Foto di Regina Cortina
Di Roberto Ramazzotti
A tu per tu con Andrea Arnaboldi, nato a Milano nel 1987, residente a Cantù. Professionista dal 2006, attualmente occupa la 230ma posizione del ranking ATP.
“Vorrei intanto ringraziarvi e salutare tutti i vostri lettori”
Grazie a te Andrea per la disponibilità. Raccontaci le prime esperienze del 2018: i sedicesimi raggiunti al Challenger di Bangkok e le qualificazioni al main draw dell’Australian Open. Prime sensazioni? Ti aspettavi di più?
“Sono state due trasferte impegnative a livello di viaggi e condizioni climatiche. Ho vinto un buon match a Bangkok contro Trunghelliti esprimendo un buon tennis, cosa che purtroppo il giorno dopo non sono riuscito a replicare contro Rola. Passando agli Australian Open, purtroppo il match mi è scappato via troppo in fretta; Ok, lui giocava molto bene e serviva davvero bene, ma io ho fatto troppo poco per metterlo in difficoltà. Diciamo che mi aspettavo di fare di più! Però la stagione è lunga e continuo a lavorare duramente”
In occasione dell’evento per la celebrazione del 70° compleanno della nostra Costituzione ti abbiamo visto nel video “Di sani principi” leggere parte dell’art.11: raccontaci l’emozione che hai provato.
“E’ stata davvero una grande emozione poter partecipare anche solo con il video, poiché ero già in viaggio per l’Australia e quindi non potevo essere presente a Roma. Un grande onore da sportivo e da italiano poter partecipare a questa iniziativa del Senato della Repubblica. Fiero di essere italiano!”
Tutti ricordano il tuo match record alle qualificazioni del Roland Garros 2015 dove hai ha vinto contro Pierre-Hugues Herbert il match al meglio dei tre set più lungo della storia del tennis maschile (per durata e game disputati) durato ben 4 ore e 30 minuti. La sogni ancora quella partita? Se quel match fosse stato giocato con le nuove regole sperimentate alle Next Gen ATP Finals secondo te come sarebbe finito e quanto sarebbe durato?
“Quella partita è unica e lo rimarrà per sempre. Ricordo ancora benissimo ogni momento e mi capita spesso di parlarne. Con le nuove regole Next Gen la partita sarebbe durata sicuramente molto meno, ma un bel 5-4 al 5° non ce lo toglieva nessuno!! (ridendo n.d.a.)”
Cosa pensi delle nuove regole viste alle Next Gen Finals? Quale applicheresti per prima?
“Penso che sia stato davvero un bell’esperimento e la cosa bella è che si arriva subito al momento “caldo” del set. La prima regola che applicherei è quella del coaching”
Secondo te tra i giovani tennisti visti alle Next Gen Finals quale sarà la sorpresa del 2018?
“Personalmente mi piace molto Shapovalov, forse perché è mancino con rovescio a una mano e mi rivedo molto in lui a livello tecnico. Un altro giocatore che mi piace e apprezzo è Chung. Penso che entrambi nei prossimi anni faranno bene con grandi risultati”
Che consigli daresti ai giovani? E in particolare a tuo cugino Federico?
“Consiglio di lavorare tanto e duramente, in particolare sull’aspetto mentale e sulla crescita personale. Di migliorare sempre il proprio tennis e di concentrarsi sul giocare al massimo un punto alla volta”
Illustraci i tuoi programmi per il 2018, visto che l’età media dei top player si è alzata, sei pronto per entrare nella tanto desiderata top 100?
“Si sono pronto; penso di avere le capacità per raggiungere l’obiettivo. Ora, lo devo volere fortemente!”
Che cosa hai secondo te da migliorare per il futuro: la parte tattica, tennistica o la situazione mentale?
“Penso che i tre aspetti vadano di pari passo. Lavoro quotidianamente per migliorare ogni aspetto in egual modo”
C’è un colpo o una particolare tattica di gioco su cui focalizzerai i tuoi allenamenti?
“Sicuramente sul servizio e la risposta perché sono l’inizio del gioco e colpi che sono diventati imprescindibili nel tennis moderno”
I tuoi prossimi impegni?
“Giocherò un 25.000$ in Germania, poi una settimana di allenamento. La settimana successiva giocherò poi il Challenger di Budapest. Il resto della programmazione lo deciderò nei prossimi giorni.