Da Roma, Alessandro Terziani
La sfida amarcord tra Rafa Nadal e Novak Djokovic è finita con il risultato che tutti si aspettavano alla vigilia. La vittoria dello spagnolo era ampiamente pronosticata, ma in campo c’è stato molto equilibrio. Da una parte abbiamo ammirato la migliore versione stagionale di questo Djokovic 3.0 che sta lentamente cercando di ritrovare se stesso, dall’altra c’era un Nadal che ha lottato, oltre che contro l’avversario, contro i fantasmi delle 26 volte, su 50, che aveva perso dal serbo. Ne è venuta fuori una partita non esaltante (niente a che vedere con alcune sfide epiche tra i due) che, solo a tratti, ha entusiasmato il pubblico che ha gremito il Centrale in ogni ordine di posto.
Nadal e Djokovic non si incontravano da oltre un anno (Madrid 2017), nonostante la loro sfida sia stata replicata ben 50 volte. L’head to head più numeroso dell’Era Open, l’equivalente del musical Cats nel teatro (oltre 8.000 repliche a Broadway). Confronti che vedono il serbo in vantaggio, 26-24, stante il dominio avuto sullo spagnolo nel periodo 2013-2016 con addirittura un parziale di 11-1. Ma quello era il periodo di RoboNole il cannibale che lasciava briciole agli avversari. Un giocatore che si è smarrito dopo aver raggiunto l’apice della carriera con la vittoria al Roland Garros 2016.
Inizio match veramente deludente con entrambi i giocatori molto contratti. Pochi scambi e tanti errori. Con il passare dei giochi il livello si alza. Il rovescio anticipato, lungolinea e in diagonale stretto, mette in gravi ambasce Nadal. Ma è proprio dello spagnolo il primo acuto della partita sotto forma di un break sul 3-2. Nadal gestisce il vantaggio e va a servire per il set sul 5-3. Il serbo, con la grinta dei tempi migliori, gioca un gran game alla risposta ed effettua il contro break. Tutto da rifare, si arriva al tie-break. Nadal si issa sul 6-4 e chiude il set alla prima occasione con una perfetta risposta di rovescio lungolinea. Un’ora e 11 minuti di gioco sotto il sole più caldo della settimana.
Djokovic tiene bene il servizio nel gioco di apertura del secondo set. Poi ha un’evidente flessione fisica che gli costa i successivi tre giochi e, di fatto, il set. Il serbo riprende fiato e si riattacca alla partita. Nadal serve però bene e non gli concederà mai alcuna possibilità di break. Sul 4-3, servizio dello spagnolo, Djokovic tenta il tutto per tutto. Si giocano 12 punti, ma alla fine è Nadal a tenere il servizio. Sul 5-3 il serbo è davvero sulle gambe. Annulla un primo match point con un temerario serve & volley, ma nulla può sulla seconda palla dell’incontro per lo spagnolo.
Nadal è in finale per l’undicesima volta, a caccia dell’ottavo titolo romano e della prima posizione mondiale. Djokovic esce soddisfatto dal torneo, come ha dichiarato anche in conferenza stampa, avendo ritrovato una condizione psicofisica che gli ha consentito di ritrovare un livello di gioco competitivo.
(1) Rafael Nadal b. (11) Novak Djokovic 7-6(4) 6-3