Le emozioni del settimo e dell’ottavo giorno – quelli in cui anche il Padreterno si riposò, chissà cosa fece l’indomani – ci hanno consegnato la griglia completa dei quarti di finale dello US Open 2019.
Dall’alto in basso e in ordine cronologico, ci aspettano Wawrinka-Medvedev, Federer-Dimitrov, Berrettini-Monfils e Schwartzman-Nadal. È una situazione avvincente per molti aspetti: in primis perché vede un italiano in lizza tra i migliori otto, Matteo Berrettini promessa-certezza del nostro tennis, freschi diciottenni a parte; poi per l’incalzante successione di incontri che già oggi a ora di cena appassioneranno i fan; e infine per la conferma dello strapotere del tennis del Vecchio Continente – Diego Schwartzman unico extraeuropeo nei quarti qui a Flushing Meadows, come Nishikori unico presente in top10.
Se sono in molti a vedere all’orizzonte il 41simo Fedal, prima assoluta allo Slam americano (!), i Big2 dovranno confermare la forma (invero smagliante) mostrata finora per arrivare alla finale di domenica. Sia Roger che Rafa vantano un bilancio di 7-0 contro i loro avversari, rispettivamente Dimitrov e Schwartzman, ma sanno che la ritrovata forma del bulgaro e la tigna del Peque (povero Sascha!) non permettono distrazioni.
Equamente ripartiti in ogni metà di tabellone, altri due incontri (quasi) inediti: l’unico precedente Wawrinka-Medvedev si giocò 2 anni fa sull’erba di Wimbledon quando l’acerba promessa russa sorprese al primo turno l’allora n. 3 del mondo. Da allora Stan è andato e tornato dagli inferi dei travagli post-operatori, mentre il moscovita ha appena fatto irruzione in top5 grazie a una memorabile estate.
LAST BUT NOT LEAST – Il vero inedito, l’oggetto del desiderio italico e dei nostri gesti apotropaici: Berrettini-Monfils è uno scontro di stile e generazioni tra uomini delle capitali. In caso di vittoria transalpina, il parigino ritroverebbe la top10 persa due anni e mezzo fa. Qualora vittoria e gloria arridessero al romano, Berrettini farebbe 13 – posizione e best ranking.
Entrambi sono spaventosamente in forma, entrambi baciati dalla Dea Bendata per aver evitato campioni e mine vaganti sulla loro strada (Thiem, Tsitsipas, Kyrgios, Bautista), entrambi baciati dalle rispettive dee (Svitolina e Tomljanovic).
Domani sera sapremo se, un anno dopo il Roland Garros 2018, avremo un altro italiano in una semifinale Slam: comunque vada, Berrettini ha già colto grandi risultati su tutte le superfici, dimostrando duttilità, potenza e qualità di gioco che fanno ben sperare. Al campo l’ardua sentenza.
Di Carlo Rosati – Photo credit Usopen.org (Mike Lawrence/USTA)