Di Fabrizio Salvi
É un Marco Cecchinato da favola quello che centra il risultato più bello della sua storia e riscrive quella del tennis italiano. Batte in quattro set Novak Djokovic con una prestazione formidabile, fatta di fatica, qualità e tanta freddezza. Da quarant’anni mai un azzurro così avanti in uno Slam.
UNO SPETTACOLO. Dal primo incontro con Marius Copil a quello di oggi contro Novak Djokovic sembra passata un’eternità. In effetti, per certi aspetti, è proprio così, perché tra il primo tentennante e quello sprizzante di fiducia di quest’oggi sembra esserci una parentela quantomeno non vicinissima.
Oggi il Suzanne Lenglen ha trasudato amore per un giocatore poco conosciuto al grande pubblico, ma da sempre considerato un talento in grado di sbocciare. Oggi è successo e nel modo più incredibile ai danni di chi proprio a Parigi due anni fa alzava il trofeo. I primi due set sono serviti per mettere a fuoco l’entità di quello che stava accadendo e a far montare la convinzione che non si trattasse di pura casualità la sua presenza su questo palcoscenico, ma figlia di un tennis frizzante e aggressivo. “Novak l’ho visto un po’ insicuro all’inizio. – dirà in conferenza stampa Cecchinato- Per batterlo dovevo per forza alzare il livello, perché se giocavo per ribattere non avrei mai potuto vincere. Sono stato coraggioso e sono stato premiato”.
Una mentalità unità ad un gioco preciso e paziente, rischioso e ragionato al tempo stesso, che non si mostrava riluttante agli scambi lunghi, ma provava ad uscirne con soluzioni sempre estrose. Trovarsi avanti di 2 set a 0 deve essere stato come mettere un piede sulla luna.
RIMONTA NOLE. La burrasca arriva, perché i campioni prima o poi reagiscono e sono dolori per chi si trova di fronte. Nonostante una versione non titanica del serbo, Cecchinato ha perso la bussola e il robot che stava dall’altra parte della rete ha cominciato a disporre di lui con facilità. Il terzo set è filato via senza sussulti da parte dell’italiano, che ha perso tutti i servizi e si è trovato sotto di 6 a 1, con il vantaggio dimezzato.
QUARTO SET TOTALE. In questo parziale è successo di tutto e di più. Molto del quale francamente poco pronosticabile. Novak ha continuato a disegnare il campo e si è trovato abbastanza velocemente avanti di 4 giochi a 1, con ben tre palle break per arrivare a 5 e, di fatto, chiudere anche il quarto set. “Pensavo che stesse per finire il mio Roland Garros, anche se c’era un altro set da giocare. – dirà l’italiano – Ho avuto un calo che ci poteva stare. Avevo giocato due set ad un’intensità nuova per me, al quinto sarebbe stato lui il favorito”.
Invece nuova spinta psicologica e quel pizzico di sana follia sono arrivati in soccorso proprio quando tutto sembrava perduto. Sotto 4 a 1 ha continuato a tenere testa alle scorribande di Djokovic, ribaltando gli scambi e iniziando a riprendere il sentiero che aveva smarrito per un po’. La rimonta fino al tie—break sembrava impensabile, quello che è successo dopo lo è stato ancora di più.
13 a 11, I NUMERI CHE CONDUCONO ALLA STORIA. L’ultimo duello tra i due si è consumato nel modo più drammatico e spettacolare possibile. Con tre set point a favore di Nole e ben quattro match point per Ceck. In mezzo tanti scambi lunghissimi giocati sulla diagonale del rovescio dalla quale l’italiano ne è venuto fuori con soluzioni da capogiro. Quello che ha stupito è stata la freddezza nel maneggiare certi momenti che sono nuovi e quindi poco gestibili. Dopo 3 ore e 30 minuti di partita Cecchinato chiude coll’ennesimo lungolinea che cade preciso una spanna prima della linea di fondo. É gioia pura. É semifinale, la prima di un italiano in uno Slam dopo 40 anni di attesa.
LA CONFERENZA POST PARTITA
“Il nuovo Ceck, magari è scattato qualcosa nella mia testa. Non ho nessun mental coach, magari sto maturando io. non è nemmeno tanto tardi, penso che stia davvero cominciando a credere nelle mie potenzialità. Credo che possa essere scattato quel click che ti fa fare quel genere”.
Tie-break “Ho visto i fantasmi nel tie-break. Ho avuto tanto coraggio verso la fine del tie-break, ma sono stato freddo e lucido verso la fine. Mi tremava anche la mano, ma ho avuto tanto coraggio e sono andato a vincere questo set”.
Sul quarto set: “Pensavo che stesse per finire il mio Roland Garros, anche se c’era un altro set da giocare. Ho avuto un calo che ci poteva stare. Avevo giocato due set ad un’intensità nuova per me, al quinto sarebbe stato lui il favorito”.
Novak l’ho visto un po’ insicuro all’inizio. Per battere Novak dovevo per forza alzare il livello, perché se giocavo per ribattere non avrei mai potuto vincere. Sono stato coraggioso e sono stato premiato.
“Firmerei col sangue per vincere la semifinale con Thiem e perdere con Nadal. Mi voglio godere il momento e i prossimi giorni. Devo recuperare dato che l’intensità era altissima. intanto siamo in semifinale”.
“Tante difficoltà già dal primo match ma non ho mai smesso di crederci. Dal match con Copil sembra passato un mese, ma da li è scattato qualcosa”.
Il mio idolo calciatore è Kakà, ma non credo che mi scriverà. L’altro è Safin, ma anche lui non credo che mi scriverà!”.
“Mi sono scese anche due lacrime quando ero con la testa nell’asciugamano. Ho pensato che il lavoro stesse pagando. Ho iniziato da piccolino e vedermi qui mi fa un certo effetto”
“Non sapevo fossero passati quarant’anni, ma questo è un momento buono per il tennis italiano. Spero tutta italia sia felice di questo momento e sono contento di aver scritto un pezzettino di storia”.
ZVEREV SUPERA SE STESSO, MA NON THIEM. Arrivato con molte pressioni sulle proprie giovani spalle, Alexander Zverev ha comunque battuto se stesso in questa edizione dell’Open di Francia. Non era mai arrivato così avanti in uno Slam e quest’oggi si è dovuto nuovamente fermare, accontentandosi – per dire – di racimolare solo sette game contro Dominic Thiem nell’incontro che valeva la semifinale. É utile sottolineare come il cammino del tedesco fosse stato fin qui irto di ostacoli, con tre partite alle spalle finite in cinque set e solo una, la prima contro Berankis, nella quale ha avuto vita facile. Oggi Thiem era l’ostacolo per eccellenza, il miglior antagonista di Rafa Nadal su questa superficie e il divario è sembrato abbastanza incolmabile. Sarà comunque un arrivederci, a questi livelli si abituerà presto.
I risultati
M. Cecchinato b. [20] N. Djokovic 63 76(4) 16 76(11)
[7] D. Thiem b. [2] A. Zverev 64 62 61