Super delPo: primo Masters 1000 in carriera, Roger battuto nel match più bello dell’anno

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di Daniele Rossi

Juan Martin del Potro batte Roger Federer 6-4 6-7(8) 7-6(2) nella finale di Indian Wells e vince il suo primo Masters 1000 in carriera.

Lo fa al termine di un match straordinario ed epico, come spesso è capitato nella ormai lunga e ricca rivalità tra l’argentino e lo svizzero; e anche se gli head to head rimangono nettamente a favore di Roger, del Potro oggi gli ha inferto un’altra dolorosa sconfitta, la prima dell’anno dopo 17 vittorie consecutive. La Torre di Tandil è capace di esaltarsi nei grandi appuntamenti ed è uno dei pochi a non subire psicologicamente Federer e lo ha dimostrato anche oggi, rimontando una situazione disperata e spuntandola al tie-break del terzo set.

Nel primo parziale del Potro approfittava di un solo game distratto di Roger al servizio per portarsi in vantaggio, mentre nel secondo la qualità di gioco si alzava esponenzialmente, così come il nervosismo di entrambi i giocatori. Federer irritato con sé stesso e con l’arbitro (lo scarsissimo Fergus Murphy), del Potro solo con l’arbitro, reo di non tenere sufficientemente a bada il pubblico rumoroso e indisciplinato (strana lamentela per uno abituato a portarsi gli Ultras da casa). 

L’elvetico non sfruttava due set point sul 5-4 in risposta e ci voleva dunque il tie-break a dirimere la contesa. La tensione si tagliava a fette, mentre Federer si vedeva rimontato dal 6-4 al 6-6 con annesso doppio fallo arrivato dopo una chiamata del falco che aveva invalidato una prima vincente. del Potro aveva anche un match point sull’8-7 ma affossava un diritto in rete, consentendo a Federer di ribaltare la situazione e di vincere il tie-break per 10-8.

Come nella semifinale con Coric, Roger ha dovuto smettere i panni dell’architetto per prendere in mano malta e cazzuola e rimettere in piedi una partita che sembrava già persa. 

Nel terzo set, i due tornavano a calmarsi per concentrarsi sul gioco. Il numero 1 del mondo riusciva finalmente a strappare il servizio all’avversario sul 4-4 con una magistrale risposta di rovescio, ma nel momento di andare a servire per il match si dimenticava la prima di servizio nel borsone ed esagerava con le finezze, scialacquando ben tre match point. Emblematico il terzo, in cui Federer si esibiva in un drop shot mal riuscito che consentiva a del Potro di passare e di ribaltare ancora una volta la situazione, prendendosi il break con l’ennesimo tonitruante diritto vincente. 

Inevitabile che una partita così bella e combattuta finisse al tie-break, peccato però che si concludeva in un lampo. Roger si spegneva improvvisamente e commetteva due doppi falli, mentre del Potro non sbagliava nulla e poteva alzare le braccia al cielo dopo due ore e quarantacinque minuti di splendida battaglia. 

Il grande rendimento al servizio, un diritto devastante, un rovescio solido e la sua inossidabile ‘garra’ – mascherata dal suo solito ciondolare tra un punto e l’altro e da un viso che non cambia mai espressione- hanno consentito a del Potro di raggiungere quello che è il suo secondo miglior risultato in carriera dopo gli Us Open 2009. Al momento l’argentino sembra essere davvero l’unica alternativa a Federer. Sarà da verificare se saprà per una volta tenere alto il suo rendimento con continuità. Intanto può godersi il suo primo ‘1000’ e la posizione numero 6 in classifica.

Roger non riesce dunque a ripetere l’impresa dello scorso anno: la vittoria gli è scivolata tra le dita, ma nonostante la sconfitta ha dimostrato ancora una volta quanto la sua voglia di vincere sia inestinguibile.

FINALE UOMINI

J. del Potro b. R. Federer 6-4 6-7(8) 7-6(2)