Da Terranuova Bracciolini (AR), Fabrizio Salvi
Raccontare storie, affascinare le persone e rapire gli occhi. Catalizzare lo sguardo del pubblico e direzionarlo verso di se, incantato da quanto lo sport possa avere dei risvolti che una persona nemmeno immagina. Federico Buffa riesce in questo, raccontando storie di uomini – prima che di atleti – e lo fa con il suo modo unico di gesticolare, alzando un filo la voce per enfatizzare e mettendo le pause (riflessive) al punto giusto. Il palcoscenico non è altro che un punto di vista più alto, non per lui che ama parlare alla gente, ma per le persone stesse, che possono così guardarlo negli occhi e godere di questo spettacolo narrativo.
Il Mobydick Festival di Terranuova Bracciolini (Arezzo) lo ha portato a raccontare storie, saltando da un personaggio all’altro in un percorso impreziosito da racconti affascinanti. Alla domanda su quale fosse il personaggio più affascinante che aveva avuto modo di intervistare non ci sono state esitazioni: Andre Agassi. Un campione talmente sui generis “a partire da look” e con il quale racconta di aver scoperto delle sensazioni nuove: “sembrava di aver a che fare con una persona che ci mette qualche secondo prima di rispondere, come se il suo software interno stesse chiedendo alla centrale una sorta di autorizzazione”.
A margine del suo intervento, Buffa si è intrattenuto per firmare autografi e fare foto. Dopo un po’ arriva il nostro turno e ci racconta in esclusiva quanto segue:
Nell’intervento hai parlato dell’intervista ad Agassi. C’è qualcos’altro che avresti voluto chiedergli?
“Certamente, riguarda una parte che lui (Agassi) menziona nel suo libro. Gli avrei voluto chiedere più dettagliatamente a proposito del ruolo che ha avuto Barbra Streisand, che è una donna palesemente più anziana di lui, nel formare la sua personalità”.
Tra i tennisti di adesso chi potrebbe avere una bellissima storia da raccontare?
“Federer! La sua è una storia pazzesca. Lui e Michael Phelps (28 medaglie olimpiche, nuoto) sono secondo me le storie più belle dello sport, definiamolo, non calcistico. Sono due personaggi che godono di molta visibilità, ma mantengono un lato umano molto attraente e ritengo che di loro si parli relativamente poco”.
Perché proprio Federer e non un altro?
“Perché è uno svizzero. Io vivo al confine con la Svizzera, ho passato li tanti anni e ho un rapporto particolare con questa nazione stranissima. Federer è veramente l’orgoglio della nazione. C’è tanta Svizzera in lui e siccome non se ne parla mai dei campioni elvetici, eccetto che per qualche grande sciatore, beh, lui è improbabile.. quindi magnifico”.