovescio nel gioco successivo, cede il vantaggio e si accanisce contro l’inerme racchetta (forse il record delle racchette spaccate non è del tutto compromesso). Tomic è costante, l’andamento del secondo parziale è dettato soprattutto dagli alti e bassi di Fognini che però riesce a portarsi avanti di nuovo avanti nell’ottavo gioco e, con qualche tentennamento di troppo (su tutto un’inguardabile volée alta), a conquistare comunque il set.
Tomic inizia a mostrare segni di stanchezza e Fabio parte conquistando il break in apertura del set decisivo. Ma ancora una volta si spegne, adesso è il dritto a non andare. Tomic regala dal canto suo qualche pezzo incantevole del suo repertorio (da segnalare un passantino stretto di rovescio superbo) e ribalta la situazione. Il suo gioco da fondo però non è più efficace come ad inizio partita e consente a Fabio di rientrare subito nel match. Dal tre pari non si registrano scosse e si arriva al tie-break. Tomic, dopo un buon inizio, subisce l’iniziativa dell’azzurro che si porta a servire sul 6-3. Il primo match point sfuma con un doppio fallo, il secondo Fabio paga un eccessivo attendismo ed un nastro che accomoda il dritto di Tomic poco al di là della rete, il terzo lo annulla un ace dell’australiano. Sull’ennesima parità forse il punto più bello, 26 colpi giocati ad alta intensità e chiusi da un rovescio largo di Tomic. Fabio ha la quarta occasione ma la prima non entra e il punto lo regala con un erroraccio di dritto, replicato poco dopo. Tomic serve bene sul suo primo match point e al secondo sventaglio di dritto può esultare per il suo ritorno, speriamo lungo, nel tennis che conta.
B. Tomic b. F. Fognini 6-1 3-6 7-6(7)