Dopo le luci e le ombre di sabato, le sorprese e le delusioni di italiani e non, il riposo rituale dell’ Off Sunday, eccoci al Manic Monday di Wimbledon, con tutti gli ottavi – maschili e femminili – in programma.
Nonostante l’ecatombe di top10, l’edizione 2019 è stata finora ben poco sorprendente: lo strapotere dei Fab3 finora sta togliendo pathos sull’esito finale, la (scientificamente voluta) lentezza dei campi ha promosso alla seconda settimana giocatori non specialisti dell’erba e se la stampa ha dato risalto più alle parole dentro e fuori dal campo di alcuni tennisti, sarà forse per il fatto che le partite sono state avare di sensazioni… Con l’aiuto di un meteo clemente, ecco il programma della giornata.
Sul Centrale scenderanno prima Nadal e a fine giornata Federer. Rafa se la vedrà contro Joao Sousa (2-0 i precedenti ma su terra), primo portoghese alla seconda settimana a Wimbledon e giustiziere di semi-erbivori quali Mannarino, Cilic (in crisi) ed Evans. Un ottimo percorso, ma non vediamo come il lusitano, top70 ed ex top30, possa impensierire il campione maiorchino. Stesso discorso per Roger Federer, che nel match clou per noi italiani se la vedrà con Matteo Berrettini. Matteo ha mostrato carattere e coraggio con Schwartzman ma è stato anche graziato dall’argentino. È difficile ipotizzare un risultato diverso dal 3-0, ma sappiamo anche che quest’anno Roger ha già inciampato negli ottavi di uno Slam… e non diremo di più.
A completare la parte bassa del tabellone, sul campo 12 a inizio pomeriggio ci sarà il derby a stelle e strisce tra i redivivi Querrey e Sandgren. Il vincente – crediamo nell’esperienza dello zio Sam – si accomoderà al quarto con Nadal per accontentarsi di quasi 330.000 euro di prize money. Discorso leggermente diverso per l’incontro sul campo 2 tra Nishikori e Kukushkin, perché è vero che il kazako è 0-8 negli scontri diretti (con sconfitta in 3 set nell’unico precedente su erba qui a Wimbledon sette anni fa), ma è anche vero che ha battuto Fritz e Struff con intelligenza e determinazione. Dall’altra parte della rete c’è un rinato nipponico, in costanza di risultati da Barcellona in poi, che sogna – come tutti – il quarto con King Roger.
Ci scuserà ancora il n. 1 del mondo: eccoci a Novak Djokovic. “Relegato” per par condicio al campo 1 a fine giornata contro il NextGen transalpino Ugo Humbert, il serbo non dovrebbe avere difficoltà a raggiungere i quarti. Partito coi favori del pronostico a inizio torneo, col passare dei giorni Nole si è visto preferire Rafael Nadal per le impressionanti performances dello spagnolo contro Kyrgios e Tsonga. Quando scenderà in campo, Djokovic probabilmente conoscerà già il risultato dell’incontro tra Goffin e Verdasco sul campo 3, che designerà il suo (probabile) avversario ai quarti. Non che al detentore del titolo e dominatore dello scorso anno possa cambiare qualcosa, visto che è in vantaggio con entrambi – 5-1 col belga e 11-4 con lo spagnolo, pur mai incontrati su erba – e che ha conta di arrivare a venerdì prima e domenica poi.
Dulcis in fundo l’ultimo quarto di tabellone, quello che designerà l’avversario della semifinale contro probabilmente Djokovic. Sul campo 3 a fine giornata, Pella-Raonic. L’argentino proverà a confermare i meriti della sua “partita del cuore” contro Anderson. Non sarà facile perché Raonic è in gran forma e sa esprimersi al meglio sull’erba di Church Road, dove arrivò in finale tre anni fa. Pronostico a favore del canadese, ma attenzione all’intelligenza tattica e la tenacia dell’argentino nella prima sfida tra i due con una grande posta in palio. A completare il quarto meno nobile, l’incontro Bautista Agut-Paire a ora di pranzo sul leggendario campo 18. Sarà una sfida di regolarità e solidità contro estro e incostanza, finora ha sempre prevalso l’applicazione dell’iberico (6-0 nei precedenti, top25 da 5 anni) ma Paire è in crescita, finora ha speso meno energie nel torneo e vorrà vendicare la bruciante sconfitta (rimonta da due set sotto) al secondo turno di Wimbledon 2015.
Appuntamento a inizio pomeriggio, speriamo di vederne delle belle.