Di Alessandro Terziani
Mi sembra quasi di vederli i due grandi rivali, Federer e Nadal, uno seduto davanti all’altro al tavolo da poker. Roger con l’occhiale scuro per non far trasparire le emozioni, Rafa con il suo solito sguardo arcigno e imperscrutabile. Entrambi in attesa che sia l’altro a fare la prima mossa.
Si, perché la situazione è quasi comica. Lo sanno anche i gatti di strada che Federer è in classifica a soli 155 punti da Nadal e che il 24 febbraio iniziano gli ATP 500 di Dubai e Acapulco. Lo scorso anno lo svizzero fu clamorosamente eliminato al secondo turno dal carneade Donskoi (ai tempi n.116) nel torneo degli Emirati Arabi, lo spagnolo perse in finale da Sam Querrey nel torneo messicano. A Roger scadono quindi solo 45 punti, mentre la cambiale di Rafa è di 300 punti.
In sintesi, se Federer vince il torneo di Dubai (o Nadal non va ad Acapulco) torna matematicamente in vetta al ranking mondiale per la 303^ settimana a oltre cinque anni dall’ultima volta. Se Federer non va a Dubai (al momento non è iscritto, ma gli arabi non aspettano altro di omaggiarlo con una wild card), Nadal deve raggiungere almeno la semifinale in Messico per restare al comando.
Orbene, sia Roger che Rafa il 24 febbraio preferirebbero starsene a casa con la famiglia, gli amici e allenandosi con tutta tranquillità. Ma la posta in palio non è di poco conto, si tratta pur sempre del trono mondiale. Obiettivo che forse può far più gola a Federer per alzare ulteriormente l’asticella di un record che già gli appartiene. Anche perché due settimane dopo lo svizzero ha da difendere i 1000 punti di Indian Wells e subito dopo i 1000 di Miami. Probabilmente si tratterebbe di un primato temporaneo, della durata di due settimane. Poi è vero che con la stagione sul rosso, saltata a piè pari da Roger, Nadal ha in scadenza cambiali pesantissime. Ma ci addentriamo troppo in là nel tempo e chi vivrà vedrà.
Chi farà la prima mossa? Non lo so, ma credo che alla fine Nadal rinuncerà ad Acapulco per rimettersi completamente dall’infortunio che lo ha costretto al ritiro a Melbourne. A quel punto Federer, con gran rammarico degli sceicchi, rinuncerà a Dubai essendosi comunque assicurato il ritorno alla prima posizione mondiale per almeno due settimane.
Ma la grande incognita della programmazione stagionale di Federer è un’altra. Salterà anche quest’anno la stagione sulla terra per arrivare bello riposato a Wimbledon pronto ad alzare il nono trofeo e il 21° Slam?
Non posso certo entrare nella testa dello svizzero, ma io coltiverei il sogno proibito. Quello che a rivelarlo, a 37 anni, potrebbe farci passare da svitati. Il Grand Slam. Il Santo Graal che nessuno ha più raggiunto da ben 49 anni e che solo due tennisti nella storia possono vantare, Don Budge (1938) e Rod Laver (1962, 1969).
Questo vuol dire disputare almeno un torneo preparatorio sulla terra (Madrid?) e poi il Roland Garros. Vuoi mettere che sapore avrebbe una vittoria di Roger in casa del suo acerrimo rivale? Per il Federer di questi tempi non sarebbe un’utopia ma un obiettivo perseguibile. E poi cicatrizzerebbe quella profonda ferita aperta da Nadal con la vittoria nel 2008 nel giardino di casa dello svizzero. La vendetta è un piatto che si può servire freddo anche a distanza di dieci anni.
Allora Fedal, chi fa la prima mossa?