Di Alessandro Terziani
Tutti parlano del film “Borg McEnroe”, uscito nelle sale italiane il 9 novembre, come di un film da non perdere per gli appassionati di tennis.
Io, baby boomer, che ho preso per la prima volta la racchetta in mano in piena era Panatta (e Borg), come tante altre migliaia di ragazzini, vi spiego perché non andrò a vederlo.
Non andrò a vederlo perché ho ancora vividi ricordi di quell’incredibile finale di Wimbledon del 1980, l’interminabile tie-break di 34 punti e 23 minuti vinto da McEnroe dopo aver annullato 7 match point, Borg inginocchiato alla fine del quinto set che esulta per il suo quinto Championships consecutivo. Emozioni che rivivo ancora andandomi a rivedere quel tie-break su Youtube. Non sento minimamente il bisogno che un regista cerchi di filtrarmi qualcosa di diverso attraverso una fiction.
Perché non si tratta di un film documentario su una partita epica ormai entrata nell’immaginario collettivo di noi over 50, ma banalmente di una fiction in cui quella finale è solo il pretesto di andare a scandagliare la psiche dei due grandi rivali creando due caricature degne di una puntata della serie “In Treatment” di Sergio Castellitto.
Profili psicologici estremizzati, per obblighi di copione, che non trovano alcun riferimento nella realtà. E chi meglio può dirlo se non i due protagonisti che non sono mai stati coinvolti prima e durante la lavorazione del film?
John McEnroe: “Unfortunately, even though I wished it was a good movie, I don’t think it is a good movie, I’m sad to say. A lot of it is not accurate. I mean, I don’t know why they couldn’t make it accurate. They made up some stuff. There is plenty of stuff – if they wanted to make me look like a jerk at times, they could have come up with something far better than they came up with, in my humble estimation.”
Per chi non ha dimestichezza con l’inglese, praticamente McEnroe afferma che il film è farcito di invenzioni e che il regista gli fa fare la figura del cretino.
Bjorn Borg: “We were not involved from the beginning, me and John. I saw it a couple of weeks ago in Stockholm, and I thought it’s OK. It’s OK. But it’s still a fiction movie. Everything is not true. I mean, they do things, create things to make it more excited or whatever”
Borg riconosce che si tratta di un buon film ma completamente inventato, una fiction appunto.
Ero già diffidente sul film, dopo aver letto queste interviste ho deciso che risparmierò 8 euro e andrò su Youtube a rivedermi la finale. Peccato che so già come andrà a finire.