RG day 15: Nadal senza limiti, alza anche l’undicesima. Thiem lotta, ma si arrende in tre set

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di Daniele Rossi

Passano gli anni, passano gli avversari, passano le tecnologie e i materiali. I capelli sono più radi, i pantaloncini si sono accorciati dal ginocchio alle cosce, i muscoli sono meno appariscenti. Che in finale ci sia un Carneade tipo Puerta, un fenomeno come Federer, campioni come Djokovic o Wawrinka, grandi giocatori come Soderling, Ferrer o Thiem, non cambia niente. Rafael Nadal vince il Roland Garros. L’undicesimo della carriera, il 17esimo Slam.

I numeri sulla terra di Rafa sono talmente impressionanti che non vale la pena neanche commentarli: su 103 partite giocate sulla terra al meglio dei cinque set ne ha perse 2. Due.
Discutere sul fatto che sia il più forte giocatore della storia sul mattone tritato è assolutamente inutile. Lo è e lo sarà chissà per quanti anni. Con buona pace di Dominic Thiem, considerato da molti il secondo miglior terraiolo del pianeta, che in finale becca tre set a zero come uno qualunque.

Non che non ci abbia provato l’austriaco, costretto fin dal primo punto a prendersi rischi enormi, tirare ogni colpo a mille e a non avere neanche un minimo momento di calo. Ce l’ha fatta solo per alcuni tratti, ma alla lunga l’estrema fatica di questa tattica ha pagato il conto, così come l’inesperienza. D’altronde per il 24enne di Wiener Neustadt si trattava della prima finale Slam in carriera; il più giovane finalista a Parigi dal 2010, quando proprio Nadal aveva la stessa età ma già sei Major in tasca.

Nel primo set, Thiem aveva recuperato l’early break subìto in apertura e dopo aver sofferto le pene dell’inferno per ritrovarsi 4-4, gli bastavano un paio di sciocchezze al servizio per trovarsi sotto di un set dopo quasi un’ora di gioco.

A quel punto la montagna già incredibilmente ripida diventava quasi verticale, anche perché il maiorchino sbagliava qualcosina qua e là, ma non appena il punto scottava un filo di più giocava mostruosamente bene, lasciando il povero Dominic esausto e frustrato.
Sotto 4-2, Thiem si procurava una palla break, ma con la combinazione drop e passante, Rafa chiudeva ancora la porta e alla fine chiudeva il set per 6-3.

Ad inzio terzo set, già con un break di vantaggio in tasca, Nadal accusava improvvisamente un crampo alla mano, chiedeva l’intervento del fisioterapista all’arbitro che lo rimandava al cambio campo, ma era un piccolo contrattempo che non cambiava niente. Rafa strappava il servizio un’altra volta all’avversario e andava a servire per il torneo sul 5-2, chiudendo al quinto match point.

Il punteggio di 6-4 6-3 6-2 è forse troppo severo per Thiem, che pur avendo giocando un gran match finisce per raccogliere nove game. Sulla terra la differenza tra Nadal e gli altri continua ad essere abissale, anche a 32 anni, a 13 dal primo successo a Parigi.
Per noi italiani il Roland Garros 2018 sarà sempre ricordato come quello di Marco Cecchinato (chissà se solo il primo o l’unico), ma per il resto lo spettacolo è arrivato soprattuto nella prima settimana. Del resto nessun match dai quarti di finale in poi è andato al quinto set e semifinali e finali sono state a senso unico.

Tornando a Nadal, lo spagnolo sale a 17 Slam, tallonando nuovamente Roger Federer, che tornerà in campo tra pochi giorni sull’erba di Stoccarda con -sembra- una grossa novità.

FINALE
[1] R. Nadal b. [7] D. Thiem 6-4 6-3 6-2

Foto Patrick Boren