16 o 17 è l’incognita della sfida tra Novak Djokovic e Gael Monfils. Djokovic se vince fa 17 vittorie negli scontri diretti con Monfils e 17 vittorie dall’inizio dell’anno, se perde ferma a 16 le due serie.
Dalla finale di Davis 2010 Djokovic, contro tennisti francesi, ha inanellato una serie di 72 vittorie e 2 sole sconfitte (solo negli anni olimpici invernali, 2014 da Tsonga a Toronto e 2018 da Paire a Miami). Contro Monfils, Djokovic ha vinto tutti i 16 precedenti nel circuito maggiore, Monfils ha vinto l’unico incontro da minorenni, in 3 set, sulla terra battuta di Bergamo in un torneo Future del 2004.
Il numero 1 del mondo inizia la partita con qualche errore di troppo in apertura e concede una palla break che però riesce a gestire. Si palesa da subito una sfida tra due grandi atleti. Monfils prova a fare la voce grossa da subito con accelerazioni profonde e potenti, recupera l’irrecuperabile. Djokovic deve spingere sul servizio ma il muro questa volta non è lui. Il francese sembra indomabile e riesce così nel terzo gioco a strappare il servizio al serbo. L’incognita con Gael è ovviamente una sola: quanto resisterà?
Forse oggi può essere la volta buona: Monfils continua con giocate spettacolari e recuperi funambolici, le proficue palle corte di Djokovic dei giorni precedenti non sono sufficienti, Monfils è ovunque, il suo rovescio lungolinea dopo aver spostato Djokovic sul lato sinistro è spesso letale. La partita scorre piacevole, tranne che per Djokovic dal cui gioco trapelano segni di insofferenza alla resistenza francese. Un secondo break arriva a sigillare un primo set perfetto per Monfils.
Il dritto di Djokovic lo tradisce qualche volta di troppo, il serbo deve ritrovare fiducia e ludicità, ma il suo avversario è in estasi e si porta avanti di un break anche nel secondo parziale. La poca continuità di Monfils è l’unica speranza. E appena il francese tira il fiato, il serbo riprende concentrazione, tiene sugli scambi prolungati e si rimette sùbito in carreggiata. Monfils inizia a mostrare segni di stanchezza, dopo i recuperi al volo si sdraia per terra a rifiatare. Le occasioni a questo punto sono più per il serbo, le sue palle corte adesso sono quasi irragiungibili per La Monf e Djokovic si procura due set point sul 5-4 e altri 3 sul 6-5. La poca lucidità ed il dritto ancora ballerino tradiscono però il serbo e portano la sfida al tie-break.
Il gioco decisivo inizia con errori da ambo le parti, finché Monfils non ritrova delle energie inaspettate e si porta sul 6-3 con 3 match point, i primi due al servizio. Non mette però la prima su nessuno dei 2 match point e consente al serbo di rientrare. La prima gli consente soltanto di annullare il sesto set, ma non è sufficiente in questo momento. E qui sta la differenza tra un campione, che fa la cosa giusta al momento giusto, ed un ottimo giocatore. La tensione è tanta, sembra il tie-break di un terzo set: anche se Djokovic un set non lo ha ancora vinto, è evidente a tutti che laddove dovesse portare a casa questo tie break, il terzo set sarebbe una formalità, con il francese che è allo stremo delle forze. Djokovic spreca ancora un set point, il settimo nonché il primo sul suo servizio, ma dall’altra parte della rete c’è ormai un fantasma che, sull’ottavo set point serbo, commette un doppio fallo fatale.
E come immaginabile,
il terzo set non si gioca. Quando la partita si porta sul campo dello sfinimento, il vincitore è quasi sempre lui, Novak Djokovic (
chiedete a Thiem...). Il ricordo per Gael è sicuramente alla finale di Montecarlo 2016 contro Nadal, quando il francese, sfinito, rimediò un bagel nel terzo. E poco di più ha potuto oggi: fiaccato nella corpo e nella mente Monfils non riesce che a tenere il primo turno di servizio. Tenta anche una chiamata disperata del fisioterapista per un problema alla coscia ma, appurato che c’è ben poco da fare, rientra in campo quasi subito ad onorare la chiusura dell’incontro.
Se nessuno batte Gerulaitis 17 volte di seguito, lo stesso non si potrà dire per LaMonf. E se il francese, nella versione deluxe odierna, non è riuscito a superare Djokovic, la serie potrà con ogni probabilità allungarsi.
In finale il serbo incontrerà un decisamente più riposato Stefanos Tsitsipas (2 vittorie a testa nei precedenti) che conferma (per ora) la finale del 2019 nel Dubai Dutefree Championships. Dopo
la sofferta vittoria nei quarti contro Struff, il compito del greco è decisamente più semplice in semifinale. Daniel Evans non riesce mai a mettere in difficoltà Tsitsipas, che è solidissimo al servizio (26 punti su 29 prime di servizio e nessuna palla break) e da fondocampo è impeccabile. Il britannico resiste per i primi 4 giochi ma, quando prova ad uscire dalla rete greca verticalizzando il suo gioco, viene ripetutamente infilzato: break nel quinto e nel settimo gioco che spianano la strada per il primo set a Tsitispas. Il numero 6 del mondo continua a sfondare col dritto e praticamente chiude la partita strappando il servizio all’avversario nel terzo gioco del secondo set.
Tra Marsiglia e Dubai sono 8 le vittorie consecutive di Stefanos, che ha perso soltanto uno (ieri) dei 17 set giocati. Le statistiche sulle sue finali non sono però troppo incoraggianti.
Tsitsipas nelle 10 finali (cinque vinte e cinque perse), ogni volta che ci è arrivato con più di 3 vittorie ha perso. Quando ha vinto lo ha fatto con sole 3 vittorie all’attivo (nei 4 titoli ATP 250 e alle Finals, dove aveva perso da Nadal nel girone eliminatorio). Riuscirà Stefanos domani a smentire la cabala?
Risultati semifinali:
[1] N. Djokovic vs [3] G. Monfils 2-6 7-6(8) 6-1
[2] S. Tsitsipas b. D. Evans 6-2 6-3