Alla scoperta di: Kyle Edmund, l’inglese che arriva dal cricket e sogna il clamoroso sorpasso all’idolo Murray

0
286

di Giorgio Panini

L’italico appassionato medio di tennis che pensa alla prima volta che abbia mai udito il nome di Kyle Edmund non può che tornare con la memoria a quella semifinale di Wimbledon Juniores 2013. Sì, quello vinto, anzi dominato, dal nostro enfant prodige Gianluigi Quinzi in finale su Hyeon Chung. Il nostro ormai ex Next Gen affrontò negli ultimi trionfali match proprio i due semifinalisti dell’Australian Open attualmente in corso di svolgimento a Melbourne superando prima l’inglese con un doppio 6-4 e poi il coreano per 7-5 7-6.

Quando alla parola ‘tennis’ si accosta la nazione ‘Gran Bretagna’ l’assioma è semplice: Andy Murray. Ma, oltre allo squalificato Dan Evans, i sudditi della Regina Elisabetta da un paio d’anni possono contare sull’apporto in top-100 anche del ‘rosso’ Kyle. La storia del giovane Edmund è tanto singolare quanto del tutto casuale è sorta la sua passione per il tennis. Nato a Johannesburg nel Gennaio del 1995 da padre di origine gallese e madre sudafricana in un Sudafrica appena uscito dall’apartheid e in pieno cambiamento, l’attuale numero 49 ATP si trasferisce in Inghilterra insieme alla famiglia nel North Yorkshire alla tenera età di tre anni, nel 1998. 

A Tickton, presso Beverley e non troppo lontano da Liverpool, la squadra di calcio di cui il nostro eroe è un grande supporter, la vita scorre regolare per il piccolo Kyle finché il bimbo, alla tarda età di dieci anni, scopre il tennis quasi per caso e se ne innamora perdutamente. ‘Kedders’, così lo chiamano gli amici, prima dell’infatuazione tennistica è una stella della locale squadra giovanile di cricket, sport nazionale a quelle latitudini, ed è talmente tanto potente che fracassa la finestra dell’aula di scienze con una cannonata pazzesca. Ma il tennis gli dà un altro gusto e quindi ecco che a 12 anni arriva la scelta: basta cricket e, messi nel cassetto i sogni di diventare un pilota di Formula 1, l’ormai ragazzo Edmund si dedica anima e corpo allo sport della racchetta con l’obiettivo di raggiungere i suoi idoli Marat Safin e Andy Murray. 

Già a 14 anni, solamente quattro anni dopo l’inizio, arriva l’esordio in un ITF Junior e a 15, bruciando le tappe, la prima partita tra i ‘pro’. I primi punti ATP arrivano nel 2012 e da lì in poi è una escalation continua che porta Edmund a ridosso dei primi 100 nel 2015. Qui, a fine anno, il 20enne Kyle si rivela al mondo del tennis vincendo la Coppa Davis da debuttante giocando alla grande in prima giornata contro il belga Goffin, pur perdendo facendosi rimontare da 2 set a 0 sopra, e spicca così il volo a pieno titolo nel tennis dei grandi. Ancora vergine di titoli ATP, che si presuppone arriveranno presto, e con un best ranking al numero 40 che verrà polverizzato da Lunedì prossimo, il nativo di Johannesburg è pronto a sfidare domani Marin Cilic. Il tutto utilizzando in campo due armi micidiali: il servizio, indispensabile nel tennis moderno, e soprattutto quel diritto terrificante, forse aiutato dallo swing del cricket, che porta tanti punti in dote e che, nel caso si qualifichi per la finale dello Slam down under, porterebbe l’inglese di Sudafrica dentro la top 20 ATP e al numero 1 del proprio paese. Sì, proprio davanti al suo idolo d’infanzia Andy Murray…