Atp 500 Rotterdam: Federer torna sul tetto del mondo, è di nuovo numero 1 dopo cinque anni!

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Dal nostro inviato a Rotterdam, Fabrizio Salvi

 

Certi record sono fatti per essere battuti e i numeri scavalcati da altri ancora più prestigiosi e, in un certo senso, immortali. Roger Federer l’ha fatto. Ha oltrepassato le mura dell’età e del logorio fisico arrivando dritto alla strada che porta verso la consacrazione eterna. In certe serate ci deve essere una comparsa e il destino non poteva essere più benevolo. Robin Haase, olandese e buon compagno di allenamenti da una vita, non ha potuto opporsi alla festa, ma ne è stato privilegiato co-protagonista.

 

LA PARTITA. C’è stata e ha avuto due volti. Nel primo set Robin Haase ha contribuito ad alimentare un bello spettacolo e, dopo essersi salvato dal break iniziale, ne ha sorprendentemente ottenuto uno a suo favore e ha chiuso il primo set per 6 giochi a 4. Gli altri due parziali, invece, sono stati a senso unico, complice qualche fastidio fisico che l’olandese ha manifestato nel corso dell’incontro. E poi il momento che tutti aspettavano. Il doppio fallo di Haase, le braccia al cielo e l’ingresso di Richard Krajicek che gli ha consegnato il numero 1. Standing ovation dei 14.000 della Ahoy Rotterdam.

 

CONSACRAZIONE SHORT TERM? 20 Slam, 303 settimane da leader del ranking e numero 1 Atp raggiunto all’età di 36 anni, 6 mesi e 8 giorni, il più attempato di sempre seguito da Andre Agassi che lo diventò a 33 anni e spiccioli. Magari starà li solo per qualche giorno – Acapulco e Nadal incombono -, magari per qualcosa di più. In ogni caso è un evento speciale, per lui e per tutto il mondo Federer che gli ruota intorno, a partire dallo staff e dalla famiglia.

 

IVAN LJUBICIC, LA CHIAVE DELLA TESTA DI ROGER. Se The King è tornato nel suo posto dopo cinque anni e mezzo di assenza – l’ultima volta era il 29 ottobre 2012 -, il merito è da condividere anche con gli altri del suo staff. Senza che ce ne vogliano i vari Severin Luthi e Pierre Paganini, va comunque esaltato il genio di Ivan Ljubicic, italiano d’adozione e coach in carica da inizio 2016, entrato in sostituzione di Stefan Edberg dopo l’unica stagione senza titoli nella carriera di Roger. Difficile dire se senza di lui tutto questo sarebbe successo, ma lui c’era e ha trovato la chiave per accedere alla cassaforte più preziosa, la testa di Roger; Dal cambiamento sul lato del rovescio, allo stile di allenamento che lo ha portato ad esaltare le qualità del suo allievo, Ivan ha saputo convincere Federer a cambiare quando non era più un ragazzino. Si sono messi l’uno nelle mani dell’altro e il binomio è stato quanto mai fruttifero. Tre Slam, tre Master 1000, due Atp 500 e, adesso, la riconquista della prima posizione mondiale.

 

ALTRI NUMERI. Come se già non bastassero questi numeri roboanti, va anche aggiunto che Federer è riuscito a tornare sul tetto del mondo 14 anni dopo la prima volta, era il 2004, e questo lo rende l’unico uomo nella storia del tennis maschile ad averlo fatto a così tanti anni di distanza.

 

PROSSIMO TRAGUARDO. La corsa folle delle statistiche non si fermerà certo oggi. Ci sono tre numeri che messi insieme intrigano la fantasia dei cronisti e, come ammesso in conferenza stampa, dello stesso Roger. 100 titoli Atp. Adesso l’elvetico è a quota 96, a quattro titoli di distanza e, chissà, già domenica potrebbe iniziare ad avvicinarsi un po’ di più.

 

Nonostante il proliferare di nuovi profili e differenti talenti, Roger Federer è un punto fermo del tennis. Oggi ha riscritto la storia di questo sport e sono numeri che rimarranno in incisi per sempre.

 

“Questo momento significa molto per me. – spiega Federer – Di sicuro ho avuto un buon inizio, ma la stagione è lunga ed essere numero 1 a fine stagione sarà complicato. – continua l’elvetico – L’obiettivo adesso è quello di vincere questo torneo e, forse, di conquistare il titolo numero 100 Atp. Ho vinto 20 titoli Slam ed è già molto, proverò a difendere quello che ho fatto lo scorso anno”. 

 

Il risultato:

 

[W/1] R. Federer b. R. Haase 46 61 61