Il secondo appuntamento della nostra rubrica (leggi qui il primo) si muoverà ancora in linea “teorica”. Prima di passare, nelle prossime settimane, all’analisi tecnica e biomeccanica dei colpi, anche oggi andiamo ad analizzare l’importanza dell’impostazione tecnica, e dello sviluppo tecnico in un giocatore di tennis, qualunque sia il suo livello.
La tecnica come detto, é una delle abilità principali, forse la più importante per un tennista. Permette di essere padroni del proprio gioco, essere padroni del campo, gestire le situazioni, permette di avere consapevolezza dei propri mezzi, essere coscienti e consapevoli di saper fare quel determinato colpo, quel determinato gesto, essere capaci di portare a termine quell’azione di gioco ed imbastire una precisa idea di gioco, al servizio del proprio potenziale tecnico.
Chiaramente non basta solo questo. Vanno aggiunte molte altre capacità, tattiche, fisiche, mentali, caratteriali, un temperamento importante, la freddezza nei momenti decisivi ecc ecc… ma soffermiamoci a quello che è l’argomento clou del nostro approfondimento settimanale; più avanti avremo modo di mixare il tutto e compiere una analisi un po’ più approfondita ed ampia. L’articolo di oggi si intitola “al servizio della tecnica”. Il titolo è di per se indicativo.
Bisogna porre il fulcro dello sviluppo del giocatore come prima base al servizio appunto della tecnica. L’impostazione che va data è primaria e da lì sarà fondamentale partire bene per evitare di dover poi andare a correggere in futuro errori frutto di movimenti sbagliati, o doversi fermare causa infortuni dovuti ad una biomeccanica non corretta.
Lo scopo primario della tecnica applicandola ai principi biomeccanici principali è quello di prevenire gli infortuni. Eseguire un movimento di dritto corretto, senza stressare le articolazioni, senza stressare i tendini, è la base di partenza per chiunque approcci al tennis. L’infortunio ci impone uno stop, una pausa, quindi non permette di avere continuità ed allenare le nostre capacità. Pertanto prevenire questo tipo di situazioni, soprattutto affidandoci a metodi di allenamento scientifici, in quanto non va dimenticato che la biomeccanica è una scienza, è sicuramente un aspetto imprescindibile, a prescindere dal livello di gioco dell’atleta, dall’amatore al pro. Da qui si parte; poi si entra nel campo tecnico quindi di gioco. Di seguito vi mostrerò come l’applicazione corretta della tecnica e della biomeccanica vada a riflettere anche sugli aspetti tattici e fisici.
Una buona impostazione tecnica permette uno sviluppo del gioco migliore, e permette al giocatore di crescere più velocemente, e di fare soprattutto meno fatica in campo. Siamo quindi a due aspetti tecnico/biomeccanici che si collegano, come detto, dal punto di vista tattico e fisico. L’esecuzione tecnica, che di conseguenza è anche stilisticamente bella da vedere, non ha solo meri fini estetici, ma ha delle finalità pratiche importanti.
Aiuta a:
- prevenire gli infortuni garantendo una scioltezza dell’esecuzione del
colpo e del gesto tecnico maggiore - Ridurre lo sforzo fisico in quanto un’esecuzione tecnicamente corretta è naturale, fluida, e quindi non richiede fatica, non richiede sforzo, ma si tratta di un gesto armonioso, leggero; quindi non richiede un dispendio di energie “stressanti”, cosa che succede, e sicuramente vi sarà capitato di notare, a chi non possiede una tecnica fluida, naturale, ma al contrario molto contratta e “ruvida”. Avrete notato che questo tipo di giocatori faticheranno il doppio rispetto a chi tecnicamente ha un livello più alto, ed ha un’esecuzione tecnica più naturale e fluida, con movimenti più puliti e “leggeri”.
- Migliorare la propria abilità nel gioco permettendo uno sviluppo dell’azione più ampio, una ricerca del punto in maniera più completa, ed una gestione delle situazioni migliore potendo fare affidamento appunto sulla propria completezza e consapevolezza tecnica. Inoltre, aspetto chiave, fa sì che i margini di miglioramento siano molto più ampi rispetto a chi non ha lo stesso livello tecnico.
Dunque una impostazione tecnica corretta si collega ad altri aspetti chiave del gioco, ovvero l’aspetto tattico cioè trovare soluzioni diverse e più complesse, e l’aspetto fisico con la prevenzione degli infortuni, e la gestione della fatica, come visto nei tre punti sopracitati. È chiaramente giusto sottolineare che tutti gli aspetti sono complementari; una buona preparazione tecnica aiuta dal punto di vista fisico, ma naturalmente una buona preparazione fisica permette di arrivare meglio sulla palla e quindi sfruttare tutte le nostre capacità tecniche al top.
Si tratta di aspetti complementari l’uno all’altro.
Certo è che essendo il tennis uno sport molto tecnico, la capacità tecnica, appunto, da formare in un giocatore che approccia a questo sport è sicuramente prioritaria, per poterla poi abbinare alle capacità fisiche tattiche mentali ecc. Anche perché ogni movimento, ogni spostamento nel tennis va considerato dal punto di vista dell’applicazione del colpo, quindi tutto dovrà muoversi e dovrà essere allenato affinché il colpo possa svilupparsi nel miglior modo possibile; per questo ho intitolato il pezzo “al servizio della tecnica”, perché qualunque sia la capacità da allenare dovrà sempre rendere conto all’esecuzione tecnica del colpo in se, che potrà poi portare allo sviluppo del punto, del game, del set, del match, del torneo è così via…