Atp 500 Rotterdam: Kohlschreiber si regala Federer?

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Nella foto Philipp Kohlschreiber vestito orange all’Atp di Rotterdam 2016 

Dal nostro inviato a Rotterdam, Fabrizio Salvi

 

Prima metà del programma di questo martedì a Rotterdam (Atp 500, 1.996,245) è dedicata al gioco di tocco e alla fantasia espressa con la racchetta. Il primo incontro sul centrale ha visto protagonisti Kohlschreiber e Khachanov, seguiti da Medvedev / Muller, Troicki/Struff e, per chiudere in attesa del turno serale, con il lucky loser Mahut opposto a Goffin.

 

KOHLSCHREIBER SI REGALA FEDERER (O BEMELMANS). A 34 anni suonati Philipp Kohlschreiber offre ancora grandi emozioni. Le regala a se stesso e le propone al pubblico olandese con il quale sembra avere un rapporto di reciproco amore. Sarà stata l’idea avuta un paio d’anni addietro di indossare la maglia orange, sarà lo stile di gioco davvero incantevole, di sicuro sugli spalti non tifavano che lui. La forza bruta di Khachanov ha impressionato, a volte imperato, ma ha finito per ritorcerglisi contro in una escalation di errori che solo ad un ventenne si possono perdonare. L’incontro è stato bello per l’antitesi stilistica dei due che lo hanno animato. Ai cazzotti da kappao al servizio di Khachanov, hanno risposto le sviolinate di rovescio alle quali, di tanto in tanto, venivano alternate alcune palle corte da parte di Kohl.

 

Dopo il tie-break del secondo set e ritrovatosi con un break di vantaggio in quello decisivo (4-2), sembrava chiaro che il maciste russo avesse avuto la meglio sulla sofisticatezza stilistica del più esperto avversario. Ma il bello aveva da venire e la storia racconterà che il malcapitato sarà proprio lui, quello che a forza di colpi potenti ha perso la bussola, irretito dalle traiettorie variegate e brillanti di Kohlschreiber. La vittoria arrivata col secondo tie-break della partita è il premio alle due ore e mezzo spese in campo. La ricompensa sarà il probabile incontro di giovedì con Roger Federer. Meglio non guardare i tabellini che gli sbattono in faccia uno sconfortante 12 a 0 nei confronti diretti, a omologazione di un dominio che lo vede sconfitto in tutti gli angoli del mondo dal 2005 ad oggi. Giovedì avrà un’altra chance, anche se sarà molto difficile coglierla.

 

LA PARTITA PIÚ PAZZA. Traspare dal volto e dalle parole di Daniil Medvedev tutta la soddisfazione per la vittoria nella partita definita da lui stesso “più pazza” della sua giovane carriera. Quando dall’altra parte del net pianta i piedi Gilles Muller le bollicine sono garantite e i quattro match point evaporati sono il sigillo di garanzia sulla effervescenza della partita stessa. Andando a ritroso, già il primo set aveva vissuto di momenti caldi, con scambio reciproco di break e un ultimo game, quello del definitivo 6 a 4 per il russo, amalgamato da ben 23 punti, con 6 palle break per il lussemburghese e 4 set point per il russo, l’ultimo dei quali decisivo.

 

Questo è stato solo l’antipasto di quello che sarebbe accaduto poco più avanti poiché, Muller, dopo aver incassato il break a sfavore, ha rischiato di cadere definitivamente. I colpi da fondo e il gran servizio di Medvedev, però, si inceppano e, come in una bilancia, cominciano ad avere un certo impatto i proverbiali colpi di fino di Muller. Il break del 4 pari trascina la partita al tie-break nel quale, come detto,  succede di tutto. Il servizio non strizza più l’occhio a nessuno dei due e le occasioni per il teenager russo fioccano. Chiuderà al quinto match point, dopo essersi concesso il lusso di sprecarne quattro ed esser stato costretto a salvare una palla set. Potrà così guardare con un certo interesse al derby tutto francese tra Herbert e Gasquet in programma domani.

 

.. E QUELLA CHE NON C’É STATA. Il conciliabolo mattutino avvenuto fuori dalla porta d’ingresso dell’Ahoy Rotterdam, quella riservata agli addetti ai lavori, tra i componenti dello staff di Benoit Paire non faceva presagire niente di buono. Né dai toni, né dal tam tam di telefonate. Infatti, poco, dopo siamo venuti a sapere dell’autoesclusione del francese dal torneo – si vocifera problemi alla schiena – che ha così permesso a Nicolas Mahut di prendere il suo posto.

 

L’incontro con David Goffin è stato tuttavia interessante, con una discreta messa in mostra di arte e abilità tennistica da parte di entrambi. Come ampiamente prevedibile, Goffin è stato semplicemente straripante nel primo set – vinto per 6 a 1 – e si è trovato a dover fronteggiare la risposta di Mahut nel secondo. Il francese, semifinalista nel 2006, ha avuto subito quattro occasioni nel secondo game ma, non convertendole, ha dovuto capitolare poco dopo. Il belga ha chiuso in due set e nel prossimo turno affronterà Feliciano Lopez.

 

CONTINUA LA FEDERER MANIA. Scena tipo, di quelle che muovono anche un senso – prendetela con ironia – di compassione umana: Stan Wawrinka che si allena con attorno un nuvolo imprecisato di persone. Centinaia. Una manciata di minuti dopo, Federer fa il suo ingresso sul campo a fianco e le persone si riversano tutte dall’altra parte, lasciando a Stan solo una decina di spettatori. Effetto Federer e Rotterdam impazzisce.

 

 

I RISULTATI DI OGGI:

P. Kohlschreiber b. K. Khachanov 36 76(1) 76(5)

[Q] D. Medvedev b. [9] G. Muller 64 76(9)

V. Troicki b. J. Struff 16 76(5) 62

[4] D. Goffin b. [LL] N. Mahut 61 63