di Daniele Rossi
Una semifinale scontata e una decisamente a sorpresa, questo è il verdetto del mercoledì dei quarti di finale.
N. Djokovic b. K. Nishikori 6-3 3-6 6-2 6-3
Dopo i balbettii quasi imbarazzanti delle prime uscite stagionali, il percorso di Djokovic è andato in crescendo fino al ritorno odierno ad una semifinale Slam: sarà la 32esima in carriera, solo Federer ne ha giocate di più nell’era Open.
Aldilà dell’aspetto tecnico quello che sembrava mancare al serbo era la concentrazione e la cattiveria che contraddistungevano il suo gioco. Sui campi di Church Road ha recuperato entrambe, anche senza l’implacabilità dei tempi d’oro. Nishikori ha ceduto in quattro set, condizionato dal solito acciacchino (braccio destro) e da un game che poteva far girare la partita. Ad inizio del terzo set infatti, il giapponese non trasformava tre palle break e finiva per perdere il servizio nel gioco successivo. Era il momento chiave della partita, che in seguito Djokovic gestiva senza troppi affanni, complice un Nishikori progressivamente più arrendevole.
R. Nadal b. del Potro 7-5 6-7(9) 4-6 6-4 6-4
Nel secondo match di giornata sul Centre Court e nel quarto più nobile in campo, Nadal ha battuto Juan Martin del Potro in cinque set, per l’undicesima volta (a fronte di cinque sconfitte) e per il terzo Major consecutivo. Lo spostamento in avanti di una settimana ha praticamente annullato il fattore pioggia e, complice il gran caldo e la naturale consunzione dei campi, il maiorchino può tranquillamente giocare il suo tennis da terra senza particolari problemi anche sui prati londinesi.
E’ stata però battaglia vera, con un del Potro indomito che si è arreso solo allo scatto finale, dopo aver avuto anche parecchie occasioni per tenere vivo il match.
Rafa si è preso il primo set nel dodicesimo gioco del primo parziale, mentre del Potro ha fatto suo il rocambolesco tie-break del secondo, complice un clamoroso doppio fallo di Nadal sul 6-5 in suo favore.
Il terzo set si è deciso ancora al fotofinish: sul 5-4 e servizio Nadal, Palito si inventava un paio di punti magistrali compreso uno spettacolare diritto lungolinea. Nel quarto Rafa strappava il servizio nel cuore del set e rimandava la questione al quinto.
Nonostante l’evidente stanchezza, del Potro rimaneva in lotta e sull’1-1 si produceva in una voleé in tuffo di Beckeriana memoria che strappava gli applausi al pubblico del Centrale, distratto dalle notizie della semifinale del Mondiale.
Nadal brekkava sul 2-2 con un fantastico rovescio incrociato e annullava due palle del controbreak nel gioco successivo. Sembrava la fine per del Potro che invece si procurava altri tre break point nell’infinito ottavo gioco. La tigna di Nadal aveva la meglio e il maiorchino poteva chiudere il match nel turno di battuta successivo.
Grande match, anche se decisamente poco erbivoro. Per il numero 1 del mondo sarà la sesta semifinale a Church Road, la prima dal 2011, la ventottesima in carriera nei Major.
Sarà invece la sfida numero 53, quella che lo vedrà opposto a Nole Djokovic.
J. Isner b. M. Raonic 6-7(5) 7-6(9) 6-4 6-3
Su un Campo 1 semideserto, complici la dipartita di Federer e la semifinale del Mondiale, nella sfida tra bombardieri – un po’ a sorpresa ma con pieno merito – John Isner ha superato in quattro set Milos Raonic. Per il gigante americano gli Slam erano ancora una sorta di tabù: sempre eccellente sulla breve distanza, carente sulla lunga. Isner però dopo il successo a Miami ha fatto il pieno di fiducia e sta riuscendo ad abbinare oltre al solito devastante servizio, una qualità tecnica da fondocampo di assoluto livello.
Ne ha fatto le spese Raonic, capace di vincere solo il primo set al tie-break, ma assolutamente impotente in risposta. John invece dopo essersi annesso il secondo tie-break, ha vinto terzo e quarto set sfruttando alla perfezione le sue chance.
Prima semifinale Slam per Isner che può guardare alla sfida con Anderson con ottimismo: nei precedenti è avanti 8-3, comprese le ultime 5 sfide anche se l’ultima risale al 2015.