Alla scoperta di: Bianca Vitale, da Bologna a Miami con tanti sogni nel cassetto

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Di Adamo Recchia

 

Dopo Elena Pellegrini, andiamo oggi alla scoperta di un’altra tennista che ha scelto di trasferirsi negli Stati Uniti dove alterna lo studio al tennis. Parliamo della diciottenne bolognese Bianca Vitale che da un anno e mezzo studia e si allena al Broward College in Florida.

Bianca, quando hai avuto il primo approccio con il tennis?

Non ricordo esattamente l’età in cui ho iniziato a giocare a tennis. Non ho mai praticato e non ho mai avuto nessun interesse in altri sport che non fossero questo. Mio padre era direttore e maestro in un circolo quando avevo 4/5 anni, per questo motivo ero sempre lì tutti i pomeriggi ed è da lì che è iniziato il tutto.

Quando hai maturato la scelta di trasferirti negli Stati Uniti?

Nel passaggio dalla scuola media al liceo. Facevo un pò fatica a conciliare tenni s e studio avendo scelto un liceo scientifico pubblico, e ho capito che 5 anni così non ce l’avrei fatta, ma tenendo molto alla scuola e alla mia istruzione mi è venuto in mente di fare l’esperienza negli Stati Uniti dove si studia e ci si allena a un buon livello.

Come mai non hai ancora un ranking internazionale?

Ora come ora non ho un ranking perchè è da un anno e mezzo che essendo al college qui negli Stati Uniti, è contro le regole giocare tornei al di fuori della nostra conference, quindi quest’estate quando sono tornata tre mesi in Italia ho potuto solo allenarmi. L’estate prossima visto che cambierò università potrò fare tutti i tornei che voglio. Ero 2.5 in Italia un anno e mezzo fa e poi non ho più fatto tornei li quindi penso che quest’anno retrocederò. Qui negli Stati Uniti l’anno scorso ero prima della mia conference NJCAA visto che ho vinto i National. 

Che obiettivi ti poni per il 2018?

Per l’anno prossimo innanzitutto i miei obiettivi sono quelli di fare una bella stagione nel mio college da gennaio a maggio, in più cosa a cui tengo tanto, mi piacerebbe d’estate girare e provare a prendere qualche punto WTA, cosa che non mi è stata possibile l’anno scorso perchè per i primi due anni la mia università non ti permette di giocare tornei con montepremi.

Quale successo ricordi con maggior piacere?

Il titolo che mi ricordo con più piacere è stato a maggio di quest’anno quando in Arizona ho vinto i National nel tabellone di singolo. Devo ammettere che nessuno se lo aspettava, ho giocato per tutta la settimana al mio massimo e sono riuscita a portare la vittoria al mio college nella fase finale con tutti i junior college degli Stati Uniti.

Quale è il tuo colpo migliore e quale pensi di poter migliorare?

Il mio colpo migliore penso sia il rovescio. E’ il colpo sul quale ho più fiducia e mi sento sicura in partita; su uno scambio lungo non sono io quella a sbagliare. Anche se penso questo, alla fine la maggior parte dei vincenti che faccio sono di dritto quindi non so quale sia più efficace. Una cosa positiva degli Stati Uniti è che si allena tanto il servizio e il gioco a rete. Il mio servizio è sempre stato il mio punto debole, mentre invece qui lo sto migliorando tanto e sto migliorando tanto anche la visione di gioco in doppio perché qui è considerato molto importante.

La superfice da te prediletta?

La mia superfice preferita è il cemento. In tutte le università degli Stati Unitia i campi sono perfetti per me perché sono in cemento puro. Non troppo veloci e neanche troppo lenti.

Raccontaci dove ti alleni e chi fa parte del tuo staff.

Mi alleno con la squadra dell’università al Broward College, in Florida, a 20 minuti da Miami. Nel nostro staff c’è la coach principale, due assistenti coach, due preparatori atletici e in più fisioterapista, medico e manager. E’ tutto molto organizzato, abbiamo allenamento tutti i giorni alle 6,30 di mattino, in modo che abbiamo il pomeriggio libero per le lezioni.