Di Adriano Spataffi, foto Paolo Cresta
Marco Cecchinato dà seguito alla sua settimana d’oro e, battendo Andreas Seppi, si garantisce un posto nell’ultimo atto del Gazprom Hungarian Open.
Il derby tricolore non brilla per spettacolarità, diversi gli errori ma anche qualche buono spunto soprattutto in controffensiva da entrambe le parti.
Dopo una prima fase di stallo è Cecchinato, al settimo game, il primo a strappare il servizio all’avversario; il venticinquenne di Palermo però non ha il sangue freddo di concretizzare subendo il contro break al game successivo. Sul 6-5 Seppi a Cecchinato “trema”visibilmente il braccio e regala break e set con errori che non si erano visti fino a quel momento. Il siciliano accusa fortemente il colpo, così Seppi parte avanti anche nel secondo set ma a questo punto emerge uno dei principali difetti che ha caratterizzato la carriera di Seppi. L’altoatesino è sicuramente un giocatore che ha il pregio di non uscire mai dalla partita, è un ottimo lottatore, bravissimo a recuperare situazioni di svantaggio; quando però si porta avanti e deve (sportivamente) “uccidere il match” Seppi ha sempre avuto bisogno di una mano dalla controparte: se questa arriva si può regalare significative soddisfazioni, come dimostra l’ottima collezione di scampi illustri in carriera, se però l’avversario resta in partita e non regala, Seppi ha visto più volte vanificarsi le buone posizioni di vantaggio. Lo stesso è successo oggi, prima sul 2-0 nel set, poi sul 4-2 al tiebreak, Cecchinato ha dimostrato di volere questo risultato più dell’avversario, ha moltiplicato l’attenzione e si è fatto aggressivo, non all’arma bianca ma con personalità, meritandosi il terzo set.
A questo punto l’intraprendenza di Cecchinato mette pressione all’avversario che, al sesto game, perde la guerra di nervi, commette tre gratuiti con due diritti e una voleé che erano da chiudere (clamoroso il colpo al volo con Cecchinato ormai spiazzato) e consegna il break che risulterà decisivo. Si tratta solo, adesso di vedere se a Cecchinato sarebbe di nuovo tremato il braccio, ma questo, fin’ora, è il suo torneo, e, a venticinque anni, arriva la prima finale ATP.
Barcellona
Una conferma e una sorpresa si giocheranno in finale il 500 di Barcellona: la conferma, manco a dirlo, è quella di Rafa Nadal. Il match contro David Goffin dura fino al 4-4: il belga al servizio ha il primo, leggero, calo di rendimento e, se dall’altra parte c’è il miglior giocatore di sempre in terra rossa, questo vuol dire break. La partita finisce qui, perché inizia un assolo che vede il numero 1 del mondo macinare l’avversario: Nadal non cala per un attimo, nemmeno quando a inizio secondo set prende subito il via con un break, gioca ogni servizio dell’avversario come se la situazione fosse in parità e mantiene il proprio senza troppe remore, deciso a non commettere l’errore visto ieri, quando, per gestire la gara, aveva rimesso in pista Klizan.
La sorpresa è Stefanos Tsitsipas: sopresa non tanto per le qualità tecniche indubbie, ma per la personalità e la crescita dimostrata in questo torneo dal classe ’98. Anche oggi il ragazzone greco è stato padrone della situazione, con un ottimo tennis per gli occhi e per efficacia.
Il momento chiave è stata, probabilmente la conclusione del primo set. Dopo aver condotto tutta la frazione avanti di un break, Tsitsipas, avanti 5-3, si inceppa al servizio e concede a Pablo Carreno Busta di rientrare in gara. Anziché sbandare, il greco ha dimostrato quei “particolari da cui si giudica un giocatore”, non facendo una piega e riprendendosi subito break e set senza attendere il tie-break.
Il secondo set è vinto da “grande”, con break e gestione fino al 6-3.
Per proclamare la nascita di una stella si attendono conferme in palcoscenici più pesanti, però, a vent’anni, non ci si presenta in finale in un torneo in terra rossa contro Nadal senza aver perso un set se non si hanno le stimmate del campione. Ora arriva il test più importante, al di la del risultato, francamente avrebbe del clamoroso una vittoria domani, la curiosità è tutta per l’atteggiamento con cui un aspirante top si affiancherà ad una delle due leggende degli ultimi 15 anni.