da Parigi, Ciro Battifarano
Novak Djokovic vince la sfida numero 47 contro Roger Federer in tre set di tennis spettacolare.
[2] N. Djokovic b. [3] R. Federer 7-6(6) 5-7 7-6(3)
La sfida n. 47 tra Novak Djokovic e Roger Federer vede la Accor Hotels Arena di Parigi piena come un uovo. Djokovic conduce 24-22 nei precedenti, ha vinto gli ultimi 3. Il bilancio è in pareggio sulla terra battuta (4 successi a testa), una vittoria in più per Djokovic su erba (2-1) e sul duro (18-17). Indoor gli incontri sono stati nove, anche in questo caso Djokovic vanta un successo in più. Federer si consola con il maggior numero di set vinti (69 a 65). Il pubblico è impaziente di vedere in campo due dei tre fenomeni che dominano la scena del tennis contemporaneo. Se qualcuno pensava che si trattasse di una formalità, con Federer che magari marcava presenza per onorare l’impegno, non conosce lo spirito che anima i veri campioni, quali sono i due che occupano il campo centrale di Bercy quest’oggi.
La partita potrebbe avere infinite chiavi di lettura, tutte positive, ma la chiave comune a tutte è di sicuro che oggi abbiamo assistito ad un match di puro spettacolo. Entrambi i giocatori hanno dato il massimo e fatto vedere il meglio di quello che sono in grado di fare. Alla fine uno dei due doveva uscirne vincitore e l’altro sconfitto. Lo sconfitto è per la venticinquesima volta Roger Federer, ma gli va tributato l’onore delle armi per aver giocato alla pari per tre ore contro un Novak Djokovic che adesso – non ieri, non negli ultimi 4 mesi – si può dire essere tornato il dominatore che abbiamo visto nel 2011 e a cavallo tra 2015 e 2016.
Entrambi sono entrati in campo super concentrati. Federer più ponderato e meno istintivo di come lo avevamo visto contro Fognini e Nishikori. Aspetta l’occasione giusta. Anche se all’inizio può sembrare che stia lasciando troppo l’iniziativa a Djokovic, così non è. Quando si tratta di accelerare, anche negli scambi da fondo ancora può dire abbondantemente la sua. Djokovic dal canto sua è implacabile, profondo, difende e spinge, cerca di tenere Federer sul rovescio, ma anche sulla diagonale del dritto non si tira indietro per dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che non ha punti deboli. Il serbo si procura la prima palla break già nel secondo gioco, con Federer che non ingrana ancora con la prima di servizio, ma non riesce a trasformare. La partita prosegue a suon di vincenti da entrambe le parti. Se Federer brilla come al solito per spettacolarità ma anche per efficacia, Djokovic forse ha qualcosa in più, c’è di nuovo quel sentore di infallibile. Nell’ottavo gioco si procura ancora palle break, ben 4. Federer annulla con merito le prime 3, sulla quarta la dea bendata gli fa parare a rete un colpo che miracolosamente resta in campo. Si va avanti ancora in parità fino al tie-break. Roger riesce due volte a portarsi avanti di un minibreak ma Nole, fulminante in risposta, recupera. Federer è comunque il primo ad arrivare a set point sul 6-5 ma sulla seconda di Djokovic non osa. Djokovic ha la sua occasione sul 7-6 ed un rovescio largo di Roger gli consegna, dopo un’ora e dieci minuti (quanto è durata l’intera prima semifinale), il primo parziale.
Il popolo dei dubbiosi potrebbe pensare che Roger a questo punto molli la presa, invece nel secondo set entra in campo ancora più concentrato. Il ritmo è ancora più alto, Novak ha sùbito due palle break, ma Federer dà sfoggio del miglior repertorio per annullarle. Roger se ne procura finalmente una, la prima dell’incontro per lui, nel gioco successivo, sfondando col dritto, ma dall’altra parte non c’è voglia di lasciare nulla. Riprendono entrambi pieno possesso del proprio servizio e bisognerà apsettare l’undicesimo gioco per vedere qualche spiraglio di muovere il punteggio da parte di chi risponde. Roger sbaglia uno smash e non solo e offre un’altra occasione all’avversario che, trasformando, andrebbe a servire per il match. Federer annulla venendo a rete e si porta avanti 6-5. Qui il primo momento di distrazione di Djokovic. Con un paio di errori si trova sotto 15-40 e sulla prima palla break subisce la risposta di Federer che chiude poi con un micidiale dritto lungolinea. Dopo più di due ore siamo al punto di partenza, un set pari.
Anche nel terzo set Federer si trova a dover fronteggiare subito due palle break. Sulla prima piazza un ace. Sulla seconda ancora la dea bendata gliela accomoda sul nastro, lasciando senza parole Djokovic. Adesso però la stanchezza, sarebbe strano il contrario, finalmente si fa sentire un po’, Federer in risposta è assente. I due restano quindi ancorati al servizio fino al nono gioco quando è ancora il nuovo numero del mondo a procurarsi due palle break, anche grazie ad un Federer un po’ frettoloso. Il servizio però pone ancora rimedio e Nole spacca la racchetta in terra, guadagnandosi anche oggi il suo warning quotidiano. Niente di fatto, si arriva al tie-break. Federer mette a segno il primo punto, ma poco può in risposta e sul suo servizio regala due minibreak a Djokovic che si invola sul 6-1. Il tempo di un altro ace per Roger e l’ultimo punto a rete, prima che Djokovic chiuda alla terza occasione utile.
L’atmosfera è quella di una finale, della partita dell’anno, come il derby tra Roma e Lazio: vinto quello che importa del campionato? E invece domani Djokovic avrà davanti l’ultimo ostacolo- Karen Khachanov, vincitore contro Thiem nella prima semifinale – e siamo sicuri lo affronterà con la fame e la voglia di un debuttante. I due si sono incontrati solo una volta, quest’anno a Wimbledon. Vittoria di Djokovic in tre set.