da Parigi,
L’AccorHotels Arena che ospita il Paris Rolex Masters 1000 è finalmente gremita. I blues hanno entusiasmato il pubblico parigino anche oggi: prima il derby Monfils-Paire, che ha visto La Monf superare il turno e continuare a sperare nella qualifica per le ATP Finals. Poi Moutet, complice un Djokovic non in perfetta forma, ha illuso di poter fare il colpaccio di giornata. E nel match di apertura del programma serale Mannarino, aiutato dall’ottimo servizio, non ha sfigurato contro un Nadal in modalità cruise control, che come suo solito ha alzato il livello di gioco nei momenti che contano.
La chiusura del programma del mercoledì è per l’ultimo francese che ha alzato il trofeo da queste parti, Jo-Wilfried Tsonga. Sulle sue corde la possibilità di fermare Matteo Berrettini (che gioca per la prima volta a Bercy), per dare una mano al compagno di squadra Monfils in ottica Londra.
L’andamento della partita si capisce da subito, saranno botte da orbi. Entrambi hanno un gioco che fa leva su servizio e dritto, Tsonga con una decina di anni in più di esperienza. Vincerà chi sbaglia meno. Matteo parte col piede giusto, si procura una palla break nel primo gioco ma Tsonga è vigile con lo schema servizio e dritto. Berrettini, con qualche seconda di troppo, rende l’occasione nel gioco successivo con gli interessi di un dritto in avanzamento che manda Tsonga avanti di un break. La battaglia dei dritti è iniziale appannagio del francese, decisamente più ispirato, con Berrettini che, nel cercare profondità, è abbondante. Matteo ha comunque già mostrato la capacità di virare all’interno del match e registra i colpi, riportando il punteggio in pareggio. Nel decimo gioco però, al servizio per restare nel set, tira il freno col rovescio in back e si rende facile preda dell’assalto di Tsonga che si procura i primi due set point. Ci pensa il servizio a salvare, temporaneamente, Matteo. Ne arriva un terzo, con un dritto incrociato in recupero del francese che lascia immobile Berrettini. Annulla anche il terzo ma arriva il quarto, fatale: su una seconda di servizio, Tsonga prende in mano le redini e chiude con un dritto vincente dal centro.
Il secondo set continua sulla falsa riga del primo. La partita è comunque tiratissima, entrambi tirano tutto, continuano ad alternarsi vincenti e gratuiti con l’esito di ogni gioco che è sempre sul filo. Matteo inizia anche a variare, qualche palla corta in più, visto che la lotta da fondo non paga. Tsonga adesso sembra in stato di grazie, spinge a tutta con successo, le risposte sono profondissime e trova il break nel sesto gioco. Matteo non sa come scardinare la macchina indemoniata sparapalle che ha di fronte, con orgoglio tiene il successivo turno di battuta e, con Tsonga al servizio per il match, ancora una volta conquista il primo 15, ma subito viene riportato sulla terra da un ace e due servizi vincenti del francese. Basta il primo match point, il rovescio di Matteo si scaglia sulla rete e il suo primo torneo a Bercy si conclude dopo nemmeno un’ora e mezza. Ha sbagliato meno (o forse, davvero poco) Tsonga. Probabilmente un po’ di tensione ha condizionato la prestazione di Matteo, preso dai pensieri di classifica e in un’arena che, comprensibilmente, non voleva lui vincitore.
Berrettini ad ogni modo chiuderà la stagione in top 10 (al massimopotrebbero sorpassarlo Monfils e de Minaur con la combinazione che vede l’australiano vincitore del torneo e Monfils finalista) e attenderà di vedere le sorti dei suoi avversari per capire se a Londra ci andrà da titolare o da riserva.
[WC] J-W. Tsonga b. [10] M. Berrettini 6-4 6-3